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Colpo di fulmine

Atalanta mania anche nel Regno Unito: il social producer della Premier League scrive un libro sulla Dea

Tom Underhill, 23enne di Bristol: "Ho visto per caso una partita e mi sono innamorato della squadra del Gasp"

L’Atalanta in questi anni grazie a Gasperini ha incassato tante attestazioni di stima da parte di molti allenatori e giocatori d’élite grazie alle epiche prestazioni mostrate in Europa League e in Champions League, e a quanto pare l’amore per la Dea ha raggiunto anche il Regno Unito.

Tom Underhill, 23enne di Bristol, lavora come social producer della Premier League, ma ha sempre avuto una grande passione per il calcio estero, e proprio quest’ultima lo ha avvicinato alla Dea, facendo scattare il colpo di fulmine per la squadra di Gasperini.

Dopo aver vissuto l’epopea internazionale dell’Atalanta per 5 anni, nel 2021 ha deciso di scrivere un libro, cercando di raccontare la sua percezione del mondo Atalanta, con la speranza di poter trasmettere ai lettori qualcosa di nuovo, magari di ancora non detto o scoperto sulla squadra orobica.

Perché proprio l’Atalanta? Come è nata questa passione per la Dea?

Sono entrato in contatto con il mondo Atalanta nel 2017/18 per caso, quando la Dea ha affrontato l’Everton nel gruppo di Europa League. Fino ad allora non avevo sentito nulla su questa squadra, e non sapevo neanche che fosse arrivata quarta la stagione precedente. Sono stato colpito dalla potenza di quell’attacco, soprattutto da Papu Gomez, dalla complessità di quei giocatori, dall’intensità nel loro pressing. Dopo aver fatto le dovute ricerche, ho deciso nel marzo 2021 di scrivere un libro.

Cosa l’ha colpita di più dell’Atalanta di Gasperini?

Come già detto, mi ha colpito l’intensità di gioco, la creatività dei giocatori e il bel gioco espresso dall’intera squadra. In quella squadra spiccavano Gomez e Ilicic, giocatori fantastici che potevano fare qualsiasi cosa con il pallone anche perché erano circondati da giocatori instancabili.

Lei amministra i canali social della Premier League, quindi conosce bene il calcio inglese. Quanto pensa abbia in comune con questo calcio l’Atalanta e soprattutto come pensa che possa cavarsela la Dea nel campionato inglese?

Penso che in realtà l’Atalanta sia unica. Sicuramente c’è qualche similitudine con il calcio inglese, come l’intensità, il pressing, il gioco, ma a parte questi aspetti, poi si comporta diversamente. L’Atalanta mi ricorda il Leicester di Ranieri che vinse nel 2016 il campionato contro ogni pronostico e allo stesso tempo mi ricorda il Leeds di Bielsa basato sul pressing, ma rimane unica nel suo genere. Probabilmente potrebbe giocarsi un posto in Europa, anche se in Premier pure le cosiddette piccole risultano toste da battere, quindi incontrerebbe maggiori difficoltà rispetto alla Serie A.

Tornando al suo libro, senza ovviamente fare spoiler, cosa dobbiamo aspettarci? Pensa che troveremo qualcosa di nuovo, magari aspetti tecnici o tattici che nessuno ha colto in questi anni?

Nel libro ripercorro i primi 5 anni dell’Atalanta di Gasperini, focalizzandomi sui match chiave di ogni stagione e su come i giocatori si siano adattati alle nuove sfide.
Inoltre ho analizzato i giocatori scelti dal mister per mettere in pratica il suo gioco innovativo. Di nuovo ho riscontrato come Gasperini sia odiato in Italia! A Bergamo è amato come un dio, ma nel resto del Paese invece il suo carattere scontroso lo ha reso un po’ antipatico. Non pensavo fosse veramente così prima di scrivere il libro (ride, ndr).

Durante la stesura della bozza del suo libro, cosa l’ha maggiormente impressionata dell’Atalanta?

Mi ha impressionato come la società negli anni abbia cambiato tanti giocatori, ma abbia sempre mantenuto la stessa filosofia, lo stesso modo di giocare e le stesse ambizioni. Ogni anno lo scouting dell’Atalanta ha sempre scovato nuovi talenti che ben si sono integrati con gli altri compagni e che hanno fin da subito metabolizzato le direttive tattiche di Gasperini. Questo mi ha davvero stupito.

Ha visto l’Atalanta al Gewiss, le è piaciuto lo stadio?

