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Mobilità

Laura, 19 anni, bergamasca, e il suo progetto del tram per la Presolana premiato a Varsavia

Laura Oggionni, studentessa del Liceo “Lussana”, è una delle quattro vincitrici italiane di un concorso organizzato dal programma Erasmus+ delle Università Europee di Tecnologia. Il suo tram viaggia su un particolare tipo di asfalto e funziona anche senza conducente. "Per un tragitto di 25 km ha bisogno di una sola ricarica di 10 minuti e può accogliere dai 300 ai 500 passeggeri"

Laura Oggionni, bergamasca di 19 anni e studentessa del Liceo scientifico “Lussana”, è una delle 4 vincitrici italiane del concorso “Enhance girls in STEM competition”, organizzato dal programma Erasmus + delle Università Europee di Tecnologia, tenutosi quest’anno all’Università di Varsavia in occasione del Women in Tech Summit 2022.

Scambiamo due parole con lei: prima ci illustrerà il progetto presentato, poi ci racconterà la sua esperienza con metodi Stem e Steam (realtà multidisciplinari che stanno lentamente prendendo piede in Italia) e le aspirazioni per il suo futuro.

Come è nato l’interesse per il concorso?

L’anno scorso ho superato il test d’Ingresso TOL di Ingegneria al Politecnico di Milano, che ad aprile mi ha inviato una mail con un bando di concorso che prevedeva la realizzazione di un progetto a livello locale in linea con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, riservato a ragazze dai 16 ai 19 anni. Ho pensato: sarebbe bello provare! Dopo la prima fase che prevedeva la scrittura di un saggio col quale proporre il proprio progetto accompagnato da un video, sono passata allo step successivo: la preparazione di un prototipo che potesse convincere i giudici. È così che sono stata scelta, insieme alle mie 3 colleghe, per esporre il progetto e rappresentare l’Italia all’Università di Varsavia: ci speravo, ma non me lo aspettavo!

Parlaci del tuo progetto.

“Best solution without pollution” è il titolo che ho dato al mio lavoro che tratta dei trasporti in Valle Seriana. A Bergamo, come sappiamo, c’è la TEB che arriva ad Albino: il mio obiettivo consiste nell’ allungamento del tragitto fino al Passo della Presolana, perché i bus da e verso Clusone sono spesso in ritardo, bloccati a causa della neve e inquinanti. Per riuscirci, ho pensato di installare ART, un nuovo tipo di tram che è stato attivato meno di un anno fa in Cina: viaggia su un particolare tipo di asfalto che gli consente di spostarsi su ruote e su una traiettoria stabilita, funziona anche senza conducente. Per il tragitto di 25 km ha bisogno di una sola ricarica della durata di 10 minuti circa. Può accogliere dai 300 ai 500 passeggeri: viene così diminuito l’inquinamento sotto vari punti di vista. In caso di rottura, l’ alternativa è un autobus a idrogeno che rilascia in aria solo vapore acqueo.

Come mai hai deciso di concentrarti sulla Val Seriana?

Perché è una parte di me: abbiamo da sempre la casa in montagna, che i nonni ci hanno lasciato; vado lì a respirare aria fresca e a sciare. I miei amici di Bratto si lamentano spesso dei ritardi dell’autobus che impediscono loro di arrivare puntuali a scuola, quindi mi è sembrato di portare un contributo.

Torniamo a Varsavia: come hai deciso di presentare il progetto? Dovevi portare un prototipo?

Sì, avevo un prototipo, ma non un oggetto vero e proprio… Mi spiego meglio, si poteva scegliere tra diverse opzioni: un modellino in cartone, plastica o pongo, un CAD con il funzionamento del proprio progetto o ancora uno storyboard. Ho preferito quest’ultimo, descrivendo in maniera comica la storia di Johnny, studente del Passo della Presolana che aspetta impaziente, al freddo e al gelo, il bus per andare a scuola, che non arriverà mai. Dopo la creazione del nuovo tram, Johnny è felicissimo e riesce finalmente ad arrivare a scuola puntuale.

Bene. Il giorno della presentazione hai avuto la possibilità di ascoltare i progetti delle tue colleghe vincitrici? Se sì, c’è qualche progetto che ti ha colpito particolarmente?

Sì, nei giorni precedenti alla presentazione con le altre ragazze (italiane e non) ripetevamo e ci ascoltavamo a vicenda. Il progetto della collega italiana Matilde Dugoni è quello che mi ha colpito maggiormente: consiste in un sensore, da applicare al soffione della doccia, che permette di rilevare quanta acqua si sta utilizzando, imponendo un limite oltre il quale il sensore stesso inizia a parlare invogliandoti, in maniera ironica, a non sprecarne ulteriormente. Questo progetto ha vinto la competizione a livello europeo.

Il concorso ha lo scopo, tra le altre cose, di promuovere i metodi STEM/STEAM: conoscevi già questa realtà interdisciplinare?

Sarò sincera, prima del concorso non ne avevo mai sentito parlare! Da quando ne sono venuta a conoscenza mi ha molto incuriosita: credo che molte scuole italiane siano in ritardo! L’interdisciplinarietà porta a comprendere meglio la realtà che ci circonda, avrebbe giovato al mio percorso di studi.

Una curiosità: perché hai deciso di chiamare il protagonista dello storyboard Johnny?

È una storia divertente legata al mio cognome (Oggionni). Di recente, insieme ad alcune amiche, ho prenotato un tavolo a un ristorante; quando ci siamo sedute, abbiamo notato che sul biglietto della prenotazione c’era scritto “OH-JOHNNY”, ci abbiamo riso su ed è stato uno spunto per il concorso.

Tra due settimane dovrei affrontare l’esame di maturità: superato questo piccolo grande ostacolo, che cosa ti aspetti dal futuro?

Spero di fare altre esperienze del genere: conoscere persone da tutto il mondo accultura, è stimolante in quanto permette un ampio confronto. Inoltre spero di trovare la facoltà dei miei sogni: vedremo!

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