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L'intervista

Omicron 5, Ariela Benigni: “I vaccini attuali danno buona protezione dalla malattia grave”

La ricercatrice dell’Istituto Mario Negri si esprime in merito alla nuova sottovariante del virus da Covid-19

“Omicron 5 tende a eludere l’azione degli anticorpi neutralizzanti, ma i vaccini autorizzati dall’Ema – che abbiamo attualmente a disposizione – riescono a fornire una buona protezione dalla malattia in forma grave”. Così la dottoressa Ariela Benigni, dell’Istituto Mario Negri, si esprime in merito alla nuova sottovariante del virus da Covid-19, che viene indicata con la sigla BA.5.

La contagiosità è molto elevata: negli ultimi giorni i dati relativi all’andamento della pandemia evidenziano un aumento dei contagi, che invita a non abbassare la guardia nelle situazioni di affollamento.

Dottoressa Benigni, com’è la situazione?

Al momento circa il 40% dei contagi in Italia vengono attribuiti a Omicron 5, che sta diventando la variante prevalente nel nostro Paese. Si contraddistingue per l’elevata infettività: secondo i dati disponibili, è il virus più contagioso che abbiamo conosciuto finora. Questa caratteristica dipende dal fatto che contiene due mutazioni: una, in particolare, si chiama L452R riguarda la proteina Spike e permette al virus di entrare più facilmente nelle cellule, cioè di infettare l’organismo. E’, quindi, dotata di una maggior trasmissibilità. Grazie ad altre mutazioni, inoltre, la sottovariante BA.5 si riproduce più facilmente delle altre Omicron molto di più di BA.2 da cui deriva.

Ci spieghi

Gli studi recenti sulla trasmissibilità di Omicron 5 hanno evidenziato che ogni individuo che ne è colpito può infettare fino a 15 -17 persone. Per capire le proporzioni, con il virus di Wuhan il rapporto è di 2,5 contagiati da ogni individuo positivo, mentre per la Delta 7 contagiati da un soggetto positivo. Per il virus del morbillo, che prima della diffusione di BA.5 era ritenuto più infettivo, il rapporto è di 15 contagiati da un singolo individuo positivo. Questa nuova variante di SARS-CoV-2 nel mondo si è diffusa in modo diverso: a incidere sono molteplici variabili come l’età della popolazione e la percentuale dei vaccinati. Può colpire tutti, sia i giovani sia gli anziani, ma questi ultimi sono maggiormente a rischio. Va considerato, inoltre, che possono ammalarsi anche i bambini.

Potrebbe tracciare una panoramica?

Negli Stati Uniti, dove Omicron 5 al momento è la variante prevalente, si sono verificati 13,5 milioni di contagi tra i bambini di cui 8.500 hanno sviluppato la sindrome infiammatoria multisistemica legata al Covid-19, 40mila sono stati ospedalizzati e mille sono morti. Non sono pochi se pensiamo che i decessi per la comune influenza sono stati 118. I numeri, quindi, evidenziano che rispetto alle forme influenzali la variante Omicron comporta maggiori rischi. Alla luce di questi dati, negli Stati Uniti la Food and Drug Administration, ossia l’agenzia che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici, ha autorizzato la vaccinazione nei bambini dai sei mesi ai cinque anni d’età. A loro viene somministrato Pfizer o Moderna, con dosi inferiori rispetto a quelle somministrate agli adulti: il primo vaccino prevede tre dosi, mentre il secondo due.

All’aumento dei contagi, fortunatamente, non corrisponde una crescita dei ricoveri

Si, al momento i posti in terapia intensiva occupati in Italia sono al 3%, mentre quelli nei reparti ordinari ammontano al 10,3%. Le ospedalizzazioni hanno fatto rilevare un piccolo incremento, ma sicuramente è inferiore a quello dei contagi. Il grado di rischio dipende dallo stato di salute del singolo individuo: un paziente fragile ha maggiori probabilità di sviluppare la malattia in forma severa. Le persone che hanno effettuato la vaccinazione con tre dosi, utilizzando i vaccini autorizzati dall’Ema – quelli disponibili finora in Italia – hanno una buona protezione rispetto al rischio di ammalarsi gravemente anche con Omicron 5. Dal punto di vista clinico non si stanno riscontrando molti casi di polmoniti interstiziali e i casi più gravi riguardano prevalentemente individui affetti da altre patologie e anziani.

Che tipo di protezione riescono a fornici gli attuali vaccini rispetto a Omicron 5?

Uno studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine evidenzia che la capacità degli anticorpi di neutralizzare Omicron 5 è molto attenuata rispetto alla capacità di neutralizzare le altre varianti. Gli anticorpi di chi ha effettuato due dosi di vaccino e il booster (richiamo) hanno una capacità di neutralizzare Omicron 5 inferiore di 21 volte rispetto alla variante di Wuhan e di 18 volte per chi ha effettuato la vaccinazione e ha avuto il Covid-19 (immunità ibrida). Gli attuali vaccini sono stati disegnati su quest’ultima variante e man mano se ne sviluppano di nuove, l’efficacia degli anticorpi si riduce. La ridotta capacità degli anticorpi indotti dalla vaccinazione o da immunità ibrida di antagonizzare Omicron 5 spiega perché è possibile che questa variante possa re-infettare le persone che hanno avuto Omicron 1 o Omicron 2.

La situazione è allarmante?

Va monitorata. Il consiglio è di stare lontano da assembramenti, indossare la mascherina nei luoghi affollati e lavarsi le mani frequentemente, ossia le precauzioni che abbiamo imparato a osservare in questi due anni di pandemia.

Quali sono i sintomi dell’infezione da Omicron 5?

Sono vari, i più comuni febbre, raffreddore e mal di gola.

Per concludere, potrebbe essere utile una quarta dose di vaccino per tutti?

Ora sicuramente è consigliata ai più fragili (pazienti immunocompromessi e trapiantati) e agli anziani. Può essere utile per i bambini, per il resto della popolazione occorrerà aspettare il vaccino autunnale che dovrebbe tenere conto della variante Omicron 1. Proprio la settimana scorsa la Food and Drug Administration ha suggerito alle aziende di creare un vaccino costituito da due parti per la campagna di richiamo autunnale. Una parte del vaccino sarà la formula originale, basata sulla versione del virus che si è diffusa a livello globale all’inizio del 2020. L’altra parte sarà basata sulle sottovarianti di omicron BA.4 e BA.5 diffuse al 50% negli Stati Uniti. Vedremo cosa riusciranno a produrre.

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