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Calciomercato

Atalanta, quale futuro sulle fasce? Zappacosta pare l’unico intoccabile, pronta la rivoluzione degli esterni

Pezzella rientra al Parma, Hateboer e Mæhle hanno mercato: il club valuta le alternative, ma per ora i profili sondati presentano una serie di complicazioni

Per anni hanno fatto le fortune dell’Atalanta, centrali nell’idea di calcio di Gian Piero Gasperini: gli esterni a tutta fascia, o i “quinti” come li chiamano i tecnici, sono sempre stati tra i gioielli più splendenti e invidiati della formazione nerazzurra e non è un caso se molti di loro hanno spiccato poi il volo verso lidi più blasonati.

Che Gasperini volesse delle certezze in quei ruoli per il suo 3-5-2 è stato chiaro sin dalla prima annata e alle spalle di quelli che si sono rivelati suoi fedelissimi, nel susseguirsi delle stagioni, si sono alternati in tantissimi.

In principio furono Andrea Conti e Leonardo Spinazzola, primi eccellenti interpreti dei dettami tattici del tecnico piemontese: 35 presenze e 8 gol il primo, poi passato al Milan, 32 gettoni e zero marcature per il secondo, comunque artefice di una stagione clamorosa conclusa col quarto posto in campionato. Alle loro spalle Dramè, per la corsia di sinistra, Konko, Hateboer e Raimondi per quella di destra.

Nella stagione successiva, 2017-18, la batteria forse più completa che oggi, col senno di poi, sarebbe davvero clamorosa: Gosens e Spinazzola a sinistra, Hateboer e Castagne dalla parte opposta.

Con Spinazzola rientrato alla Juve al termine dell’annata, a chiudere il buco “numerico” arrivò Reca: con un Gosens diventato già insostituibile e Castagne capace di interpretare egregiamente il ruolo su entrambe le corsie, il polacco era però riuscito a ritagliarsi solamente cinque presenze e aveva poi iniziato il suo peregrinare in prestito che lo ha portato a Spal, Crotone e Spezia.

Nel 2019-20 sempre Gosens, Hateboer e Castagne a farla da padroni: con tre competizioni e la volontà di rimanere tra le grandi, la rosa venne ampliata con gli arrivi di Arana (prestito rescisso a gennaio), Czyborra e Bellanova (arrivati a gennaio) che, valutati dal tecnico, metteranno assieme complessivamente solo 6 presenze.

Anno nuovo, nuova partenza eccellente: Castagne vola a Leicester per un’offerta irrinunciabile, Gosens e Hateboer sono sempre più insostituibili. Mojica e Depaoli durano giusto il tempo tra la fine della sessione “estiva” e quella invernale di calciomercato, dove arriverà il vero sostituto del belga: Joakim Mæhle, infatti, troverà subito spazio, collezionando 25 presenze in metà stagione. È l’anno del debutto di Matteo Ruggeri, prodotto del vivaio, che per la sua prima si ritrova in campo contro il Liverpool in Champions League.

E si arriva  al campionato concluso da poco, con Gosens praticamente sempre in infermeria fino al passaggio all’Inter a gennaio, Hateboer e Mæhle a rendimento alterno, Pezzella spesso al centro delle critiche e Zappacosta che, forse un po’ a sorpresa date le aspettative con le quali aveva fatto ritorno a Bergamo, alla prova dei fatti è risultato essere il miglior esterno.

È stata, questa, la prima stagione nella quale i “quinti” hanno sofferto di più e più hanno faticato ad imporsi: calo fisiologico? Contromosse avversarie più efficaci rispetto al passato? Fatto sta che la minore incisività sugli esterni ha determinato anche una maggiore prevedibilità in fase offensiva, con conseguente crollo del dato dei gol segnati: 65 in campionato, contro i 90 della stagione precedente e i 98 di quella prima ancora.

Non sorprende, quindi, se in questa fase del calciomercato, ufficialmente chiuso fino all’1 luglio, i dirigenti nerazzurri guidati dal neo ds Tony D’Amico abbiano inserito tra le priorità quella di un restyling sulle fasce.

Pur avendo il colpo Ederson in chiusura dalla Salernitana (anche se mancano ancora alcuni dettagli) e un forte interesse su Andrea Pinamonti, nell’agenda trova spazio anche la necessaria valutazione sugli esterni oggi presenti in rosa.

Visto il ritorno (momentaneo) di Pezzella al Parma un innesto andrà fatto comunque e potrebbe anche essere la conferma di Ruggeri, dopo l’anno passato a Salerno. Per gli altri, invece, a non essere in discussione sembrerebbe il solo Zappacosta.

Da monitorare, infatti, le situazioni di Hateboer e Mæhle, col West Ham in particolare che ha messo gli occhi sul danese: almeno uno dei due potrebbe salutare, dando il via a un domino ad oggi imprevedibile.

Al momento tre le piste maggiormente battute, tutte però in salita per motivi differenti.

La prima, già quasi sfumata, quella che porta ad Andrea Cambiaso, esploso quest’anno in maglia Genoa alla sua prima esperienza in Serie A: coi rossoblu retrocessi è scattata la corsa all’esterno classe 2000, con l’Atalanta che si era mossa per tempo prima di veder piombare sul giocatore anche Juventus, che pare a un passo dal concludere l’affare, Inter, Napoli e Fiorentina.

La seconda è Nuno Tavares dell’Arsenal. Il portoghese, 22 anni, è arrivato a Londra un anno fa dal Benfica: prima stagione in Premier tra alti e bassi, ma i Gunners ci credono molto e sarebbero disposti al massimo a un prestito con diritto di riscatto a cifre (40 milioni) ben lontane dai parametri nerazzurri.

Terza via, infine, una vecchia conoscenza: Manuel Lazzari. Il profilo del terzino della Lazio corrisponde esattamente alla tipologia di giocatore che fa al caso di Gasperini: già pronto e rodato sulla Serie A, perfetto da esterno destro in un 3-5-2 come ha ampiamente dimostrato in maglia Spal e con quella biancoceleste con Inzaghi in panchina. Nell’ultima stagione, con l’arrivo di Sarri, ha dovuto fare i conti con un arretramento sulla linea difensiva, ma nella seconda parte del campionato ha dimostrato anche ai più scettici di poter ricoprire quella posizione con risultati egregi: un motivo in più per rendere la separazione più complicata rispetto a 12 mesi fa, quando l’Atalanta si fece avanti per la prima volta sperando in un’incompatibilità tattica col nuovo modulo imposto dall’ex allenatore di Napoli, Juventus e Chelsea.

Difficile, dunque, che la Lazio possa accettare di privarsi ora del suo esterno, anche in un ipotetico “scambio” con Carnesecchi, altra trattativa tra le due società che fatica a decollare nonostante i frequenti colloqui.

Rimane sullo sfondo un’ultima opzione, quella praticata finora dall’Atalanta: il nome nuovo, insospettabile, pescato in campionati minori e plasmato a piacere dal Gasp. È stato sempre il modus operandi di Giovanni Sartori, oggi al Bologna: vedremo se sarà anche una carta nel mazzo di Tony D’Amico.

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