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L'intervista

Il pianista cubano Omar Sosa a Bergamo: “Suono la libertà”

“Ho sempre fatto esperienze fantastiche a Bergamo Jazz, uno dei migliori festival di jazz in Italia – dice Sosa – Quest’anno torno da voi insieme ad Ernesttico un musicista strepitoso”

Bergamo. Sarà Omar Sosa, celebre pianista cubano, nominato sette volte ai Grammy, ad animare il cuore dell’estate al Lazzaretto di Bergamo. Venerdì primo luglio, dalle ore 21.30, si ballerà a ritmo di musica cubana, africana, jazz ed elettronica all’evento straordinario organizzato da Bergamo Jazz. E nessuno potrà stare fermo.

Spagnolo, inglese e un po’ di italiano. Quest’ultimo imparato dal suo grande amico Paolo Fresu, già direttore di Bergamo Jazz nelle passate edizioni. Sosa parla la lingua universale dei musicisti jazz dove la contaminazione è la regola. “Mi piace molto l’Italia, soprattutto il cibo”, dice al telefono Sosa. Sta parlando dalla Germania, dove si trova per lavoro, ma pensa già a Bergamo.

“Ho sempre fatto esperienze fantastiche a Bergamo Jazz, uno dei migliori festival di jazz in Italia – dice Sosa – Quest’anno torno da voi insieme ad Ernesttico un musicista strepitoso”.

Ernesttico, nome d’arte di Ernesto Rodriguez, che risiede da diverso tempo nel nord Italia, è uno dei migliori percussionisti al mondo secondo il pianista cubano. Stessa patria, stessa scuola – il conservatorio di Havana – , stesso cuore. Insieme i due connazionali sono il duo B-BLACK.

“B-BLACK non è solo il nostro nome, è filosofia da cui nasce la nostra musica – spiega Sosa – Nelle nostre improvvisazioni siamo liberi di esprimere, chi siamo e da dove veniamo. In B-BLACK vivono la nostra libertà, le nostre origini”.

Omar, ci ha presentato il suo compagno di viaggio. Che cosa dobbiamo aspettarci dal B-BLACK in azione sul palco?

Le persone dovranno passare una bella serata. L’idea è dare alla gente speranza, ottimismo e “good time”, soprattutto dopo il peridio che tutti abbiamo vissuto. È anche questo il nostro compito: distaccare le persone dai problemi della vita, far in modo di stare bene tutti insieme. Questo senza distinzione di origine: siamo tutti umani e tutti moriremo. Non siamo forse uguali? Siamo una cosa sola. Questa è l’idea che io ed Ernesttico, uno dei migliori percussionisti con cui abbia mai suonato, porteremo sul palco con la nostra musica.

Nella sua arte ascoltiamo diversi generi: musica cubana, africana, classica, il ritmo di bolero. Come riesce a unire storie e cultura differenti?

Non è difficile mettere insieme genere diversi se conosci, studi e rispetti la tradizione. Conoscere la tradizione vuol dire far parte di questa. Solo così puoi includere nelle tue esecuzioni generi e stili differenti. E l’esecuzione sarà piena di differenza. Per questo adoro suonare la classica, come adoro suonare il jazz.

In un’intervista lei ha detto: “Innovazione e tradizione per me sono la stessa cosa. E sempre sarà così. Per fare nuova musica, devi conoscere quella antica”. Da dove trae nuova ispirazione per la sua musica?

Arrivo a trovare la mia musica in modo naturale. La tradizione è fondamentale per l’ispirazione. È come l’acqua per il nostro corpo. Noi siamo qui perché altri nel passato hanno vissuto, fatto, operato in un certo modo. Noi, uomini e donne del presente, dobbiamo raccogliere la loro eredità. Dobbiamo imparare come hanno fatto i nostri antenati per creare nuova musica. Ho la prova di questo ai miei concerti: quando vedo giovani di vent’anni saltare e commuoversi. Questo dimostra che la musica è per tutti e questa dev’essere la nostra missione.

Lei ha una lunga relazione con l’Italia. Qual è la cosa che ama di più?

L’Italia è uno dei paesi più interessanti e più belli del pianeta. Ogni cosa di questo paese parla di bellezza. E non solo nella musica. Pavarotti, Bellini, Michelangelo, Leonardo Da Vinci. Le persone italiane hanno in loro l’eredità di questi giganti. E non è un caso se gli italiani condizionano ancora oggi il modo in cui mangiamo, il modo in cui ci vestiamo, le architetture delle nostre città… Insomma, l’Italia è l’Italia. Per fortuna!

Paolo Fresu ha un legame speciale con Bergamo e con il Festival. Chi è per lei Fresu?

Paolo è un uomo fantastico e un grande musicista. Abbiamo in comune molte cose, tra cui il fatto di essere entrambi nati su un’isola: io a Cuba e lui in Sardegna. Suonare con lui vuol dire essere una squadra super unita. Quando siamo sul palco so che lui c’è con mente e corpo e la qualità della musica si sente. Abbiamo vissuto molte esperienze insieme, in giro per il mondo. Per me Paolo è un vero amico.

INFO E ACQUISTO BIGLIETTI

Biglietteria Fondazione Teatro Donizetti

Tel. 035. 4160601/602/603

da martedì a sabato dalle ore 13.00 alle ore 20.00

vendita online

www.vivaticket.com/it

Vendita presso Lazzaretto:

venerdì 1° luglio dalle ore 19.30

www.teatrodonizetti.it

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