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Bergamo segreta

Il Castello di Campagnola, un’antica fortificazione cittadina con vista sulla pianura

Inserita oggi nel tessuto abitativo del rione, la fortificazione deve le proprie origini a Aydo Grumelli dei Lanzi che nel 1253 provvide ad acquistare dal Comune di Bergamo la vasta proprietà erigendo entro la fine del XIII secolo la struttura difensiva

Campagnola ha cambiato aspetto numerose volte nel corso degli ultimi decenni.

Un tempo distante dal centro, il quartiere è divenuto oggi una componente fondamentale del tessuto urbano di Bergamo tanto da diventare un vero e proprio ponte fra pianura e città.

Questa evoluzione non ha toccato però il Castello di Campagnola, fulcro storico dell’area e per secoli centro di difesa alle porte del capoluogo.

Inserita oggi nel tessuto abitativo del rione, la fortificazione deve le proprie origini a Aydo Grumelli dei Lanzi che nel 1253 provvide ad acquistare dal Comune di Bergamo la vasta proprietà erigendo entro la fine del XIII secolo la struttura difensiva.

Citato in un atto del 1305, il complesso copriva l’intero isolato quadrilatero compreso dalle attuali vie dei Prati, Campagnola, Domenico Savio e Pacino da Nova venendo a sua volta protetto da una serie di fossati e rogge oggi scomparsi.

Al centro dello spazio compariva il castello vero e proprio, le cui strutture murarie sono facilmente riconoscibili complice l’impiego di ciottoli di fiume disposti a spina di pesce e regolarmente listate da corsi in masselli di pietra, talvolta rifiniti da sottili strati di malta.

In grado di circoscrivere un quadrato di quaranta metri per lato, i muri sono ancora oggi in parte visibili così come il portale posto lungo il lato occidentale dove spicca una parte della ghiera, costituita da grandi conci lavorati di arenaria e situata a quattro metri da terra.

Unico punto affacciato su una strada, l’ingresso era protetto a sua volta dalle due torri adiacenti fra le quali spicca quella settentrionale, elevata con ogni probabilità nel XV secolo e destinata a controllare il passaggio viario.

Complice la posizione strategica in cui era inserita, quest’ultima poteva offrire un notevole controllo dell’area ricoprendo quel ruolo che il vicino mastio meridionale (inserito nel progetto originario) non era in grado offrire a causa dell’altezza inferiore.

Più che ricoprire un ruolo difensivo, il castello costruito da Aydo Grumelli dei Lanzi doveva apparire come una imponente residenza nobiliare, espressa in maniera chiara dal volume emergente del “palatium”.

Distribuito su tre piani, l’edificio rettangolare occupava l’intero lato settentrionale del complesso potendo sfruttare un tetto fortemente spiovente sotto il quale era stato ricavato un secondo piano abitabile, ma anche ampie finestre a sesto acuto in arenaria che illuminavano il livello sottostante.

Simile per certi versi alla Torre di Trescore, l’opera emergeva rispetto alle altre per la presenza di un’ampia loggia in pietra sostenuta da tre grandi archi di cui oggi è possibile osservare ancora qualche segmento nella sezione orientale del forte.

In grado di attirare sino al Quattrocento le principali famiglie orobiche (tra le quali i Suardi che in quel periodo provvidero alla costruzione una casa fortificata autonoma nel comparto Nord-Est con tanto di torretta e portico), il castello di Campagnola rappresenta ancora oggi una testimonianza di un’epoca ormai scomparsa.

Fonti

Graziella Colmuto Zanella (a cura di), Territorio e fortificazioni, Bergamo, Edizioni dell’Ateneo, 1999

Graziella Colmuto Zanella e Flavio Conti (a cura di), Castra bergomensia. Castelli e architetture fortificate di Bergamo e provincia, Bergamo. Provincia di Bergamo, 2004

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