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La scissione

Di Maio se ne va e gli ex 5 Stelle bergamaschi non lo seguono, ma non rientrano

Guia Termini, Devis Dori e Fabiola Bologna, i tre parlamentari già fuoriusciti: "Grazie, ma non ci interessa"

Bergamo. Si chiamerà “Insieme per il futuro” il nuovo partito politico a guida Luigi di Maio. Ad agitare le acque nel Movimento 5 Stelle, dopo l’aspra disputa sulle differenti posizioni dello stesso Ministro degli Esteri e Giuseppe Conte rispetto all’invio delle armi all’Ucraina, ci ha pensato la notizia arrivata nel tardo pomeriggio di martedì. Non proprio una doccia gelata per i colleghi di partito, più la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Era infatti nell’aria la decisione del leader ombra di Conte, all’indomani dell’ennesimo scontro con i suoi pari sul conflitto internazionale. E così’ è stato. Il politico originario di Avellino ha scelto la linea dura, ha fatto le valigie e se ne è andato, portandosi dietro, così dicono i ben informati, una cinquantina di colleghi tra senatori e deputati. La diaspora delle Camere, si potrebbe dire, una vera dipartita verso una nuova terra promessa.

Un cambio di rotta che, però, non appartiene ai parlamentari bergamaschi a Roma, peraltro già fuoriusciti dal Movimento a suo tempo. La loro posizione è chiara: nessuno, tra Guia Termini, Devis Dori e Fabiola Bologna ha intenzione, dopo la mossa di Di Maio, di rientrare nel Movimento né di seguirlo a nuova vita. Come dire, busta chiusa e rispedita al mittente.

“Non ho nessuna intenzione di rientrare né nel Movimento, tantomeno di seguire le scelte di Di Maio – racconta Guia Termini, ex grillina e ora del Gruppo Misto -. Per quanto mi riguarda infatti non esiste nessuna possibilità di rientrare in ambedue le scelte e lo dico con molta serenità perché la linea politica che avevo sposato entrando a far parte del Movimento si è persa completamente nel tempo. Il mio era un movimento, diventato poi partito, che si è snaturato nel tempo, tanto che quando sono praticamente stata allontanata, mi sono chiesta se avessi frainteso le intenzioni iniziali o se, diversamente, fosse davvero cambiato qualcosa. E la risposta che mi sono data è stata che molto era cambiato, soprattutto da quando Di Maio è diventato ministro. Col senno di poi, credo che questa scelta di andarsene avrebbe potuto farla prima, sarebbe stato meglio”.

“Quella dei 5 Stelle è una finta democrazia e da quando Di Maio ha assunto la carica istituzionale il cambiamento si è visto tutto: un cerchio ristretto votato alle scelte, finti coinvolgimenti, un’idea di Paese e linee guida completamente stravolte, un credo all’opposto rispetto a 15 anni fa. Quindi, in sintesi, l’idea di rientrare nel Movimento o addirittura di seguire Di Maio, possono essere scelte che verranno prese in considerazione da altri ex fuoriusciti più moderati, non certo da me”.

Lapidario Devis Dori, del gruppo misto Europa Verde: “Quello che sta succedendo nel M5S non mi riguarda minimamente, lo guardo con assoluto distacco e disinteresse. Già da molto tempo era chiaro che il M5S sarebbe finito così. Anzi, non è ancora finita, ne vedremo altre. Il M5S è in ‘ristrutturazione’ da quasi 3 anni: questo è ciò che succede quando un partito investe il proprio tempo a riorganizzare la “struttura”, anziché a lavorare sui temi politici”.

“Siamo abituati da tempo alle boutade del Movimento e dei suoi protagonisti – ha raccontato Fabiola Bologna, di Coraggio Italia -, e credo che la situazione sia in divenire. Anche la stessa presenza di Grillo, qui a Roma in questi giorni, è significativa. Diciamo che mi sento di dire molto poco se non il fatto che starò alla finestra a guardare. La scissione in atto altro non è che il frutto della dialettica distruttiva che spesso, troppo spesso, si è palesata in un movimento diventato partito che, negli anni, si è auto distrutto dal punto di vista umano e politico, con una involuzione dei valori che lo avevano contraddistinto fin dal principio. Quindi non farò proprio nulla a riguardo, anche perché la mia è stata una scelta diversa, quella di continuare a lavorare per il bene del mio Paese portando avanti i grandi valori della democrazia popolare”.

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