Sì, lo scorso anno, a marzo, contro il Genoa. L’atmosfera allo stadio era fantastica. L’approccio con la Premier League è diverso, ma ho ritrovato alcune similitudini.

Parlando degli stadi italiani, pensa che sia il vero problema della Serie A?

Sì, penso che a parte la Juventus, poi gli altri abbiano tutti stadi vecchi. In Premier sono tutti moderni, circolari, anche se rimangono impianti vecchi come quelli del Norwich, Leeds o Aston Villa, suddivisi ancora in 4 settori. Del Gewiss Stadium mi piace la copertura della Nord, molto moderna ed è uno spettacolo vederla mentre sei in volo sull’aereo.

Tornando alla questione stadi, in Italia sicuramente a livello strutturale siamo molto indietro rispetto a voi, ma pensa che sia veramente il principale problema del nostro campionato o ce ne sono altri?

Penso che il vero problema siano i soldi, presenti non solo in Premier ma anche negli altri campionati (Liga, Ligue 1 e Bundesliga). La Premier League è forse il migliore campionato dal punto di vista dell’organizzazione e della gestione dei capitali. Ovviamente in Premier hanno cambiato le gerarchie i diritti televisivi, cosa che in Italia dovrebbe essere rivalutata, perché se anche l’ultima squadra del campionato inglese incassa più della vincitrice del campionato italiano, significa che qualcosa non va.
Per fare questo penso che bisognerebbe riconsiderare la trasmissione delle partite, affidandosi a broadcaster seri e affidabili, ma soprattutto penso che a livello di visibilità, la Serie A necessiti di una gestione dei social molto più internazionale, divertente, coinvolgente, come quello della Premier che reputo veramente ben fatto e sempre al passo.

Dallo stadio al campo: Gasperini alla fine è rimasto, ma dalla sua esperienza tattica e da quello che ha potuto riportare nel suo libro, pensa che abbia fatto la scelta migliore oppure avrebbe dovuto cambiare aria?

Sono contento che sia rimasto, sicuramente ha avuto le sue colpe la scorsa stagione, ad esempio su alcune sostituzioni o scelte tattiche, ma se ora stiamo avendo questa conversazione è solo grazie a Gasperini. Lui è un genio, nessun altro allenatore della Serie A come Pioli, Allegri, Inzaghi o Sarri avrebbero potuto replicare quello che ha fatto in questi anni l’allenatore di Grugliasco. Il fatto di averlo trattenuto nonostante alcuni dubbi, penso che sia un segno eloquente della sua importanza e dell’enorme gratitudine nei suoi confronti.

L’allenatore è rimasto, ma la rosa sta lentamente cambiando e prendendo altre forme. Cosa pensa del mercato che sta facendo la Dea? La sta soddisfacendo?

Sicuramente Ederson è un ottimo acquisto, spiace per le cessioni di Gollini e Pessina, ma giustamente la rosa andava un po’ rivoluzionata. Penso però che l’Atalanta al momento necessiti almeno di due esterni, perché dopo l’addio di Gosens e l’infortunio di Zappacosta, ora servono veramente due acquisti importanti. Serve anche un attaccante e Pinamonti sicuramente è un buon prospetto.

L’anno scorso siamo stati falcidiati dagli infortuni e dovevamo combattere su più fronti, da agosto invece avremo solo il campionato e la Coppa Italia. Pensa che possa esser un vantaggio?

Esattamente, l’anno scorso abbiamo giocato praticamente senza Gosens, Toloi, Zapata, Ilicic in parte Malinovskyi, per non parlare del covid. Questa stagione spero che le cose vadano meglio, e penso che l’esclusione dalle coppe possa ridarci l’immagine della vera Dea. Inoltre in pochi dei nostri andranno al Mondiale, quindi potrebbe esser un ulteriore vantaggio per noi.

Un pronostico: pensa che l’Atalanta possa tornare in Europa già da questa stagione?

Sì, penso che possano farcela quantomeno a raggiungere l’EL. L’anno scorso ci sono andati vicini, poi da aprile la Fiorentina, Lazio e Roma hanno spinto sull’acceleratore e ci hanno staccato. Penso che quest’anno Lazio e Fiorentina a causa delle coppe potrebbero perdere terreno in campionato, mentre la Roma con Mourinho rimarrà stabile tra quarto e quinto posto. Nel caso arrivassimo sesti, per me sarebbe un ottimo risultato, e se dovessimo raggiungere la semifinale di Coppa Italia, sarebbe ancor più bello. Gasperini ha un conto aperto con quella coppa, ci è andato vicino due volte, e speriamo che sia la volta buona.

 

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