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Dal 7 al 13 giugno

Covid, tornano a salire i contagi: a Bergamo e provincia nell’ultima settimana +47,2%

Repentina inversione di rotta della curva epidemica, come già segnalato nel report del 7 giugno, che torna a crescere in modo consistente

Repentina inversione di rotta della curva epidemica, come avevamo già segnalato nel report del 7 giugno, che torna a crescere in modo consistente. I nuovi casi a livello nazionale sono stati 146.202 (+26,7% dai 115.401 del periodo precedente); media giornaliera 20.886 (da 16.586).

In aumento questa settimana il numero dei decessi: i morti sono stati 424, mentre lunedì scorso ne contavamo 403. La situazione degli ospedali è al momento ancora tranquilla: ci sono 193 persone in terapia intensiva, in calo rispetto ai 217 del periodo precedente, e 4.210 ricoverati con sintomi (erano 4.453). Vedremo più avanti il motivo per cui ancora diminuiscono questi indicatori. Cresce però il numero dei nuovi ingressi in T.I.: da 116 a 133.

In decremento l’indice di occupazione nei Reparti Covid: dal 6,9% al 6,6% e quello nei Reparti di Terapia Intensiva: dal 2,2% al 2%. In calo anche i pazienti in isolamento domiciliare: sono ora 612.525 (erano 626.678).

Cresce dell’8% il numero dei tamponi: se ne sono effettuati 1.160.355 (1.073.617 nel periodo precedente), il 74,6% dei quali di tipo antigenico rapido. In rialzo il rapporto positivi/tamponi totali medio settimanale, che è passato dall’11,13% al 12,83%.

Tornano a rialzarsi tutti gli altri indici:

Curva dei contagi: da 0,10 a 0,13.
Rt nazionale: da 0,82 a 0,98.
Indice di contagio ogni 100 mila abitanti: da 210 a 265.

Lombardia e Bergamo

In Lombardia si registra un deciso aumento nel numero dei positivi: sono stati infatti 20.769 che, rispetto ai 14.429 della settimana precedente, danno una crescita del 44%.

Si registra un calo per quanto riguarda il numero dei ricoverati in Area Covid: da 485 a 445; mentre il numero dei pazienti in Terapia Intensiva passa da 31 a 21. In aumento invece il numero dei nuovi ingressi in T.I. che passano da 8 a 10.

I suddetti numeri determinano quindi una diminuzione nell’indice relativo all’occupazione ai Reparti Covid che passa dal 4,6% al 4,3%, e di quello dei Reparti di Terapia Intensiva: dall’1,7% all’1,2%. Il numero dei decessi settimanali passa da 60 a 75.

Per quanto riguarda gli attualmente positivi, si registra l’ennesima diminuzione: sono ora 80.579 (erano 96.685 la settimana scorsa); lo stesso calo che riguarda le persone attualmente in isolamento domiciliare, che sono ora 80.113 (erano 96.169).

Di nuovo in crescita l’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti, che passa da 145 a 207; così come l’indice medio settimanale di positività, che passa dall’8,98 % all’11,91%.

Risalgono ovviamente anche i nuovi casi in provincia di Bergamo: nel periodo osservato sono stati 1.341 che, rispetto ai 911 del periodo precedente, significano un +47,2%. Stabile la situazione per quanto riguarda il numero dei pazienti ricoverati nell’ospedale cittadino: 20 in Area Medica e 1 in Terapia Intensiva. Nel periodo osservato si sono registrati 6 decessi (9 nel precedente). Sale l’indice di contagio ogni 100 mila abitanti: da 82 a 121.

La diffusione della variante B.A.5

Tornano quindi a crescere i nuovi casi individuati dopo dieci settimane di calo costante: l’improvvisa inversione di rotta è l’ennesima dimostrazione di come la rapidità del virus renda possibili veloci cambiamenti in tutte le manifestazioni che lo accompagnano nella diffusione sul territorio.

Le prossime settimane saranno decisive per capire le dimensioni e l’impatto del rimbalzo in corso: non dobbiamo farci ingannare dalla riduzione, ancora in atto, del numero dei ricoverati in area medica e delle terapie intensive. Sono indicatori tardivi, come abbiamo visto più volte, che seguono a distanza di tempo le variazioni del numero dei casi individuati. Ne vedremo gli effetti reali solo nelle prossime settimane.

