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Report 19 - 25 luglio

Covid, superato il picco della curva epidemica: anche in Bergamasca calano i positivi

I dati di questa settimana indicano una fase di contrazione, da confermare però nei prossimi giorni

La curva epidemica in Italia sembra aver superato il momento di picco. I dati di questa settimana, infatti, indicano una fase di contrazione, da confermare però nei prossimi giorni.
Nella settimana epidemiologica 19 / 25 luglio i nuovi casi a livello nazionale sono stati 501.575
(-22,3% dai 645.492 del periodo precedente); media giornaliera 71.654 (da 92.213).

Il rapporto positivi/tamponi medio cala dal 24,72 % al 21,01%.

Si registra ancora un aumento per quanto riguarda il numero dei ricoverati in Terapia Intensiva: da 417 a 426. Sale anche il numero dei pazienti in Area Covid, che passa da 10.848 a 11.081.

In diminuzione invece il numero dei nuovi ingressi in T.I., che passa da 353 del periodo precedente agli attuali 298.

Con il consueto ritardo temporale rispetto ai contagi, è ancora in rialzo il numero dei decessi: sono stati 942 (804 la settimana precedente).

I tamponi totali sono stati 2.341.808, il 9,6% in meno rispetto ai 2.591.979 del periodo precedente;
l’85,90% dei quali di tipo antigenico rapido.

Crescono gli indici di occupazione, sia nei Reparti Covid, dal 16,9% al 17,3%, sia nei Reparti di Terapia Intensiva: dal 4,20% al 4,30%.
Diminuiscono i pazienti in isolamento domiciliare: sono ora 1.402.875 (erano 1.443.130).

In ribasso l’Rt, da1,25 a 1,05. Diminuiscono anche la curva dei contagi: da 0,46 a 0,36 e l’indice di contagio ogni 100 mila abitanti: da 1.070 a 835.

Lombardia e Bergamo
Anche in Lombardia si registra una diminuzione nel numero dei positivi: sono stati infatti 66.531 i nuovi casi che, rispetto ai 86.977 della settimana precedente, danno un decremento del 23,5%.

Si registra un leggero calo per quanto riguarda il numero dei ricoverati in Area Covid: da 1.538 a 1.526; in crescita invece il numero dei pazienti in Terapia Intensiva, che passa da 40 a 48.
Stabile il numero dei nuovi ingressi in T.I. che passano da 36 a 35.

I suddetti numeri determinano quindi una diminuzione nell’indice relativo all’occupazione dei Reparti Covid che passa dal 14,7% al 14,6%, e un aumento per quello dei Reparti di Terapia Intensiva: dal 2,2% al 2,7%.
Cresce ancora notevolmente il numero dei decessi settimanali: da 154 a 191.

Per quanto riguarda gli attualmente positivi, si registra una diminuzione dell’8,3%: sono ora 151.965 (erano 165.705 la settimana scorsa); la stessa percentuale che riguarda le persone attualmente in isolamento domiciliare, che sono ora 150.391 (erano 164.127).

Cala l’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti, che passa da 867 a 673; scende anche l’indice medio settimanale di positività: dal 23,73% al 19,89%.

Scende il numero dei positivi anche nella provincia di Bergamo: nel periodo osservato i nuovi casi sono stati 6.354 (8.114 la settimana scorsa), con una diminuzione quindi del 21,7%.

Si registra un lieve decremento nel numero di pazienti ricoverati nel Reparto Covid nell’ospedale cittadino: sono ora 46, tre in meno della settimana scorsa.
Situazione pressoché stabile anche per ricoveri in Terapia Intensiva, che passano da 7 a 8.
Nel periodo osservato si sono registrati 20 decessi (12 nel precedente). Per riscontrare numeri così alti bisogna risalire al febbraio scorso.
Scende l’indice di contagio ogni 100 mila abitanti: da 732 a 573.

