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Tecnologia

I dati contenuti nello smartphone sono importanti, come proteggerli e perché

Ci sono diversi accorgimenti che Apple in particolare consente di adottare per la privacy

È stata lanciata in questi giorni da Apple una nuova campagna pubblicitaria dedicata al tema della privacy e la sua difesa rispetto alle intrusioni nei dispositivi elettronici: rappresenta per noi una scusa per tornare su questo argomento, che troppo spesso viene ignorato e considerato poco rilevante nell’uso quotidiano del cellulare.

La grande campagna di sensibilizzazione che è stata pubblicata nelle ultime settimane da Apple comprende grandi manifesti in cui l’unica parola che compare è privacy, ma anche uno spot in cui viene spiegato in modo molto semplice quale può essere il valore dei dati che vengono raccolti dal nostro cellulare, senza che noi ne siamo consapevoli.

Lo spot spiega all’utente in maniera molto semplice, attraverso la metafora dell’asta, il valore delle informazioni che ogni persona produce attraverso il solo utilizzo dello smartphone e di come tutti i prodotti dell’ecosistema Apple offrano trucchi e strumenti che aiutano a capire meglio il mondo dei dati e a leggere il comportamento delle applicazioni.

Per Apple il tema della privacy, importante fin da subito, ha gradualmente assunto sempre più rilevanza e centralità. Con gli aggiornamenti più recenti del sistema operativo il tema è stato posto al centro delle scelte strategiche: sono state infatti implementate una serie di funzioni che limitano le informazioni a cui le app possono accedere senza il consenso della persona.

Vediamo insieme agli esperti tech di MisterGadget.Tech quali sono gli strumenti messi a disposizione dell’azienda di Cupertino per limitare il “furto di dati” che avviene quotidianamente nei nostri confronti da parte di terzi.

Il resoconto sulla privacy delle app

Attivando la funzione “resoconto sulla privacy delle app” l’utente può osservare in che modo le applicazioni lavorano in background estrapolando dati senza che le persone se ne accorgano.

Per attivare questa funzione basta accedere alle impostazioni di iPhone, selezionare la voce privacy e successivamente l’opzione “Resoconto sulla privacy delle app“: in questo modo verranno registrate tutte le comunicazioni che hanno luogo all’interno dello smartphone.

Il modo migliore per evitare che questo accada e che quindi una qualsiasi app possa ottenere dati riguardanti le abitudini di un utente, è quello di rifiutare a prescindere che un’applicazione possa tracciare i movimenti online. Rifiutare il tracciamento infatti non ha alcun aspetto negativo: non esiste alcun fattore per cui un utente dovrebbe consentire ad una piattaforma di conoscere quali siti visita, quando lo fa e con quale frequenza.

Il resoconto sulla privacy di Safari

Apple ha previsto anche la funzione di resoconto sulla privacy di Safari: cliccando sull’apposito pulsante presente nella barra degli strumenti l’utente può venire a conoscenza della lista dei Tracker a cui è stato bloccato l’accesso ai dati relativi all’attività online.

Privacy nelle mail

Lo spot dedica uno spazio anche al problema della privacy legato alle mail. In molti dei messaggi che vengono inviati sono inseriti i cosiddetti “pixel”, ovvero dei rilevatori nascosti grazie a cui i mittenti possono sapere se una mail viene visualizzata o meno, e le azioni che vengono effettuate con essa o da essa. Addirittura in alcuni casi, se il testo viene inoltrato, è possibile intercettare l’indirizzo IP e altre informazioni relative al computer da cui vengono effettuate le operazioni.

Il consiglio in questo caso è di attivare la protezione della privacy in mail, impedendo cosi a esterni di intercettare i movimenti su computer e iPhone in relazione alla posta elettronica.

La privacy sugli acquisti di Apple Pay

Ultimo tema toccato dallo spot è quello relativo alla privacy dei dati relativi agli acquisti online. Anche in questo caso Apple si schiera dalla parte dell’utente. Apple Pay infatti, rispetto ad altre app, non tiene traccia degli acquisti ne di qualsiasi altro tipo di informazione utile per scopi pubblicitari.

Gli strumenti che vi abbiamo raccontato oggi sono disponibili per coloro che usano un iPhone, ma da qualche tempo anche Google sta approfondendo grandi sforzi per sensibilizzare i propri utenti sul tema della protezione dei dati e sulla consapevolezza del loro utilizzo. Togliete la CEO localizzazione dalle fotografie, perché gli scatti fatti in casa svelano l’indirizzo della vostra abitazione e un post su Facebook in cui si comunica che si parte per le vacanze può diventare un via libera per i malintenzionati.

Troppo spesso pensiamo che il tema della privacy, quello della riservatezza dei dati personali e la loro protezione non ci riguardi perché non abbiamo nulla da nascondere. In realtà non si tratta di spegnere i riflettori su chissà quale segreto, ma di essere sempre nel pieno controllo dei dati che produciamo e del loro utilizzo. L’uso distorto di queste informazioni può passare dalla semplice tempesta di banner quando ricerchiamo un oggetto su Internet, che ci propongono di acquistare ciò che abbiamo appena cercato, ma in alcuni casi può diventare anche più subdolo e pericoloso. Non è un caso se il business della vendita dei profili personali degli utenti online alimenta un mercato da decine di miliardi di dollari ogni anno. Perché per mettere a qualcuno di arricchirsi sfruttando le nostre informazioni personali?

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