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Il concerto

Classe, tecnica e grande interpretazione: il 21enne Mossali chiude il Festival Pianistico fotogallery

Entra in scena, silenzio in sala. Schiena dritta, passo deciso fino al pianoforte al centro del palco. Un inchino al pubblico in sala e poi l’attacco, feroce e graffiante, della sonata n.2 opera 36, di Sergej Rachmaninov uno dei più importanti compositori russi di sempre.

L’emozione di Josef Mossali è evidente. Soprattutto comprensibile: a 21 anni il musicista bergamasco si è esibito al teatro Donizetti di Bergamo nella serata di conclusione del cinquantanovesimo Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, per la prima volta nel programma mainstream della rassegna.

Rachmaninov, Debussy e per finire Ravel. Josef ha proposto un programma notevole dal punto di vista tecnico e interpretativo. Anche per questo motivo le aspettative su di lui erano elevate già prima che si aprisse il sipario. Impossibile non rimanere colpiti dall’approccio del musicista al momento live: l’entrata sul palco, lo sguardo sul pubblico, il respiro prima dell’attacco, il modo in cui conclude ogni frase e inizia quella successiva fanno credere di avere davanti un musicista con decenni di esperienza alle spalle.

Ma subito dopo aver concluso la prima sonata in programma, il grande sorriso sul volto di Josef rivela ciò che è: un giovane ragazzo che ha appena rotto il ghiaccio in una delle serate che segnerà la sua carriera e sa di averlo fatto bene.

Di certo il pianista, cresciuto artisticamente al Conservatorio di Bergamo dove sta per terminare gli studi sotto la guida di Massimiliano Motterle (dopo aver studiato anche con Marco Giovannetti), ha percorso molta strada dal concerto alla Sala Piatti di città alta nel settembre 2020, all’interno della rassegna “Talenti del conservatorio” del Festival Pianistico. Ora, dopo essere stato ammesso alla prestigiosa Accademia di Imola con Boris Petrushansky, dimostra di aver una tecnica consolidata tale da poter passare al livello successivo: l’interpretazione, ciò che rende il musicista non semplice esecutore di note scritte da altri ma artista, custode di un patrimonio che deve essere tramandato.

Già alla fine del primo tempo, è stato richiamato tre volte sul palco dal pubblico, cosa che si è ripetuta alla fine del concerto. Nella serata di mercoledì 8 giugno al Donizetti, Mossali ha centrato l’obiettivo. Una prima montagna è stata scalata, ne seguiranno tante altre molto più alte e ripide.

Prima del concerto, nella Sala Tremaglia del teatro, è stato proiettato il corto che vede Josef Mossali come protagonista, realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo, main partner del festival. “Abbiamo nel nostro DNA l’intenzione di sostenere la cultura e i giovani talenti – commenta Gianluigi Venturini, direttore regionale Lombardia nord di Intesa San Paolo dopo la proiezione – Per noi è un dovere, un piacere e un privilegio essere al fianco del festival perché ci consente di essere presente sul territorio, soprattutto nel campo della cultura”.

“Quando ho incontrato per la prima volta Josef ho visto in lui due anime, quella del ragazzo molto giovane, che si comporta da tale, ma con una maturità che sembra nata da una grandissima esperienza – racconta Diego Veneziano, il regista del video -. L’approccio che ho voluto scegliere è di mostrare il lato umano. Far parlare il giovane cercando di creare un legame anche con chi non è appassionato di musica classica, al fine di comprendere cosa vuol dire essere un giovane pianista oggi”.

Il corto è disponibile sul sito: https://group.intesasanpaolo.com/vnt/festival-pianistico-di-brescia-e-bergamo

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