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Salute

Antidepressivi, a Bergamo consumi giù: “Dimezzati dopo il boom dell’emergenza Covid”

Il punto con i dottori Ernesto De Amici e Guido Marinoni, presidenti dell'Ordine dei farmacisti e dei medici di Bergamo

“Nella provincia di Bergamo il consumo di antidepressivi e psicofarmaci è esploso due anni fa, durante le fasi più drammatiche della pandemia da Covid-19. Ora è sensibilmente diminuito: si è dimezzato rispetto al boom di richieste che si è evidenziato nel 2020”. Così il dottor Ernesto De Amici, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bergamo, traccia il trend dell’assunzione di medicinali utilizzati per trattare i disturbi dell’umore come la depressione.

È un dato in controtendenza se confrontato a quanto sta avvenendo su scala nazionale, come ha evidenziato il Rapporto 2021 sull’uso dei farmaci in Italia, realizzato dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (Osmed) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il documento specifica: “Nel 2021 il consumo giornaliero degli antidepressivi è stato pari a 44,6 DDD (dosi giornaliere per abitante, ndr) ogni 1000 abitanti, in aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente e con una variazione media annua dell’1,9% dal 2014. Il costo medio per DDD nel 2021 è stato di 0,42 euro, rimasto stabile dal 2016 dopo la scadenza brevettuale di importanti principi attivi, quali escitalopram (2014), duloxetina (2015). Nel 2021 il consumo degli antidepressivi rappresenta il 3,4% del consumo totale di farmaci in Italia, con un aumento del 2,4% rispetto al 2020. Analogamente la spesa pro capite evidenzia un incremento del 2,6% attestandosi nel 2021 a 6,87 euro pro capite”.

Gli ultimi due anni, segnati dalla pandemia da Covid-19, sicuramente sono stati molto duri. Il dottor De Amici spiega: “Prendendo in considerazione la provincia di Bergamo, i dati mostrano che il consumo di antidepressivi e psicofarmaci è esploso due anni fa, durante le fasi più drammatiche della pandemia da Covid-19. Ora, invece, la situazione è cambiata ed è sensibilmente diminuito: si è dimezzato rispetto al boom di richieste che si è riscontrato nel 2020”.

Il difficile periodo che abbiamo vissuto ha avuto e ha significative ripercussioni a livello psicologico. Il dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, afferma: “Penso che non sia semplice dimostrare in termini scientifici la correlazione tra la pandemia da Covid-19 e l’incremento dell’utilizzo di farmaci antidepressivi, ma la supposizione che vi sia un nesso fra questi due aspetti è più che ragionevole. In modo particolare, possiamo rendercene conto pensando al dramma che ha passato Bergamo, che ne è stata l’epicentro. L’emergenza Covid-19 indubbiamente ha pesato in modo drammatico sulle persone sia per la paura sia per i numerosi lutti e le limitazioni della mobilità e della libertà personale. Gli individui più fragili o quelli più colpiti sono coloro che ne hanno risentito maggiormente: da una parte sono aumentati i casi di depressione e dall’altra sono peggiorati quadri depressivi già presenti. Entrambe le situazioni si fanno sentire: tutto ciò che è successo a Bergamo non è stato il nulla come qualcuno vorrebbe far apparire, come sa bene chi l’ha vissuto o ha avuto persone care coinvolte”.

“Per capirlo – conclude il dottor Marinoni – è sufficiente pensare ai lutti e a come i lockdown abbiano pesato sulle interazioni sociali. Se non si è abbastanza resistenti, si finisce per subirne l’impatto: è stata una guerra e lo è ancora, come si evince osservando il numero dei morti che purtroppo rimane elevato e drammatico. I negazionisti sostengono che questi soggetti siano deceduti perché avevano altre patologie, ma se non avessero contratto il virus magari avrebbero potuto continuare a vivere o vivere più a lungo”.

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