L’ipotesi è che l’Italia stia replicando quanto già accaduto in Portogallo, con una forte e improvvisa crescita dei casi legata alla variante Omicron 5 che sfrutta una maggiore capacità diffusionale rispetto alle precedenti sub-varianti di Omicron. Non possiamo ancora saperlo con certezza, perché in Italia le varianti non vengono rilevate in modo costante ma attraverso le flash survey periodiche, che offrono una fotografia tardiva della situazione sul territorio, come più volte già sottolineato.

Il rialzo trova corrispondenza in Francia e anche in Germania, mentre cominciano ad arrivare i primi dati, secondo cui questa nuova variante ha almeno due mutazioni che la rendono più contagiosa rispetto alle sue “sorelle”.

Se l’Italia dovesse replicare l’andamento del Portogallo, cosa probabile nel caso in cui trovasse conferma una larga diffusione della sub-variante B-A.5 (o B.A.4), avremmo circa 3 settimane di forte crescita dei casi, con un successivo aumento dei ricoveri che potrebbero tornare su valori circa doppi rispetto agli attuali. Non una situazione drammatica, quindi, ma sicuramente meritevole di particolare attenzione perché si manifesta in un periodo di quasi totale abbandono delle restrizioni che ci hanno accompagnato per mesi, contribuendo in modo decisivo a limitare la circolazione del virus e l’impatto sulla popolazione.

Arrivano i vaccini contro le varianti

Sembra che i vaccini specifici contro le varianti siano sempre più vicini. Secondo quanto riferiscono da Moderna, un’iniezione di richiamo col nuovo vaccino studiato appositamente per le nuove varianti, ha fornito una risposta immunitaria più forte contro la Omicron rispetto al vaccino originale dell’azienda.

La società ha fatto sapere che presenterà i dati preliminari dello studio alle autorità sanitarie statunitensi nelle prossime settimane con la speranza di rendere disponibile il booster modificato a fine estate.

I ricercatori hanno scoperto che i livelli di anticorpi neutralizzanti contro Omicron tra le persone che hanno ricevuto il vaccino modificato erano 1,75 volte superiori rispetto alle persone che hanno ricevuto un richiamo col vaccino originale.

Lo studio, per ora, non ha misurato l’efficacia dell’iniezione di richiamo modificata; dunque, se riduce effettivamente il rischio di malattia da Covid-19 causata da Omicron, ma solo la quantità di anticorpi prodotti. Il “nuovo” vaccino modificato di Moderna è stato progettato per colpire con una sola somministrazione sia la variante Omicron che il ceppo originale di coronavirus. Qualcosa di simile è in arrivo anche da parte di Pfizer/BioNTech.

L’antivirale Paxlovid prodotto da Pfizer

Preoccupa lo scarso utilizzo in Italia del Paxlovid, che può essere prescritto anche dai medici di medicina generale entro cinque giorni dalla diagnosi, oppure dagli specialisti, ed è completamente gratuito. Il nostro paese ne ha opzionate 600mila dosi per un anno, ma per il momento ne sono state somministrate solo poche migliaia di cicli: a inizio maggio erano stati 12.500, pari allo 0,36% dei positivi.

Nel mondo: Shangai di nuovo in lockdown

Shanghai torna in lockdown, dopo la riapertura dei scorsi giorni, per un ciclo di test di massa previsti durante il weekend. La situazione è ampiamente monitorata dalle autorità cinesi, coi casi di Covid che continuano a emergere, causando blocchi e la corsa ai generi alimentari.
Dopo l’uscita dall’estenuante chiusura di due mesi, il piano, riferito dalle autorità locali, è partito da un’area con pochi contagi, ma è stato poi esteso a 15 dei 16 distretti che compongono la metropoli, coinvolgendo quasi tutti i 26 milioni di residenti.

Concludiamo come di consueto con i dati dell’epidemia a livello mondiale: l’Oms, nella settimana epidemiologica 30 maggio – 5 giugno, ha rilevato 3.023.378 nuovi casi, con un calo del 10,6% sul periodo precedente. In calo anche i decessi, -20,7% a quota 7.644. I Paesi più colpiti sono Usa (657.268 nuovi casi; -11%); Cina (528.432; -8%); Australia (221.935; -25%); Brasile (216.334; +36%) e Germania con 215.955 positivi e un incremento del 16%.

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