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Il concerto

Cocciante trionfa al Bergamo Summer Music e svela la sua anima rock

Niente eccessi, fronzoli o colpi di scena. Solo eleganza ed esecuzione di altissimo livello. Una formula che è stata apprezzata

Bergamo. Non si è mai piegato alle mode. Il mondo è la sua casa. Ama la diversità in tutte le sue forme. Riccardo Cocciante torna dopo dieci anni sui palchi d’Italia e sta ricordando a tutti di essere uno dei più grandi artisti, dal prestigio internazionale, della storia musicale del nostro paese.

“Cocciante canta Cocciante” ha fatto tappa sabato 23 luglio all’Arena Estiva Fiera di Bergamo. Anche il terzo concerto in programma al Bergamo Summer Music, dopo le date di Elio e Le Storie Tese e dei Pinguini, ha lasciato il segno. Il cantautore si è presentato sul palco in grande stile, rivelando la sua vera anima di puro cuore rock.

Non è stati uno show di luci ed effetti speciali, la musica è bastata per rendere la serata indimenticabile. Per festeggiare il ritorno sulle scene e i cinquant’anni di carriera – che ricorreranno nel 2023 – Cocciante ha scelto di esibirsi con una rock band (batteria Alfredo Golino, basso Roberto Gallinelli, chitarre Ruggero Brunetti, Elvezio Fortunato, tastiere/programmatore Luciano Zanoni) accompagnato dai trentadue elementi dell’orchestra sinfonica “Saverio Mercadante” diretta dal Maestro Leonardo de Amicis.

Dieci anni di lontananza non sono pochi. La nostalgia del pubblico dell’arena era percepibile. Alle prime note di “La grande avventura”, primo brano in scaletta – canzone che dà il titolo all’album del 1897 con musiche di Cocciante e testi di Mogol ed Enrico Ruggeri – è come se la lontananza si fosse cancellata. Si è immediatamente ricucito il legame tra artista e tutte le persone presenti, dalla prima nota all’ultima del concerto.

Niente eccessi, fronzoli o colpi di scena. Solo eleganza ed esecuzione di altissimo livello. Una formula che è stata apprezzata. Più volte le persone si sono alzate in piedi, più volte hanno fatto sentire la loro voce all’unisono con l’artista. All’attacco del reef di “Celeste Nostalgia”, la platea non ha mancato di farsi sentire. Lo stesso con “Primavera” che ha introdotto un momento magico di dialogo tra Cocciante al pianoforte e l’orchestra. Significativa è stata anche l’esecuzione di brani meno ricordati, come “Due”, un’opera più che una semplice canzone, valorizzata dall’arrangiamento orchestrale. “Per preparare questa serie di concerti ho ascoltato le mie canzoni – ha detto – Sono molto autocritico, alcune canzoni del passato non mi sono piaciute, ma questo brano mi ha lasciato qualcosa, per questo l’ho scelto”.

Dopo quasi cinquant’anni di carriera Cocciante si conferma un artista profondo e intenso, capace di opere grandiose – il suo “Notre Dame de Paris” gira il mondo da vent’anni – e interpretazioni uniche.

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