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Il caso

Dopo il lockdown da Covid, oltre 100mila cani adottati e poi “restituiti”

Sono circa 3,4 milioni gli italiani che, fra il 2020 e il 2021, hanno fatto questa scelta (21,6% dei proprietari). Amore a prima vista, ma non per tutti se si considera che, finito il lockdown, oltre 117mila proprietari hanno cambiato idea restituendo l'animale al canile o affidandolo ad un'altra famiglia

È di questi giorni la triste notizia relativa all’enorme numero di cani che, adottati durante i vari lockdown dovuti alla pandemia, sono poi stati abbandonati al loro destino. Più di centomila amici a quattro zampe hanno dovuto subire ciò che per loro significa la perdita di tutto, l’abbandono da parte di chi avrebbe dovuto rappresentare un riferimento sicuro al quale dare il loro incondizionato amore e che invece, con la stessa facilità con cui li hanno accolti, se ne sono liberati.

Ma veniamo ai numeri, lo studio, commissionato da “facile.it” a “EMG different” e pubblicato da “repubblica.it” parla chiaro: “sono circa 3,4 milioni gli italiani che, fra il 2020 e il 2021, hanno fatto questa scelta (21,6% dei proprietari). Amore a prima vista, ma non per tutti se si considera che, finito il lockdown, oltre 117mila proprietari hanno cambiato idea restituendo l’animale al canile o affidandolo ad un’altra famiglia. Il 28,3% di chi ha preso un cane negli ultimi 2 anni ha detto di averlo fatto appositamente per alleggerire il lockdown e circa 196 mila individui hanno ammesso di averlo preso solo per aggirare i limiti alla mobilità imposti dal governo in quel periodo (5,7%)”.

Personalmente, da Educatore Cinofilo Professionista, oltre che da semplice amante dei cani, trovo agghiacciante che ci sia chi ne abbia adottato uno soltanto per “aggirare i limiti alla mobilità imposti”, ma trovo altrettanto preoccupante la leggerezza con cui altri se ne siano liberati per le difficoltà nella gestione o per i danni causati dallo stesso.
Cosa significa tutto ciò? Che mancano filtri, cultura, informazione e formazione di base.

E attenzione al dato: il fenomeno del boom di adozioni e conseguenti abbandoni è più accentuato nel Nord Ovest, proprio qui, in mezzo a noi!

Eppure specialmente qui i cani sono sempre più parte della società, sempre più urbanizzati, li portiamo ovunque, in vacanza, al ristorante, addirittura al centro commerciale, ma evidentemente ancora troppi non sanno cosa realmente significhi aggiungere quattro zampe e una coda alla propria vita, e i numeri impietosi di questa indagine ci fanno capire che forse è giunto il momento di fare alcune doverose riflessioni e prendere provvedimenti.

Va creata cultura, e non serve inventarsi nulla di nuovo se non cambiare le regole del gioco. Esiste da anni un percorso formativo per proprietari di cani che segue un ben preciso programma ministeriale, è il famoso “patentino”, che attualmente viene reso obbligatorio a discrezione del servizio veterinario delle ATS, soltanto per chi ha un cane che ha provocato uno o più danni. E gestito in questa modalità il patentino serve davvero a poco.

Ma il programma, se fosse reso obbligatorio per tutti coloro che vogliono prendere un cane, è davvero valido, si tratta di informazioni utilissime sulla gestione corretta, la salute, l’educazione, sul prevenire incidenti e molto altro.

Se tutti lo dovessero fare, forse non saremmo a commentare questo enorme numero di abbandoni (il termine “restituzione” non rende l’idea di ciò che subiscono i cani che vengono, appunto, abbandonati dai loro compagni umani), innanzitutto perché magari qualcuno ci penserebbe due volte, e poi si darebbe quella consapevolezza che serve a chi, con troppa leggerezza e molta noncuranza, ha fatto sì che si arrivasse a questo fenomeno, anche se per prevenire l’egoismo e l’insensibilità non esisterà mai un corso realmente efficace.

Gli strumenti ci sono, con un po’ di buona volontà si potrebbe fare davvero tanto.

Paolo Bosatra Dog Trainer
educatore cinofilo professionista

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