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Fim cisl bergamo

“Il salario minimo peggiora le condizioni”, per i lavoratori è meglio la garanzia dei contratti

Ricerca di FIM CISL Bergamo sulle retribuzioni dei metalmeccanici. Nieri: “Contrattazione nazionale e territoriale argine contro i bassi salari”

“Da qualche tempo in Italia, si è sviluppata la necessità nella società politica e civile di trovare un elemento di equità tra la persone, e si sono individuati i salari dignitosi, però credo che la strada che oggi sta diventando la più affollata non sia anche quella più corretta”. Luca Nieri, segretario generale della Fim Cisl Bergamo, entra nel dibattito sul salario minimo forte dei dati che una ricerca condotta dal sindacato dei metalmeccanici di via Carnovali ha saputo fornire.

Il lavoro povero è sicuramente un caposaldo dell’emergenza salari.  Se si prendono a riferimento i 9 euro lordi con il progetto di legge da tempo all’esame del Senato, però, si scopre che molti CCNL superano ampiamente la soglia fatidica. Dalla ricerca FIM si evince che nel settore metalmeccanico la contrattazione collettiva fornisce risposte puntuali in termini di salario, e a queste vanno aggiunti tutti gli elementi economici aggiuntivi e di carattere normativo che sempre di più caratterizzano la contrattazione dei sindacato confederale e offrono garanzia, tutela e dignità a tutti i lavoratori.

“L’applicazione dei contratti “buoni”, quelli sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, rappresenta la garanzia migliore della tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e la sua possibilità di crescita e di distribuzione . Lo sanno bene i metalmeccanici che hanno rinnovato tutti i contratti nazionali nel 2021 e hanno determinato le condizioni per contrastare le perdite generate dalle fiammate inflazioniste”.

“Ma soprattutto nella ricerca che abbiamo svolto – continua Nieri – acquisisce un ruolo fondamentale non solo la contrattazione nazionale, ma anche quella di secondo livello, che costituisce elemento significativo di aumento del reddito e delle tutele per i lavoratori stessi, quindi redistribuzione di produttività e ricchezza svolta nei luoghi di lavoro”.

In provincia di Bergamo, la retribuzione media di un operaio metalmeccanico “protetta” dal CCNL ha un costo orario di 11,86 euro per un nuovo ingresso e di  14,36 euro per un lavoratore con 11 anni di anzianità. A queste cifre, poi, vanno aggiunte le quote di retribuzioni indirette e differite (tredicesima  e eventuale quattordicesima, il TFR e i vari benefit legati al welfare). Ma se poi si analizzano le realtà “tipiche” della provincia, dove una contrattazione aziendale “massiva” ha condotto a risultati tangibili, la situazione se possibile migliora: in aziende campione del settore valvole, in classe dimensionale tra i 200 e i 300 dipendenti,  il costo orario varia dai 14,69 euro del neo assunto ai 17,65 del lavoratore esperto. In questo settore, la contrattazione di secondo livello ha portato anche integrazioni normative quali il trattamento migliorativo per le trasferte, maggiorazioni aggiuntive per secondo e terzo turno, ore aggiuntive di permessi per visite mediche, maggiorazioni aggiuntive per il turno notturno, il gettone per il turno di notte e per il mancato utilizzo della mensa.

In un’azienda tipo del settore Elettromeccanico con oltre 500 dipendenti, il costo orario va dai 14,46 ai 16,99. In più, è prevista l’Indennità per la mancata mensa durante il turno notturno, l’Assicurazione extra-professionale e COVID, Permessi aggiuntivi per visite mediche illimitati, trattamento migliorativo sul turno notturno e gli straordinari del sabato, welfare aggiuntivo per la nascita dei figli e permessi aggiuntivi per il diritto allo studio.
Altra azienda campione nella ricerca FIM CISL di Bergamo, (settore Automotive, classe dimensionale maggiore di 500 lavoratori): qui il costo orario è di 16,23€ per un nuovo entrato e di 19,18€ dopo 11 anni. La trattativa interna per il premio di risultato ha comportato, fra l’altro, che la quantità di turni notturni fatti incida anche su tredicesima e TFR, e se il numero di assenze è basso, il premio presenza potrebbe aumentare.

“È evidente che la scelta si deve orientare, come sostenuto da Orlando, nel prendere a riferimento i contratti nazionali siglati dai sindacati e associazioni datoriali maggiormente rappresentative, mettendo al sicuro i lavoratori in termini salariali e di tutele, stanando sindacati di comodo e associazioni farlocche , limitando il dumping contrattuale: in molte realtà, anche in provincia, vengono utilizzati per fare concorrenza sleale contro chi applica CCNL dignitosi. Bisogna insistere con forza su questa strada – conclude Nieri -: si dà dignità ai lavoratori e soprattutto svolgendo rinnovi in tempi previsti a ridosso delle scadenze, si dà anche risposta alla tenuta del potere d’acquisto delle retribuzioni. Anche se su questo argomento un intervento governativo sul cuneo fiscale è fondamentale: lo chiediamo da anni”.

La ricerca della FIM è stata presentata durante il consiglio generale di Bergamo, al quale ha partecipato anche il segretario nazionale Ferdinando Uliano.

“Il salario minimo dei metalmeccanici a livello nazionale ha una media di 17,50€ – ha detto il sindacalista. È questo il riferimento con cui fare i conti. Il tema della difesa del potere d’acquisto è ben inserito nel CCNL, e questa partita passa da una buona estensione della contrattazione e attraverso scelte che riguardano la diminuzione del carico fiscale e da interventi ben più robusti del bonus da 200€”.

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