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Treviolo

Trapper accoltellato: il ‘ring’ dei social tra avvertimenti e minacce, prima e dopo l’agguato

Il tunisino Simba La Rue raggiunto da almeno tre fendenti. In rete rancori e sospetti, insorge la Lega: "Daspo per questi personaggi"

Treviolo. "Una condanna, due condanne. C'ho più capi d'accusa che paia di scarpe". Basta uno dei versi più celebri del trapper Simba La Rue, accoltellato giovedì in un parcheggio di via Aldo Moro a Treviolo, per inquadrare un po' il personaggio: 23 anni, di origine tunisina, casa nel Lecchese, in realtà risponde al nome di Mohamed Lamine Saida ed è uno degli artisti più in vista della scena trap italiana, un particolare sottogenere della musica rap in voga soprattutto tra i giovanissimi. I testi parlano di criminalità, droga, disagio e riscatto sociale. Il mantra è uno solo: fare soldi. Con ogni mezzo, lecito o illecito che sia.

Uno dei suoi brani più famosi, 'Sacoche', pubblicato con il trapper 'Baby Gang', ha superato i 10 milioni di visualizzazioni su Youtube, ma 'Simba' va forte anche sui social come Instagram, dove ha una miriade di profili riconducibili alla sua immagine attraverso i quali lui (o persone vicine a lui) pubblicano spesso contenuti: foto e video, legati alla sua musica ma anche alle vicende che lo riguardano. Compresa l'aggressione di Treviolo, quando intorno alle 3 del mattino è stato raggiunto da almeno tre fendenti mentre stava riaccompagnando a casa una ragazza. Ricoverato in codice rosso all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo, ha rassicurato sulle sue condizioni ed è fuori pericolo.

 

Rivendicazioni e minacce

A poche ore di distanza dai fatti, sui social ha cominciato a circolare quella che è sembrata a tutti gli effetti una sorta di rivendicazione. Da un profilo Instagram è stata pubblicata una storia in cui si legge testualmente: "Sono venuto da te con le palle quadrate ha visto senza 20 persone. Perché i problemi si risolvono faccia a faccia non in gruppo ci sono stati errori da entrambi i gruppi ora hai pagato e la storia finisce qui". Dallo stesso profilo, anche nei giorni scorsi erano stati lanciati messaggi tutt'altro che pacifici, con insulti e minacce ("preparati", "sto arrivando figlio di...", "domani sono in carcere").

Il riferimento sembra proprio ai dissapori con 'Simba' e il suo gruppo: "Non ho nulla con i ragazzi di Lecco ne conosco qualcuno e mi sta simpatico" si legge infatti nella stessa storia su Instagram. Tant'è che anche sugli account riconducibili al trapper accoltellato (non è chiaro - ripetiamo - quale o quali siano ufficialmente suoi) sono comparse moltissime storie di risposta, con attacchi diretti a quello che - almeno sui social - viene dipinto come il presunto aggressore. Della serie "Oggi me domani te", "si vedrà chi ride alla fine", "un uomo non è uomo se usa coltelli", "sarà una bella punizione", seguita dall'immagine di una pistola, e altre frasi di questo tenore.

La faida con Baby Touché e l' amico

L'aggressione a Simba La Rue, casualità o meno, segue di pochi giorni quella ad un altro trapper, padovano e di origini marocchine, Baby Touché, all'anagrafe Amine Amagour, a quanto pare amico della persona che avrebbe rivendicato l'agguato sui social. Già a febbraio il gruppo dei lecchesi e quello dei padovani si era affrontato a Milano, in zona Garibaldi, con urla e minacce. Poi l'episodio più grave, una settimana fa, quando il gruppo di Simba La Rue avrebbe aggredito e caricato con la forza il 19enne Baby Touché su un'auto. Il tutto è poi finito in una grottesca diretta su Instagram.

Le origini della 'faida' risalirebbero ai primi mesi del 2022, quando alcune canzoni dei due trapper sono state interpretate dai rispettivi artisti e dai loro amici come un reciproco 'dissing': il termine, nella cultura hip-hop, indica un brano che ha l'obiettivo di prendere in giro, criticare o insultare una o più persone.

Baby Touché si è però chiamato fuori da quanto accaduto a Treviolo. "Io faccio musica, solo musica, tutto il resto lasciatelo lontano da me. Io voglio fare i soldi, non voglio fare la guerra - ha detto in un video -. Nessuno di noi vuole una madre che piange".

 

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Lega all'attacco

Il fatto di cronaca ha scatenato le ire di Alex Galizzi, consigliere regionale della Lega, che attraverso una nota ha sollecitato il questore di Bergamo ad iniziare un "percorso di Daspo" nei confronti di alcuni personaggi riconducibili alla scena musicale trap. "Attorno a loro - dice - si concentrano violenza e rancore sociale, sarebbe il caso di procedere per evitare di trasformare la nostra città in teatro di scontri e sangue". Già nell'ottobre 2021 Simba La Rue era stato colpito da questa misura: a Milano avrebbe lanciato delle pietre per essere stato rimbalzato da una discoteca.

 

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