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A bagheria

Filippo Salvi, il maresciallo morto a 36 anni in un blitz antimafia: la “sua” Sedrina gli dedica una piazza fotogallery video

A 15 anni da quel tragico evento, la cerimonia a Botta, insieme ai genitori Giannino Salvi e Lorenzina Vitali, la sorella Francesca e le autorità. Il video-omaggio di Gianni Morandi

Botta di Sedrina. Non si può cambiare il passato, ma si deve lavorare per un futuro migliore. Un rinnovato sguardo al futuro, che abbia però come punto di partenza il ricordo e l’esempio di chi, proprio per il futuro di tutti, ha donato la propria vita. Questi il sentimento e la consapevolezza che hanno accompagnato il ricordo di Filippo Salvi, maresciallo dei carabinieri del R.O.S., al quale è stata intitolata una piazza a Botta di Sedrina, dopo la messa nella chiesa parrocchiale, nella mattinata di sabato 30 luglio.

Aveva 36 anni Filippo Salvi quando, nella notte del 12 luglio 2007 a Bagheria (Palermo), morì in seguito a una caduta in un dirupo, durante un’operazione antimafia. A 15 anni da quel tragico evento, la comunità di Sedrina e della frazione di Botta, dove Filippo è nato, si è riunita nell’area adiacente a via Ponte Botta, insieme ai genitori Giannino Salvi e Lorenzina Vitali, la sorella Francesca e le autorità.

“Filippo Salvi, come tutte le altre vittime della mafia, ha donato la vita per il nostro futuro – commenta Gaetano Ruocco, Presidente Nazionale dell’Ansi (Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia) – Il suo sacrificio non può essere vano, ma deve invece essere un’ulteriore spinta affinché si possa arrivare ad un mondo dove la legalità venga rispettata”. Nel ricordo di Filippo Salvi, il presidente Ruocco ha consegnato poi ai famigliari la qualifica di Socio Perpetuo dell’associazione.

Una tragica fatalità avvenuta a causa della caduta in un dirupo di “RAM” (il nome in codice di Filippo Salvi, chiamato così dai colleghi carabinieri del ROS per la sua vasta preparazione nel settore dell’informatica) mentre stava installando alcuni sistemi di osservazione sul monte Catalfano, tra Aspra e Mongerbino (Bagheri), durante un’azione di contrasto alla mafia.

“Filippo non solo era un nostro concittadino, ma è stato concittadino in ogni città che lo ha accolto – ricorda Stefano Micheli, sindaco di Sedrina – Un nostro concittadino che si è battuto per la legalità, collaborando anche alle indagini sulle stragi di Capaci e di via d’Amelio. Assurde e atroci stragi di mafia, delle quali ricorre il trentesimo anniversario. Per i carabinieri del ROS, Filippo Salvi era “RAM”, il ‘polentone terrone’ che amava molto la terra siciliana. I suoi colleghi ancora lo ricordano come un ragazzo disponibile, con cui era impossibile litigare e con una grande passione per il proprio lavoro. La mobilitazione oggi dei suoi concittadini ci mostra come il suo ricordo sia ancora vivo, un ricordo che dona coraggio, forza e speranza, la stessa che ci hanno donato Filippo e tutti gli uomini che come lui hanno donato la vita per la legalità”.

Dalla Sicilia poi il ricordo di Michelangelo Balistreri, che con il suo Museo dell’acciuga e delle arti marinare di Aspra (Bagheria) è un esempio virtuoso di lotta alla criminalità organizzata: anche lì, proprio all’esterno dell’edificio, è stata intitolata la piazza a Filippo Salvi. Un luogo che, lo scorso 12 luglio, ha ospitato l’evento “Una preghiera per Filippo”, anche questo in ricordo del giovane maresciallo. Un “gemellaggio” tra due paesi che potrebbe diventare realtà, proprio in ricordo del giovane bergamasco morto in terra siciliana.

Commosso il ricordo di Lorenzina Vitali, madre di Filippo Salvi: “quando tornava a Botta di Sedrina, lo descriveva sempre come un angolo di pace. Mi diceva che sarebbe tornato, purtroppo, dopo quel tragico incidente, non l’ho più visto. Io l’aspetterò sempre e sarà sempre nel mio cuore e nei miei pensieri, come tutti voi”.

La piazza Filippo Salvi si trova vicino al parco giochi di Botta di Sedrina. Lo sguardo dei presenti alla cerimonia si volge inevitabilmente lì, verso quello che è il futuro del paese e di tutto un territorio. Un territorio che possa ricordare chi ha sacrificato la propria vita per fare il bene. “Il ricordo di Filippo sia esempio per le nuove generazioni, a partire dalle nostre comunità – auspica il sindaco Micheli – dobbiamo fare nostri il suo spirito ed i suoi ideali”.

Anche Gianni Morandi ha voluto rendere omaggio al carabiniere ucciso con un video inviato alla sua famiglia.

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