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In stampelle davanti al gip

Simba La Rue sull’agguato a Treviolo: “Erano 6 o 7 tutti bardati”, ma nega il sequestro del rivale

Il trapper è in attesa di essere operato alla gamba: "Era una cosa mediatica - ha messo a verbale nell'interrogatorio di garanzia -. Ci siamo messi d'accordo per ottenere visibilità". Le domande senza risposta della vicenda

“Non so chi mi ha ferito, erano in 6 o 7 tutti bardati, molto probabilmente amici di Touché”. Simba La Rue, il trapper con centinaia di migliaia di follower arrestato venerdì 29 luglio dai carabinieri di Milano, martedì pomeriggio ha risposto alle domande del gip Guido Salvini durante l’interrogatorio di garanzia. In poco più di un’ora e mezza, ha affrontato anche il capitolo dell’accoltellamento subito la notte tra il 15 e il 16 giugno a Treviolo. Rivendicato sui social da uno dei membri della banda del rivale Baby Touche, secondo il gip può essere letto come “la ritorsione all’aggressione perpetrata in danno di quest’ultimo” il 9 giugno, quando era stato sequestrato e ripreso in auto con il volto tumefatto. Eppure, secondo Simba, sarebbe stata tutta “una cosa mediatica. Ci siamo messi d’accordo – avrebbe messo a verbale il trapper italo tunisino, difeso dagli avvocati Chiara Guzzon e Niccolò Vecchioni  -, anche perché Touché era interessato a sfruttare mediaticamente il video”.

Il trapper, sulla scia di quanto dichiarato lunedì dai suoi amici (9 in totale gli arrestati, compreso un 22enne di Calusco d’Adda) avrebbe ammesso screzi e colluttazioni con il collega Baby Touchè, negando però di averlo caricato in macchina contro la sua volontà prima di rapirlo e liberarlo a Calolziocorte, al confine tra le province di Lecco e Bergamo. Strategia difensiva o verità? Che la vicenda abbia portato maggiore seguito ai due è indubbio, ma alcune domande sorgono spontanee. Al netto che non scorresse buon sangue, perché ad un sequestro ‘finto’, ‘concordato’, dovrebbe seguire un accoltellamento ‘reale’ con tanto di ricovero in ospedale? (“abbiamo anche programmato di fare una canzone insieme”, avrebbe detto Simba al gip). Un patto forse infranto troppo presto? Ammesso che sia mai esistito? Sulla vicenda indagano le procure di Milano (per fare luce sulla presunta faida tra le gang rivali) e Bergamo (che procede per tentato omicidio dopo l’agguato a Treviolo). Ad ulteriore riprova dell’ambiguità dei protagonisti, un video falso dell’aggressione – rimbalzato sui molteplici profili social vicini al trapper – diffuso probabilmente con il solo scopo di ottenere più followers (“se vuoi vedere l’aggressione segui questo profilo” e altri messaggi di questo genere). Sta di fatto che la Rue, nome d’arte di Mohamed Lamine Saida, all’interrogatorio di garanzia si è presentato in stampelle e sarebbe in attesa di una nuova operazione chirurgica che potrebbe lasciare danni permamenti alla gamba. “Mi sono reso conto dell’assurdità di tutto quello che è successo – avrebbe detto il giovane -. Non giova a nessuno”.

Ricapitolando: sono 9 i fermati – a vario titolo – con le accuse di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate. Le accuse fanno riferimento a episodi di violenza che si sarebbero verificati tra la banda di La Rue e quella del rivale Touché. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip di Milano Salvini, ha colpito solo i membri della “gang” di Simba La Rue, compreso il suo manager. Durante gli accertamenti, gli inquirenti hanno fatto luce “sui contrasti emersi da ormai diversi mesi tra due bande giovanili costituitesi intorno alle figure dei noti trapper, governate da regole di fedeltà reciproca e di omertà e resesi protagoniste di reiterati episodi di violenza conseguenti all’aspra conflittualità determinata dalle rivalità nella diffusione delle rispettive produzioni musicali. Gli odierni indagati – si legge nell’ordinanza del gip – vivono una totale astrazione dalla realtà, che impedisce loro di percepire il disvalore e il peso delle azioni criminose poste in essere; questa continua sfida ad alzare sempre la posta in gioco, le continue e improvvise ritorsioni, sono ormai fortemente pericolose per la sicurezza pubblica”. Soprattutto, “sussiste la forte percezione che gli indagati vogliano perseverare in questa dinamica di giustizia privata”. Che non ‘giochino’, lo conferma anche il fatto che due erano già stati arrestati lo scorso 1 aprile per detenzione illegale di armi da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti (pistole ed un’ingente quantità di droga: 8 chili tra marijuana, cocaina e hashish). Lo stesso Simba La Rue risulta ammesso al regime della messa alla prova in un procedimento penale davanti al Tribunale dei minorenni per una rapina. Avrebbe inoltre ammesso di essersi procurato una pistola dopo i fatti di Treviolo, trovata e sequestrata il giorno dell’arresto, forse per paura di nuove aggressioni. Il difensore ha chiesto per lui la revoca della custodia cautelare in carcere.

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