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Sommozzatori di treviglio

Allarme nei fiumi, 3 morti in 5 giorni: “Altri due salvataggi a Fara, le 10 regole da seguire”

Domenica, in particolare, se l'è vista brutta una bimba di 11 anni, con la mamma in un punto dell'Adda dove c'erano già stati annegamenti: "A mancare non sono i cartelli, ma la consapevolezza dei rischi"

Tre vittime in pochi giorni, ma senza interventi tempestivi potevano salire a 5, compresa una bimba di 11 anni.

I sommozzatori di Treviglio l’hanno salvata domenica pomeriggio a Fara Gera d’Adda, in un tratto di fiume particolamente insidioso. In questo caso, non sono state rispettate almeno due regole fondamentali: la numero 1 (“divieto di balneazione”) e la numero 5 (“attenzione alla corrente”). Avvertimenti banali? No, evidentemente. Visto che il punto in questione già in passato è stato teatro di annegamenti.

Lì – dove l’Adda si incrocia con il canale dell’Italgen – i volontari hanno un presidio fisso il sabato e la domenica. “La bimba è sfuggita al controllo della mamma, ma qui basta davvero un attimo per trovarsi in difficoltà – osserva il presidente Giacomo Passera -. A mancare non sono i cartelli, ma la consapevolezza che nel fiume il pericolo è costante. Fortunatamente, abbiamo sentito le grida e siamo intervenuti col gommone recuperando la piccola. La corrente la stava portando via”.

I sanitari l’hanno coperta con un sacco a pelo termico, tranquillizzando lei e la mamma dopo l’enorme spavento. Quello che deve aver preso il 42enne rumeno che – sempre domenica pomeriggio e sempre a Fara Gera d’Adda – stava per essere inghiottito in un altro punto del fiume. “Si era avventurato troppo e non aveva più la forza per risalire la corrente – racconta Passera -. L’abbiamo recuperato col gommone, caricato e portato a riva dai suoi connazionali”.

In questo caso, oltre alle regole 1 e 5, non ha osservato nemmeno la numero 8 (“non avventurarsi in acqua da soli). Forse per le grida d’aiuto sempre più deboli, forse per la fitta vegetazione che ostruiva parzialmente la vista, nessuna delle persone a terra si è accorta di quanto stava accadendo in acqua.

Nell’arco della scorsa settimana, sono 5 gli interventi effettuati dai sommozzatori volontari di Treviglio sul territorio provinciale: 3 di questi, appunto, mortali. “Di solito, nel periodo estivo, contiamo 10-12 morti accidentali – stima Passera -. Vederne così tante in pochi giorni è qualcosa che sfugge all’ordinario”.

Il primo è stato Pietro Fumagalli, il pescatore di 77 anni recuperato nella notte tra mercoledì e giovedì nelle acque dell’Adda, a Canonica. Nel tardo pomeriggio l’anziano aveva raggiunto da solo un isolotto sul fiume, per pescare, come faceva spesso. L’ipotesi più accreditata, è che per via dell’erba bagnata dalla pioggia sia scivolato in acqua. I parenti, non vedendolo rincasare, hanno raggiunto l’Adda notando la carrozzina motorizzata che usava per spostarsi e i suoi attrezzi da pesca ancora sul bordo del fiume.

Voleva solo rinfrescarsi Cristian Pasqua, il 30enne di Cividino di Castelli Calepio annegato sabato pomeriggio dopo un tuffo nel canale dietro casa. “Era un bravo nuotatore e abitando lì vicino immagino conoscesse bene la zona”, riflette Passera. La settima “regola d’oro” dei sommozzatori, però, mette proprio in guardia dal saltare dai ponti. “Nemmeno da trampolini improvvisati, perché l’acqua in movimento e non limpida potrebbe celare una profondità minore del previsto o nascondere massi pericolosi”. Se non è escluso che il ragazzo possa avere rimediato un violento colpo alla testa dopo il tuffo in acqua, anche al padre – sopravvissuto – è stata medicata una brutta ferita al capo dopo aver tentato di salvare il figlio gettandosi in acqua. “È ciò che farebbe ogni genitore, lo capisco bene – commenta Passera -, ma anche in questi casi, per quanto difficile, bisogna evitare di mettere in pericolo pure se stessi”. È specificato alla regola numero 2. In questi casi – aggiunge la numero 10 – bisogna chiamare il 112 e lasciare spazio ai soccorsi.

 

 

Domenica mattina, invece, i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo senza vita di un altro giovane dalle acque del fiume Brembo: Ennahal Abdeghani, marocchino di 27 anni che viveva a Brembate da un paio d’anni e che mancava da casa da mercoledì, quando erano iniziate le ricerche. L’autopsia servirà a chiarire se sia stato colpito da un malore o se gli sia stato fatale un incidente, o ancora una distrazione mentre faceva il bagno. “Difficile esprimersi – conclude Passera -, ma tra le regole che ripetiamo sempre c’è anche quella di indossare sandali, per ridurre il rischio di tagliarsi con ferraglie e vetri depositati sul fondo”. E ancora “non camminare sui sassi in acqua per evitare scivolate improvvise, ma anche non entrare in acqua dopo aver mangiato, bevuto alcolici o quando si è troppo accaldati. Il rischio – conclude – è quello di una congestione o di una idrocuzione improvvisa a causa dell’acqua fredda”.

 

Le 10 regole d’oro dei sommozzatori

 

Le 10 regole d'oro dei sommozzatori

 

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