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Bergamo

Il monito di Ats: “Contagi in risalita, bisogna accelerare con le quarte dosi”

Alberto Zucchi, direttore del servizio di epidemilogia, traccia il punto della situazione di Bergamo e provincia

Bergamo. L’indice Rt, che descrive il tasso di contagiosità del coronavirus Sars-CoV-2, è in risalita. Questo trend, rilevato su scala nazionale, si riscontra anche a livello locale: nella provincia di Bergamo è arrivato oltre l’1, complica il fato che la variante prevalente è Omicron e sta guadagnando sempre più spazio la sottovariante BA.5, estremamente contagiosa.

All’aumento dei casi, fortunatamente, non si accompagna un incremento dei ricoveri in ospedale. La situazione, quindi, al momento non è allarmante, ma bisogna continuare a essere prudenti e, soprattutto, accelerare con la somministrazione della quarta dose di vaccino agli anziani e alle persone più fragili. Questo è il quadro attuale, illustrato dal dottor Alberto Zucchi, direttore UOC Servizio Epidemiologia all’ATS di Bergamo.

Lo ha spiegato intervenendo alla presentazione del centesimo “cruscotto” del Servizio Epidemiologico Aziendale di ATS Bergamo, documento che contiene i dati relativi all’andamento della pandemia da Covid-19 a Bergamo e provincia. Si è soffermato, in modo particolare, su tre concetti chiave: storia, tempo e memoria. “Con questo Cruscotto – osserva il dottor Zucchi – siamo giunti al fatidico “numero 100”. Cifra tonda, che nell’editoria rappresenta un punto di arrivo importante, un momento per certi versi simbolico, in quanto non solo espressione meramente quantitativa di un impegno protratto. A tale cifra si associa, inevitabilmente, il riferirsi alla dimensione temporale. Da quanto tempo stiamo producendo questo report? Ormai da due anni. Come si suol dire, “sembra ieri…”. Con il tempo, l’umana natura si rivolge al ricordo di ciò che è stato: un lungo viaggio, un difficile percorso, quasi sempre ad ostacoli, le cui tappe si stagliano con peculiare evidenza nei dati: nelle tabelle, nei grafici, nelle mappe. Inoltre, per certi versi, la storia del Cruscotto è la storia della pandemia a Bergamo. I dati e gli indicatori rappresentano un’ancora di stabilità nel mare magnum delle opinioni e delle sensazioni. Richiedono, a partire dall’individuazione delle fonti, all’applicazione degli algoritmi, fino all’interpretazione degli indicatori, una rilevante competenza tecnico professionale. Al giorno d’oggi, godendo di una disponibilità diffusa di strumenti informatici in grado di trattare dati, con un’apparente semplicità di utilizzo,è relativamente facile produrre un dato che si pretenderebbe statistico”. I numeri consentono di andare oltre il grande coinvolgimento emozionale che ognuno di noi ha provato considerando che tutti hanno avuto familiari o conoscenti colpiti dal virus. La memoria, infine, ha un ruolo fondamentale per avere l’esatta cognizione di quanto accaduto in un periodo di tempo lungo, come la pandemia, che sta proseguendo da due anni”.

Ringraziando i collaboratori per il lavoro svolto, Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats di Bergamo, afferma: “Siamo giunti al cruscotto numero 100. Questo lavoro ci permette di avere una panoramica complessiva della situazione di Bergamo e provincia adoperando dati oggettivi. Le narrazioni che sono state effettuate da più parti in tutti questi mesi erano corrette ma, per forza di cose, parziali perché i diversi attori operanti sul territorio si concentravano sul proprio ambito, mentre con il Cruscotto abbiamo una visione d’insieme”.

Anche il prefetto di Bergamo, Enrico Ricci, esprime il proprio grazie ad Ats per il lavoro svolto: “Sono stato e sono un fedele lettore dei report di Ats. Il cruscotto è uno strumento molto utile per lo svolgimento della mia attività. I numeri hanno una loro oggettività, ma al tempo stesso è importante riuscire a interpretarli correttamente e i servizi epidemiologici di Ats sono sempre riusciti a fornire risposte promuovendo un’informazione trasparente e corretta”.

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