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L'iniziativa

L’aeroporto si scopre anche spazio d’arte e accoglie le opere dell’Accademia Carrara fotogallery

All'interno della HelloSky Lounge: ci sarà un'alternanza dei quadri, per farne una preziosa vetrina delle esposizioni in corso al museo cittadino

Orio al Serio. Sei opere dell’Accademia Carrara in prestito all’aeroporto di Orio al Serio, per l’esposizione all’interno della HelloSky Lounge.

In vista di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, la pinacoteca cittadina e Sacbo, la società di gestione aeroportuale, hanno presentato un nuovo progetto espositivo inaugurato giovedì 21 luglio e che si estenderà fino al 26 febbraio 2023.

L’aeroporto, soglia di accesso internazionale, diventa così anche un luogo d’arte, attraverso la presenza delle opere e dunque il racconto dello straordinario patrimonio di Accademia Carrara, trasformando la sala lounge in uno spazio di bellezza, oltre che di relax, e invitando a proseguire il viaggio nelle sale del museo.

I sei dipinti selezionati, tra ritratti, paesaggi, nature morte, scene di genere, accompagnano i viaggiatori alla scoperta di storie di persone, luoghi, esperienze e di maestri quali Francesco Mantovano (Francesco Caldei) (1584 circa – 1674), Laura Bernasconi (1622 – 1675), Francesco Coghetti (1801 -1875), Costantino Rosa (1803 – 1878), Giuseppe Rillosi (1811 – 1884) e Giacomo Trécourt (1812 – 1882).

Con questo nuovo progetto, Accademia Carrara e Sacbo riavviano la collaborazione dopo Raffaello Fly Zone, evento performativo realizzato nel 2018 che ha reso i passeggeri di Bgy ambasciatori della mostra dedicata al maestro urbinate. Una sinergia rinnovata in vista della Capitale Italiana della Cultura 2023, che vedrà nello scalo aeroportuale un fondamentale punto di snodo per raggiungere le città di Bergamo e Brescia.

“Un progetto artistico in un luogo di transito, che svolge la funzione di porta di accesso sul mondo, è un biglietto da visita che si aggiunge a quanto di bello e unico l’aeroporto di Milano Bergamo, affacciato sul magnifico skyline della città, può offrire – spiega il presidente Sacbo Giovanni Sanga – . Abbiamo scelto un modo, tra i tanti possibili, di far viaggiare l’arte. L’esposizione di opere che fanno parte del ricco patrimonio dell’Accademia Carrara è un invito a visitarne i percorsi pittorici e al tempo stesso un richiamo alle iniziative in calendario con l’appuntamento di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Siamo convinti che quanto viene proposto riceverà l’apprezzamento dei passeggeri che sostano nella HellokSky Lounge. Diamo così conferma del rapporto tra l’aeroporto e il territorio, che punta a valorizzare anche tanti elementi di pregio, rendendoli disponibili ai tanti viaggiatori che scelgono la nostra struttura aeroportuale. Ci saranno tante altre occasioni per far apprezzare al mondo intero i gioielli della comunità bergamasca”.

Grande entusiasmo anche da parte di Accademia Carrara, con la direttrice Maria Cristina Rodeschini che aggiunge: “La presenza di Accademia Carrara all’Aeroporto di Milano Bergamo sigla un’alleanza importante per entrambi. Ricordare al pubblico in transito attraverso delle opere l’esistenza della pinacoteca cittadina non può che essere inteso come un invito a recarsi al museo per godere di tutta la sua bellezza. L’aeroporto da tempo ambisce alla realizzazione di questo progetto che finalmente approda alla sua concretezza. La Carrara, per parte sua, si avvantaggia dell’attenzione di un vasto pubblico in continua crescita che ha scelto Bergamo e il suo aeroporto per la connessione con moltissime mete europee. La prima scelta dei dipinti è una rappresentazione di tutti i generi pittorici presenti nel museo. Nature morte agli estremi, al centro due vedute della città, un’opera femminile e un’altra realizzata da un allievo dell’Accademia Carrara. Ci sono molte storie rappresentate ed è significativo che in questo spazio non rimarranno fisse sempre le stesse opere ma ci sarà una turnazione, indicativamente a cadenza semestrale. Nella nostra idea, però, questa è una vetrina importante e vorremmo che diventasse un’anteprima delle esposizioni che si alterneranno in museo”.

Anche per il Comune di Bergamo l’occasione è ghiotta: “È un messaggio forte indirizzato a chi transiterà dall’aeroporto, cioè che Bergamo è una città di cultura e non solo per il titolo di Capitale 2023 insieme a Brescia – sottolinea con orgoglio l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti -. Ma perchè siamo una città che investe in cultura e l’Accademia Carrara è uno degli esempi più alti. Sponsorizziamo questo turismo culturale, chi arriva in città si ferma e visita i luoghi più significativi: aeroporto e Accademia sono due realtà internazionali che insieme raccontano un futuro nel quale la cultura sarà protagonista”.

