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Inclusione

Il Rugby Treviglio apre le porte ai ragazzi con disabilità cognitiva fotogallery

Il responsabile tecnico della sezione mini-rugby: "Lo sport è un ottimo strumento di educazione e inclusione sociale. Per questo gli allenamenti non sono differenziati ma si condividono spogliatoio, campo e attività con i compagni"

Treviglio. Allenamenti inclusivi per educare alla diversità: questa la proposta di Rugby Treviglio che, da poco più di un mese, ha aperto le porte a ragazzi con disabilità cognitiva.

“L’idea – dichiara Vincenzo Cavalieri, responsabile tecnico della sezione minirugby – era nell’aria da tempo, ma tutto è partito grazie a un atleta della prima squadra, conoscente del padre di un ragazzo disabile, che gli ha suggerito di farlo venire a provare”.

Cavalieri, 30 anni, risiede a Brescia, dove collabora con due associazioni sportive per ragazzi diversamente abili, ed è tecnico nazionale della disciplina del rugby per Special Olympics. Lo sport è un ottimo strumento di educazione e inclusione sociale. Per questo, gli allenamenti del Rugby Treviglio non sono differenziati ed esclusivi solo per ragazzi con disabilità cognitiva, ma permettono loro di condividere spogliatoio, campo e attività con i compagni.

“È giusto che sia così: senza un ‘me’, un ‘te’, un ‘voi’, ma solo un grande e unico ‘noi’ – commenta Cavalieri –. Lavoriamo con il cuore perché questa diventi la nuova normalità. La diversità è ricchezza. E lo è non solo per i ragazzi diversamente abili, ma anche – e forse soprattutto – per i compagni. Non tutti sono educati a rispettare le differenze, accettando e sostenendo le difficoltà dell’altro. Il nostro obiettivo principale è quello di insegnare loro valori estremamente importanti che speriamo li accompagneranno sempre”.

Nella mattinata di domenica 19 giugno, si è tenuta la festa di fine anno della società trevigliese: un momento di pura condivisione e divertimento. Oltre agli atleti di diverse età, sono scesi in campo anche i genitori. Bambini, ragazzi e adulti si sono cimentati in vari minigiochi e mini-sport distribuiti su cinque postazioni.

Successivamente, c’è stata un’inversione dei ruoli e mentre i genitori si sono cimentati nella disciplina del rugby, i ragazzi sono rimasti a guardare e tifare, prima di tornare a giocare tutti insieme. L’evento si è concluso, come vuole questo sport, con il terzo tempo.

E tra i sorrisi di tutti i presenti, sotto un tendone al riparo dal sole cocente e da qualsiasi pregiudizio. Perché la diversità ha un valore inestimabile. E quanto è bello saperlo riconoscere…

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