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L’incontro

Matteo Renzi a Bergamo: “Noi al 2%? Ma siamo l’ago della bilancia” fotogallery video

Alla presentazione del suo nuovo libro, "Il mostro", l'affondo sui 5 Stelle: "Un teatrino squallido"

Bergamo. Ha scalato le classifiche con il libro “Il mostro”, un volume di poco meno di 200 pagine in cui lui, Matteo Renzi, racconta i dettagli di Open, l’indagine che lo ha messo sotto accusa insieme alla sua famiglia e ai suoi amici. E ora il leader di Italia Viva, è arrivato a Bergamo, nella serata di lunedì, in Piazzale Alpini, per raccontare la sua opera e, come li definisce lui, “atti e fatti”.

Ma non prima di aver messo l’accento su tutta una serie di questioni legate alla politica italiana, a quella internazionale, alla crisi energetica, a quella sanitaria, al ruolo della Russia in occidente e nel mondo e alla guerra in Ucraina. E lo fa con la solita ironia e dialettica che da sempre lo contraddistinguono, prendendo in giro i suoi avversari politici, usando spesso la metafora di Totò, mandando in onda spezzoni di film di Roberto Benigni, intramezzando con aneddoti sull’Atalanta e sulla Fiorentina. Il tutto senza risparmiare nessuno.

Il solito mattatore che si è abituati a vedere, che si interroga sulle sorti del suo Paese e anche sul futuro del suo partito, mandando in analisi prima se stesso e poi il resto del mondo. E se con le battute intrattiene i presenti, tra il serio e il faceto, ne ha, comunque, una per tutti. Partendo dai 5 Stelle.

“Martedì mattina ci sarà un dibattito in aula e assisteremo al solito teatrino squallido del Movimento, teatro che, però, verrà fatto sulla pelle degli italiani”. La tocca piano nei tre minuti che concede alla stampa, prima di prendere in mano il microfono e dare il là ad un monologo il cui incipit lascia davvero poco all’immaginazione, specie sul prosieguo della serata: “Finalmente sono tornato a Bergamo, mancavo da troppo tempo – ha attaccato Renzi -, e lo faccio in un momento in cui il vostro sindaco Giorgio Gori è impegnato a fare una cosa davvero importante. Ora è in Polonia, diretto a Bucha. E questa è la rappresentazione perfetta di Bergamo: non solo ricca, bella e con tante risorse, ma anche una città che porta con sé grandi valori, che ha dimostrato un immenso desiderio di ripartire, tanto che il suo primo cittadino ha scelto di partire per portare un segno concreto di questa volontà nei luoghi della guerra. Diversamente, ad esempio, da chi è andato in Russia per altri motivi (Matteo Salvini dnr), Russia peraltro che a breve ospiterà pure la visita di Di Battista, l’ennesima sanzione”.

Un sarcasmo pungente, che cresce col passare dei minuti: “Mentre io sono qui, con voi, a presentare il mio libro, i 5 Stelle scompaiono. Scompare quello che, qualcuno, probabilmente fin troppo tardi, ha definito il partito dell’odio, quello che ha sempre puntato a dividere, a mettere contro; il partito che ha sempre cercato il nemico da combattere, il partito che non ha mai unito”.

E ancora: “Il partito che invita al clima di aggressione, che ce l’ha con le persone, le stesse, come la Boschi, a cui dovrebbe chiedere scusa. Un partito che, come dimostrato negli anni ha cambiato idea su più fronti, da Mattarella alla costituzione, all’euro, passando per la Tav e per la Tap”.

E accenna anche alla Lega, ma poi si ferma e volge lo sguardo alla politica del fare: “In molti hanno dimostrato di avere dei grandi limiti in termine di visione. Noi le idee giuste le avevamo, tanto che, col senno di poi, c’è stato anche chi ci ha riconosciuto l’averci visto lungo, ripensato addirittura in maniera positiva a tante cose che avevamo fatto, come il Jobs Act o Industria 4.0”.

“L’Italia sta vivendo una situazione complessa, molto difficile. E non solo per i tanti problemi che abbiamo, ma anche per il conflitto internazionale che ci vede coinvolti, per Putin, che considero il responsabile assoluto, un aggressore vero, che da tempo ha nella sua testa l’idea che la sua terra non debba più far parte del mondo occidentale. E in tutto questo c’è l’Italia che deve pensare ad affrontare i suoi problemi, tanti, troppi, alla disperata ricerca di una visione smarrita negli anni”.

E si chiede, incalzando i presenti: “Cosa ne sarà di noi nei prossimi 30 anni? Dobbiamo concentrarci sui grandi temi che ci affliggono, come la sanità, il mondo delle infrastrutture e il lavoro, non preoccuparci dei banchi a rotelle. E a chi ci deride perché siamo un partito al 2%, rispondo che sarà proprio quello l’ago della bilancia. E a chi mi chiede come mai abbiamo perso così tanto consenso, rispondo con il contenuto del mio libro, e lo dico senza il vittimismo di Berlusconi, raccontando a tutti il processo di mostrificazione che ho subìto”. Da qui, “Il mostro“.

“Il mostro”

“In questo libro racconto dei fatti. Atti e fatti. Non ci sono commenti, suggestioni, analisi sociologiche. Ci sono dei dati di fatto che forse vi faranno pensare. Hanno arrestato i miei genitori con un provvedimento subito dopo annullato, hanno sequestrato i telefonini ai miei amici non indagati, hanno cambiato nomi nei documenti ufficiali per indagare sulle persone a me vicine, hanno scritto il falso in centinaia di articoli, hanno pubblicato lettere privatissime tra me e mio padre, mi hanno fotografato negli autogrill e mentre uscivo dal bagno di un aereo, hanno controllato e pubblicato tutte le voci del mio estratto conto, hanno violato la Costituzione per controllare i miei messaggi Whatsapp. Io non voglio fare la vittima. Voglio raccontare ciò che è successo dicendo perché ho scelto di combattere a viso aperto contro le ingiustizie. Perché ho scelto di denunciare in sede civile e penale, convinto che la legge sia uguale per tutti. Per i politici, certo. Ma deve essere uguale per tutti davvero, anche per certi magistrati, anche per certi giornalisti. E mentre racconto atti e fatti che mi hanno reso un mostro agli occhi di molti miei connazionali, torno a confessare che io rifiuto il vittimismo. Perché io sono e resto un uomo felice. Chissà che sia questo ciò che – alla fine – non mi perdonano. Non accetterò di stare in silenzio davanti a fake news e diffamazioni varie”.

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