Situazione
Prende sempre più consistenza il calo della curva epidemica in Italia, che ha superato il momento di picco lo scorso 14 luglio: la prudenza è comunque necessaria in quanto l’alto numero di infezioni non registrate incide sulla reale consistenza del ribasso.
La diminuzione, salvo imprevisti, dovrebbe protrarsi fino alla fine di agosto, con fasi oscillatorie di pochi giorni come già avvenuto in Portogallo, Paese con caratteristiche della popolazione e copertura vaccinale molto vicine a quelle dell’Italia.
Proprio il Portogallo segnala la possibilità di un rapidissimo rimbalzo epidemico a inizio settembre. Non è una certezza, ovviamente, ma finora l’andamento epidemico nei due Paesi ha seguito (con uno scostamento di poco superiore ai 30 giorni) un andamento molto simile.

Segnaliamo il picco raggiunto dai ricoveri, che dovrebbero scendere già la prossima settimana; stesso discorso si può fare per quanto riguarda la curva delle terapie intensive, che hanno iniziato a vedere una diminuzione dei nuovi ingressi settimanali.
Tutti buoni segnali ma, purtroppo, per un netto calo dei decessi, come sempre, servirà più tempo.

Il valore dell’Rt
Serviranno ancora due o tre settimane per vedere l’Rt dell’Iss tornare stabilmente sotto quota 1,0. Vediamo il perché e come l’Iss calcola questo indicatore facendo riferimento a 4 diverse modalità:
1) L’Rt sintomi, basato sulla data di inizio sintomi e calcolato sui dati consolidati 14 giorni prima rispetto alla pubblicazione.
2) L’Rt medio, calcolato in un arco di tempo di 14 giorni che precede di 2-3 settimane la pubblicazione. 3)L’Rt ospedalizzazioni, basato sulle date di ricovero e quindi espressione dell’indice di trasmissibilità dei casi più gravi.
4) L’Rt “aumentato”, calcolato sui casi sintomatici, che fornisce una stima più recente (7 giorni prima della pubblicazione) ma statisticamente meno solida.

Ogni settimana l’Iss comunica per semplicità un solo valore (l’Rt medio), rimandando alla lettura del Report epidemiologico per il dettaglio degli altri. In questo modo otteniamo un dato di tipo “storico” che risale a 2-3 settimane prima, non allineato al momento della comunicazione ufficiale. Un’informazione importantissima per chi è in grado di interpretarla: ma priva di significato per chi si limita alla lettura del dato grezzo, senza conoscere il contesto in cui viene generato.
Proprio per semplificare la comprensione e fornire una stima la più aggiornata possibile, ogni settimana pubblichiamo il valore dell’Rt facendo la media fra quello istantaneo e quello medio.

Quando finirà questa ondata
Su questo tema (i tempi necessari per tornare ai valori pre-ondata da Omicron 5), torniamo a sottolineare come non esista una certezza assoluta, a causa delle numerose variabili che intervengono nel modificare l’andamento epidemico o la lettura dello stesso: una forte variazione del numero dei test tampone, per esempio, influisce in modo diretto sui casi individuati e di conseguenza sullo sviluppo della curva che ne deriva.

Le proiezioni più attendibili, in ogni caso, vedono un ritorno ai livelli pre-Omicron 5 verso l’ultima decade di agosto, ma anche in questo caso è corretto dire che le stime stesse si basano soprattutto sull’osservazione di quanto già accaduto altrove con la stessa sub-variante.

Nel mondo
I casi totali nel mondo da inizio pandemia sono 564milioni. Di questi, 90.410.000 si sono verificati negli Stati Uniti, con 1.027.000 decessi; 43.900.000 sono i casi registrati in India (526.000 vittime); 33.620.000 in Francia (152.000 vittime). Seguono il Brasile (33.590.000 – 670.000 vittime)), la Germania (30,3milioni – 143.000), il Regno Unito (23,4 milioni – 183.000). Al settimo posto l’Italia che precede Corea del Sud, Russia, Turchia e Spagna.
I decessi legati al Covid sono in totale 6.375.000.

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