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Almè

La gelateria Pandizucchero riduce gli orari d’apertura: “Non troviamo personale, da 15 siamo in 6”

Ronald Tellini, chef e titolare insieme alla famiglia del rinomato chiosco di gelati: "Nostro malgrado, ma siamo costretti. È da settembre che cerchiamo forza lavoro"

Almè. Ai più attenti non sarà sfuggito: accanto al banco dei gelati, un cartello scritto in stampatello recita testualmente: “Vista l’impossibilità di reperire forza lavoro ci vedremo costretti dal 1 luglio, nostro malgrado, per poter così garantire l’alta qualità e l’assoluta freschezza dei nostri prodotti, a ridurre gli orari d’apertura”.

L’assenza cronica di personale colpisce ormai ovunque: bar, ristoranti, anche gelaterie. In questo caso, una delle più note e apprezzate della provincia di Bergamo: il “Pandizucchero” di Almè.

“Lo scorso anno eravamo in 15, siamo rimasti in 6. Per essere al completo dovremmo essere 18 – allarga le braccia lo chef Ronald Tellini, titolare insieme alla famiglia del rinomato chiosco di gelati -. Ecco perché dall’1 luglio apriremo dalle 14 alle 23, il sabato dalle 13 alle 23 e la domenica dalle 10,30 alle 22. Ma prima facevamo dalle 10,30 a mezzanotte”.

Il cartello – sempre in stampatello – specifica: “Stiamo cercando addetto/a banco” e “addetto/a laboratorio anche senza esperienza, purché volenteroso da inserire nel nostro staff”.

Ma è così difficile? “È da settembre che cerchiamo personale – risponde Tellini -. Non ci riusciamo”.

Anche lei punta il dito contro la poca voglia di lavorare dei giovani? “No, generalizzare è sbagliato. Tendenzialmente, però, preferiscono un lavoro che non prevede sere e giorni festivi. Ma qui da noi non funziona così”.

Cosa offrite ad un giovane interessato a lavorare da voi? Tellini è molto schietto: “Proponiamo un tirocinio iniziale di tre mesi a 900 euro al mese, 40 ore settimanali senza mai lavorare oltre le 22. Il ragazzo o la ragazza che arrivano, hanno poi la possibilità di scegliere se restare o no, con la promessa di un contratto. A quel punto li assumiamo come apprendisti per 42 mesi. Paga orario base 5,80 euro, mille euro netti mensili, con possibilità di crescita economica”.

Giusti? O pochi? Quel che è certo è che “non c’è una persona formata che viene da noi, non troviamo nessuno con esperienza specifica in ambito gelateria. Uno degli ultimi curriculum che abbiamo valutato, per esempio, è quello di un 40enne metalmeccanico”.

E dalle scuole alberghiere, non è mai arrivato nessun candidato? “No, no”.

Lavorare in bar, ristoranti, gelaterie, è visto da molti giovani come un lavoro di ripiego, fatto tanto per guadagnare qualcosa? “Io vorrei sottolineare questo. Oltre ad avere la possibilità di crescere, qui si ha anche la possibilità di imparare un mestiere, perché lavoriamo partendo dalle materie prime – conclude Tellini -. Non amo autocelebrarmi, ma a livello nazionale siamo stati classificati tra le migliori gelaterie d’Italia. Un giovane che arriva qui ha la possibilità di imparare un mestiere, sì, ma anche un’arte”.

A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione dell’articolo, è arrivata la lettera di risposta di un’ex dipendente: potete leggerla qui.

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