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Verdellino

Dramma Maier Cromoplastica: l’azienda ha annunciato la chiusura

Da lunedì saranno messi in atto scioperi articolati e sarà mantenuto il presidio con l’intento di impedire alla proprietà di svuotare il sito produttivo

Verdellino. Niente di positivo dalla riunione dei sindacati con i rappresentanti della Maier Cromoplastica: i rappresentanti dello stabilimento di Verdellino hanno infatti comunicato alla delegazione di Fim Fiom e Uilm la scelta di mettere in liquidazione la società e la nomina dei liquidatori che entreranno in carica fra una settimana.

“Purtroppo la società non ha dato altre informazioni rimandando il tutto  a quando i liquidatori si saranno insediati “, commenta Mirco Locati, di Fim Cisl Bergamo.

Presso i cancelli dell’azienda si è tenuta un’assemblea sindacale nella quale i lavoratori hanno espresso tutta l’amarezza della situazione e la rabbia per il mancato riconoscimento alla disponibilità, che i dipendenti hanno sempre dimostrato alla proprietà in tutti questi anni. “Si aspettavano un atteggiamento differente e una maggiore disponibilità al dialogo”.

Per questo l’assemblea ha deciso di proseguire fino a domenica con il presidio “h24” e poi da lunedì saranno messi in atto scioperi articolati e sarà mantenuto il presidio con l’intento di impedire alla proprietà di svuotare il sito produttivo.

“Fim Cisl ritiene la scelta aziendale un errore e chiede un ripensamento per salvaguardare la piena occupazione e il mantenimento del sito produttivo, pensando alle 92 famiglie che oltre ad un danno economico avranno anche un contraccolpo morale e familiare – continua Locati. Inoltre la chiusura di questa realtà produttiva   avrà delle ricadute sul tessuto sociale del territorio. Alla politica chiediamo di aiutare i lavoratori in questa vertenza e di trovare soluzioni atte a non avere perdite occupazionali. Al tavolo provinciale di crisi – conclude l’operatore Fim Cisl – tutti si sono spesi in un accorato sostegno morale. Oggi chiediamo un impegno fattivo per dare delle risposte concrete alle famiglie coinvolte”.

“Riteniamo quella della proprietà una scelta inaccettabile  – aggiunge la Fiom CGIL – che se portata fino in fondo avrà ricadute sociali molto pesanti. Il nostro obiettivo resta il mantenimento dell’occupazione, anche con l’eventuale subentro di altre società interessate a rilevare l’attività produttiva oppure a reindustrializzare il sito. Questo è l’ennesimo esempio di una multinazionale che si disimpegna nel nostro territorio, non curandosi delle conseguenze. Alle istituzioni e alla politica tutta chiediamo un impegno concreto per una soluzione positiva di questa vertenza, che vada oltre le attestazioni di solidarietà già arrivate in questi giorni”.

Sconforto anche tra le fila dei parlamentari bergamaschi del Partito Democratico: “La decisione della multinazionale spagnola Maier di mettere in liquidazione e cessare l’attività del sito produttivo di Verdellino è sconcertante e inaccettabile – sottolineano Antonio Misiani, Elena Carnevali e Leyla Ciagà – La nostra solidarietà va alle lavoratrici e ai lavoratori, verso i quali l’azienda si è comportata in modo inqualificabile. Come parlamentari del Partito Democratico abbiamo depositato nei giorni scorsi interrogazioni alla Camera e al Senato e abbiamo preso contatto con il Ministro del lavoro Andrea Orlando, che incontrando ieri la Ministra del lavoro spagnola Yolanda Diaz ha espresso forti preoccupazioni per il futuro della Maier e ha sollecitato l’attivazione di un confronto tra l’azienda, i sindacati e le istituzioni. Il nostro impegno proseguirà nei prossimi giorni. La chiusura dell’azienda di Verdellino cancellerebbe 92 posti di lavoro, con pesanti ricadute sulle famiglie interessate e sul territorio. È necessario scongiurarla, attivando i percorsi di confronto con le organizzazioni sindacali e gestione delle crisi aziendali a livello regionale e ministeriale e utilizzando tutti gli strumenti alternativi a disposizione”.

“La scelta della multinazionale Maier di cessare l’attività del sito di Verdellino è molto grave, ancor più se tenuto conto dell’incontro di lunedì in Provincia, al quale l’azienda non si è presentata – aggiungono i parlamentari leghisti Simona Pergreffi, Alberto Ribolla e Daniele Belotti – Purtroppo questa è solo la premessa di ciò che potrebbe accadere sul nostro territorio per il comparto dell’automotive a causa delle assurde decisioni prese in Europa in merito alla messa al bando dei motori termici dal 2035. Esprimiamo la nostra solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dell’azienda. Abbiamo già preso contatti con l’assessore regionale alle attività Produttive Guido Guidesi che si sta attivando per convocare al più presto l’azienda a un tavolo in Regione, viste anche le agevolazioni regionali di cui il gruppo Maier ha usufruito. Inoltre abbiamo contattato anche il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti per rappresentargli questa crisi che investe ben 92 famiglie bergamasche”.

Del caso si sta occupando anche la Provincia di Bergamo: “Non possiamo che ribadire la solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori e confermare l’intenzione di seguire da vicino l’evolversi della vicenda, riconvocando a breve il tavolo di crisi come già annunciato lunedì – spiega il presidente Pasquale Gandolfi -. Ora che abbiamo potuto apprendere le intenzioni dell’azienda siamo a disposizione sia come ufficio Presidenza che come area Mercato del lavoro per garantire la realizzazione di tutte le iniziative possibili a sostegno dei dipendenti. Siamo in contatto costante con i rappresentanti sindacali e con la Regione Lombardia e ci adopereremo per dare il massimo aiuto ai lavoratori, alle lavoratrici e alle famiglie coinvolte”.

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