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Verso le elezioni

Lega, Daniele Belotti: “Il centrosinistra? Una somma di veti senza punti programmatici”

E sul tema degli immigrati: "La forza lavoro va trovata sì regolando i flussi, ma anche restituendo al Paese tutti coloro che oggi percepiscono il reddito di cittadinanza"

Bergamo. Poco più di cinquanta giorni alla chiamata alle urne, e la politica si infiamma. Fuoco alle polveri, con i giochi ancora da costruire, così come gli equilibri e le intese. Questo almeno per il centrosinistra che nella serata di lunedì vedrà riunirsi in gran concistoro il Partito Democratico e Azione, con i rispettivi leader di partito Letta e Calenda alle prese con i punti salienti del loro contratto prematrimoniale. Sempre se questo matrimonio s’ha o “non s’ha da fare”, ma staremo a vedere. E se il centrosinistra cerca di trovare il pertugio per garantirsi la cerchia massima per la volata finale, il centrodestra ha dalla sua un’intesa già consolidata, partendo così, in qualche modo, in vantaggio.

“Tra la crisi e le elezioni, le liste saranno da preparare entro ferragosto – racconta Daniele Belotti, deputato della Lega – e la cosa buona è che il centrodestra arriva all’appuntamento già pronto. E anche se la storia recente racconta di Forza Italia e Lega facenti parte del governo Draghi e Fratelli d’Italia all’opposizione, nella nostra coalizione non è mai mancata l’unità d’intenti, peraltro comprovata dai fatti. Di contro, invece, il centrosinistra arranca: prima ha perso il favore del Movimento 5 stelle, poi Di Maio ha avuto l’idea di mettersi con i dinosauri di Tabacci, mentre per quanto riguarda l’area del centro mi sembra un tutti contro tutti, una somma di veti ma non di punti programmatici. Diciamo che quello che vedo, almeno sull’altro fronte, è una situazione complessa, da risolvere che, dal mio punto di vista, non lascia ben sperare per il futuro. Il loro”.

Oltre al centrosinistra, il centrodestra, alla luce anche della manovra di due settimane fa, deve preoccuparsi anche dell’astensionismo che oggi è fisso al 40%?

Bhé, basta guardare le elezioni comunali per rendersi conto e consideri che, quando si parla di amministrative sul territorio, i cittadini hanno una percezione e una conoscenza certamente più approfondita rispetto alle politiche, perché il rapporto è molto più stretto. L’esempio lampante è stata Como, città di medie dimensioni, dove solo il 46% è andato a votare. Pensi le politiche che, notoriamente, la gente vede molto più lontane. Purtroppo quella dell’astensionismo è una piaga che riguarda tutta la democrazia occidentale, non solo la nostra. In Francia, l’eccezione, ha votato il 71%.  È importante capire e comprendere la disaffezione degli elettori, legittima per carità anche dopo la caduta del governo Draghi, crisi peraltro determinata da un termovalorizzatore. E, sul tema, dico solo, per far capire la posizione del mio partito, che a Bergamo ne abbiamo due, uno a Grumello al Piano e uno a Dalmine e, nonostante il comportamento virtuoso dei bergamaschi, sono comunque indispensabili. Pensi Roma. Io giro per la periferia e non frequentando alberghi di lusso, posso dire che ho visto tantissima sporcizia, pantegane lunghe metri e gabbiani al pascolo. I cinghiali ancora no (ride ndr). A parte gli scherzi, che in realtà non sono altro che la verità, l’immobilismo totale dei 5 Stelle non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

Uno dei temi caldi di questi giorni è l’immigrazione. Le proiezioni raccontano che, nel 2030, in Italia mancheranno 2 milioni di persone in età da lavoro. Quindi, meno pil, meno entrate fiscali, più spese per il welfare. Secondo lei l’inverso demografico si supera solo aumentando gli ingressi degli stranieri?

Il problema vero sono gli sbarchi. La Lega non ha nulla contro gli stranieri che vivono e lavorano regolarmente in Italia. Ma credo che in Italia 1 milione e 200 mila persone percepiscono il reddito di cittadinanza e che la proiezione recita di 2 milioni di lavoratori che mancheranno nel 2030, io dico che la cosa più intelligente sarebbe cominciare a pescare forza lavoro in quel bacino dove, peraltro, ci sono persone assolutamente idonee. Il problema va gestito su sue filoni: quello che ho appena spiegato e quello della regolarizzazione dei flussi che, ovviamente, passa dalla volontà di bloccare l’immigrazione clandestina. E negli anni, la norma era anche stata introdotta, l’allora Bossi-Fini, anche se i flussi di oggi sono completamente differenti da quelli di un tempo. e sull’inverno demografico posso dire che, se da un lato Gori punta al nuovo arrivo, entro il 2050, di ulteriori 8 milioni di immigrati, svuotando di fatto l’identità del Paese, noi abbiamo un credo diverso e puntiamo a incentivare la politica della natività, garantendo la gratuità degli asili nido, pensando a politiche per la famiglia, all’assegno unico, alle forme di sostegno per il lavoro femminile. Senza dimenticare di lavorare per i progetti legati alla stretta all’attualità, come quelli del caro bollette, caro benzina, le tasse, il cuneo fiscale, il lavoro, le imprese e molto altro ancora.

Con la riduzione dei parlamentari, la Lega perderà alcuni dei suoi rappresentanti a Roma. 

Al momento siamo alla fase delle selezioni sul territorio. I nomi degli uscenti vengono affiancati da quelli nuovi e quelli che compariranno nelle liste verranno decisi da Salvini. Complessivamente la Lega è rappresentata da 8 parlamentari e con la cesoia del 30% e la revisione dei collegi diventeranno 4/5.. Diciamo che l’unico che verrà certamente riconfermato è Calderoli. Per il resto vedremo.

 

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