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Bergamo

I nostri Pinguini sono tornati a casa: in diecimila per la band bergamasca

Folla e grande attesa per gli artisti, con il chitarrista che ha suonato con la maglia dell’Atalanta

Bergamo. È entrato sul palco con la sua chitarra verde acqua, i capelli lunghi sciolti e una maglietta nerazzurra. Non poteva che presentarsi così Nicola Buttafuoco, chitarrista dei Pinguini Tattici Nucleari, sul palco dell’Arena Estiva Fiera, in occasione dell’unico concerto della stagione in terra natia. Perché quando torni a casa dopo tanto tempo (millecinquecento giorni), dopo mille peripezie (una pandemia globale, due anni di dura crisi per tutti i lavoratori di arte e spettacoli, un tour nei palazzetti rinviato quattro volte a causa delle restrizioni anti-contagio) metti il tuo abito migliore, quello che ti riporta al cuore. Quello di Nicola batte fortissimo per l’Atalanta, per Bergamo e per la musica.

È stato uno spettacolo vedere la sua entrata. È stato uno spettacolo vederlo agitare le braccia al cielo mentre dirigeva diecimila persone, band compresa, durante il remix di quattro minuti e mezzo, un prezioso concentrato di storia pinguina. È stato uno spettacolo vedere tutti e sei i ragazzi – Riccardo Zanotti, Elio Biffi, Matteo Locati, Simone Pagani, Lorenzo Pasini e Nicola Buttafuoco, saltare, suonare, cantare, divertirsi nel fare il loro mestiere.

Solo poche settimane fa hanno riempito per tre volte il forum di Assago, conquistando quarantamila persone in settantadue ore. Un successo al culmine di tre anni di conquiste: il primo contratto con Sony, l’annuncio del tour nei palazzetti, Sanremo, tot dischi d’oro e di platino. Pur rimanendo fermi per oltre due anni, essendo stati la prima band a ricevere lo stop poco prima della data di Pordenone a febbraio 2022, sono riusciti a rimanere in cima alle classifiche.

Ma il concerto al Bergamo Summer Music ha avuto tutto un altro sapore, per chi ha suonato e per chi ha ascoltato. Tra i dieci mila presenti, ci sono state anche le trenta persone che ascoltarono la performance dei Pinguini in versione acustica (per l’occasione il trio era formato da Riccardo, chitarra e voce, Elio Biffi, alla fisarmonica e Marco Ravelli alla tastiera) al Binario 12 di Via Maj, locale che ora non c’è più. Molti di coloro che cantavano ogni pezzo conoscendo i testi a memoria ricorderanno la prima esibizione della band al Circolino Basso, al Polaresco, all’Edonè.

E anche i ragazzi non lo dimenticano. Anzi, subito dopo aver suonato la loro ultima hit, “Giovane Wannabe”, hanno ricordato gli inizi. Dalla sala prove di Nembro, che ancora esiste, al furgoncino soprannominato per le prime trasferte “furgone Croazia”, che nei weekend portava la band in giro per l’Italia mentre in settimana accompagnava gente a Zagabria per visite e interventi odontoiatrici.

“Questi eravamo noi all’inizio, alcuni hanno lasciato il gruppo e altri sono entrati – racconta il frontman – Per tanti anni non siamo usciti da quella sala, i rischi erano tanti e bisognava ponderarli”. Poi hanno capito che era arrivato il momento di osare. Il resto della storia è cosa nota.

“Ricordiamo il nostro primo manifesto, vicino all’Edonè – continua Zanotti – Dicevamo a tutti, soprattutto alle nostre mamme e zie, di andarlo a vedere”. Prima della ripartenza si sono chiesti: “Dove eravamo rimasti”, ecco che la foto dell’attuale tour ha lo stesso sfondo del primo importante manifesto. I ragazzi sono cambiati, hanno vissuto e stanno vivendo grandi esperienze, ma sono rimasti sempre qui, a Bergamo, con la testa e con il cuore.

Un’introduzione emozionante per la canzone dedicata alla città della band. Di momenti emozionanti ce ne sono stati molti. Come l’arrivo sul palco dei percussionisti della Millennium, collettivo di Verdello, per l’esecuzione di Ringo Starr insieme alla band.

“In una band ci sono stelle maggiori e minori, ma le prime non devono mai offuscare le seconde, lo stesso deve accadere in una band: bisogna trovare uno spazio per tutti”, ha detto Riccardo. Il senso è chiaro, in ogni formazione, che sia una orchestra, e un quintetto rock, ogni musicista è importante, anche quello che vive meno sotto i riflettori. “Proprio come Ringo Starr, che avrebbe fatto di tutto per far continuare i Beatles in eterno”. Sullo schermo le grafiche della bergamasca Giulia Argenziano rendono magica l’esecuzione: tutti i mostri della storia del cinema, da Frankenstein a Dracula, spesso incompresi, diventano eroi riscattati dall’amore del pubblico che ha decretato la loro immortalità.

Abbiamo dovuto attendere più del previsto per rivedere la band dal vivo a casa. Ma ne è valsa la pena. Ognuno dei ragazzi ha avuto il proprio momento di gloria, come è giusto che sia. Il trionfo di Matteo con la Millennium, gli assoli di Lorenzo alla chitarra e Simone al contrabbasso, la voce di Elio e il suo irresistibile fascino nell’esecuzione di “Cancelleria”, l’energia di Nicola alla console e la grinta di Riccardo, capace di trattenere l’attenzione di diecimila persone per due ore di fila.

Abbiamo visto e ascoltato gli artisti come sono diventati. Ognuno di loro ha avuto modo di dimostrarlo. Ora, insieme continueranno verso il prossimo successo, sapendo che qui a Bergamo avranno sempre un palco su cui tornare e un pubblico ad attenderli.

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