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Salute

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Piante e fiori: quali reazioni possono causare?

Come ci spiega la dottoressa Maria Michela Lauriola, dermatologa del Policlinico San Marco, che da anni si occupa di dermatologia allergologica con particolare riguardo agli aspetti diagnostici e terapeutici delle dermatiti da contatto e dermatiti atopiche

Con la bella stagione viene voglia di immergersi nella natura. Anche piante e fiori però possono nascondere delle insidie. Le sostanze vegetali derivanti da piante, fiori, erbe, pollini e quelle contenute in frutta, verdura, spezie ed essenze naturali, infatti possono essere causa di patologie dermatologiche e non solo. Come ci spiega la dottoressa Maria Michela Lauriola, dermatologa del Policlinico San Marco, che da anni si occupa di dermatologia allergologica con particolare riguardo agli aspetti diagnostici e terapeutici delle dermatiti da contatto e dermatiti atopiche.

Orticaria e dermatiti, le patologie della pelle più comuni
Piante e fiori possono causare rinocongiuntivite, asma, orticaria e anche dermatite da contatto.
Dal punto di vista dermatologico, in particolare, le problematiche più frequenti sono:
-l’orticaria da contatto diretta (non immunologica, mediata da rilascio di sostanze come l’istamina), come per esempio quella da ortiche, e quella con meccanismo immunologico, che richiede una sensibilizzazione preliminare e la produzione di anticorpi;
-le dermatiti da contatto con specie vegetali o fitodermatiti, che possono essere irritative ed allergiche. Le forme irritative sono quelle causate da agenti meccanici, come schegge e spine di cactus, rose e biancospini, oppure da agenti chimici, come nel caso della “daffodil dermatitis” (dermatite da narcisi) provocata dai cristalli di ossalato di calcio presenti nella linfa. Nelle forme allergiche da ipersensibilità ritardata, caratterizzate dalla comparsa di eczema, invece, l’identificazione dei vegetali come agenti eziologici (cioè che ne sono la causa) spesso è difficile.

Piante e sole: un’accoppiata pericolosa
“Piante e sole possono essere un’accoppiata pericolosa e causare le cosiddette fitofotodermatiti, il cui tipico esempio è la dermatite striata pratense che si manifesta tra coloro che prendono il sole sull’erba dei prati nei mesi estivi” sottolinea la dottoressa Lauriola “Generalmente le fitofotodermatiti sono di natura fototossica (la reazione locale indotta dalla sostanza tossica si determina in seguito all’esposizione alla luce solare) per la presenza, in numerose piante, di sostanze fototossiche come le furocumarine. Piante tipicamente fototossiche sono la maggior parte delle Compositae (crisantemo, assenzio, cardo selvatico, verga d’oro), ma anche le carote, il prezzemolo ed il sedano. Altro esempio tipico è la fotodermatite da Ficus carica, indotta da furocoumarine presenti nella linfa. Sono possibili anche quadri di fotoallergia da contatto”.

Dermatite da contatto, attenzione a queste piante
Per quanto riguarda i fiori, quelli che più frequentemente causano allergie da contatto sono gli appartenenti alle famiglie delle Compositae (crisantemo, gerbera), Alstroemeniaceae (alstroemeria), Liliaceae (tulipano, giacinto), Amaryllidaceae (narciso), Primulaceae (primula obconica).  “L’esposizione ai fiori ornamentali è comune nella popolazione generale, ma le segnalazioni di dermatite allergica da contatto sono generalmente professionali. Le categorie più a rischio di dermatite delle mani sono i coltivatori, i fioristi e i decoratori floreali, perché hanno contatti prolungati e ripetuti con foglie, stelo e linfa” spiega la dermatologa.

Attenzione anche a pesticidi e insetti delle piante
Oltra alle piante e fiori in sé, il pericolo può nascondersi anche nei pesticidi, negli insetti e nei parassiti delle piante che possono essere causa di dermatiti, con manifestazioni cutanee come eczemi, eritemi e pomfi.

Come riconoscere l’allergia a piante e fiori
“La diagnosi di allergia si basa sulla storia clinica, sugli esami ematici (RAST) e sui prick test (SPT) con estratti vegetali per le allergie di ipersensibilità immediata (IgE mediate) e sui patch test con i componenti della pianta o con appositi estratti per le allergie di tipo ritardato – spiega la dottoressa Lauriola. “In quest’ultimo caso serve però esperienza da parte del dermato-allergologo nel saper riconoscere le possibili reazioni irritative da quelle davvero allergiche

Le strategie per prevenire problemi

“Per la popolazione generale, è sufficiente usare alcune accortezze durante la vita all’aria aperta (come evitare di toccare piante non ben identificate, di esporsi al sole sdraiati nell’erba…) e durante i lavori di giardinaggio (usare i guanti e lavare sempre le mani dopo aver maneggiato le piante)” suggerisce la dermatologa “Per le categorie professionali a contatto con piante e fiori (coltivatori, vivaisti, fioristi e decoratori floreali), invece, è necessario utilizzare costantemente gli idonei dispositivi di protezione individuale (guanti, maschere…) e segnalare precocemente eventuali problematiche cutanee o generali a sospetta genesi lavorativa”. 

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