A ospitare l’esposizione è, ovviamente, il colosso turco Tav Os, società alla quale, tramite GIS, è affidata la gestione della sala vip: “Stiamo sperimentando iniziative simili in altre sale lounge nel mondo – spiega Aylin Alpay, Chief marketing officer di Tav Os – Ogni anno negli aeroporti transitano milioni di persone, crediamo che permettere ai viaggiatori di incontrare l’arte possa aiutare a migliorare la loro esperienza di viaggio. Non vogliamo sale in cui si passa solo del tempo in attesa del proprio volo, ma dove si trascorra del tempo di qualità. Diamo la possibilità a tutti di incontrare la cultura del luogo, anche se durante la loro permanenza non hanno avuto l’occasione di visitare un museo. Soprattutto dopo la pandemia ci siamo concentrati sulla qualità del tempo delle persone: dove abbiamo già iniziato a fare esposizioni d’arte i viaggiatori hanno apprezzato parecchio”.

Le opere della Carrara in aeroporto
Giovanni Sanga, Maria Cristina Rodeschini, Nadia Ghisalberti e Aylin Alpay

Le opere esposte

1) Francesco Mantovano (Francesco Caldei)
(Mantova 1584 circa – Venezia 1674)

Composizione di fiori in un vaso blu

1640 – 1645 circa
olio su tela
dono Anna Maria Locatelli Moroni, 1982

Un bouquet floreale, composto con eleganza in un vaso blu istoriato all’antica, occupa tutto lo spazio della tela. L’accuratezza nella rappresentazione dei fiori – roselline, tulipani, giunchiglie, anemoni, narcisi, passiflora e giacinti – è tipico di Francesco Caldei, detto il Mantovano, artista attivo a Venezia, ma formatosi forse a Roma, come testimonia anche questa tela, che rivela l’influsso di Mario Nuzzi, grande protagonista della pittura di fiori nella Città Eterna.

2) Laura Bernasconi
(Roma 1622 – 1675)

Composizione di fiori in un vaso di terracotta

1640 – 1645 circa
olio su tela
dono Anna Maria Locatelli Moroni, 1982

Allieva a Roma di Mario Nuzzi, la Bernasconi si specializzò nel genere della natura morta floreale, anche se non dimostrò particolare inclinazione per le indagini botanico-scientifiche, ma più vicina all’esuberante gusto barocco. La pittrice, la cui figura è stata riscoperta soltanto recentemente, è capace di elevare una composizione floreale tradizionale, grazie al sapiente utilizzo di una tavolozza dalle belle tonalità delicate e luminose, con la predominanza di toni rosa, bianchi e rossi accesi.

3) Giacomo Trécourt
(Bergamo 1812 – Pavia 1882)

Una famiglia nel dolore

1837
olio su tela
dono Maria Ricotti Caleppio, 1908

Nato in una famiglia di modeste condizioni, Giacomo Trécourt studia all’Accademia Carrara sotto la guida di Giuseppe Diotti “diventando nel 1842 direttore della Civica Scuola di Pittura, di Pavia. L’impianto accademico del dipinto, perfettamente studiato nell’incastro delle figure, è vivacizzato da una pittura sensibile e luminosa, che dona in particolare all’anziano una notevole carica patetica e sentimentale.

4) Giuseppe Rillosi
(Bergamo 1811 – 1884)

Ritratto di Giuseppe Luzac

1851
olio su tela
dono Fanny Finardi Luzac, 1906

Rilosi fu allievo della Scuola di Pittura dell’Accademia Carrara. Attivo come restauratore e all’occasione mercante d’arte tra Bergamo e Milano, la sua notorietà è legata soprattutto alla specializzazione nel ritratto. A posare per lui in questo dipinto e Giuseppe Luzac, esperto di diritto civile e penale austriaco, autore di diversi saggi e compendi specialistici, che ricopri dal 1836 al 1843 la carica di Presidente del Tribunale di Bergamo.

5) Francesco Coghetti
(Bergamo 1801 – Roma 1875)

Veduta prospettica del chiostro di San Francesco a Bergamo

1818 – 1820 circa
olio su tela
deposito Comune di Bergamo, 1993

Il dipinto, copia di un’invenzione di Pietro Ronzoni, insegnante alla Scuola di pittura dell’Accademia Carrara, costituisce un unicum nella produzione di Coghetti. Nonostante il soggetto – che raffigura un luogo tipico della Bergamo dell’Ottocento, oggi sede del Museo delle Storie – nell’opera si ritrovano l’eloquenza classica e la gestione armonica di luci e colori che hanno reso celebre l’artista nella produzione sacra e ritrattistica.

6) Costantino Rosa
(Bergamo 1803 – 1878)

Veduta della piazza Grande di Bergamo

1833
olio su tea
deposito Comune di Bergamo, 2015

Esperto ed affermato pittore di paesaggio, Rosa fornisce una personale interpretazione della piazza Vecchia, allora piazza Grande in Bergamo alta, soggetto frequente nella tradizione vedutista bergamasca dell’Ottocento. La raffigurazione è vivacizzata infatti da passanti e venditori che trasformano la rigorosa veduta architettonica in una vera e propria scena di costume, un notevole spaccato diurno della vita della città ottocentesca.

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