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Lettere

A bergamo

“Aggredita da un passeggero che aveva perso il volo, ho passato 12 ore al pronto soccorso”

La donna è stata colpita al sopracciglio con un telefonino ma nonostante la lunga attesa per essere visitata, solidarizza con medici e infermieri: "La gente ormai è incontenibile, la nostra sicurezza è al limite"

Bergamo. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lettrice che lamenta una lunga attesa al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Aggredita all’aeroporto, dove lavora, da un passeggero che aveva perso il volo, solidarizza con medici e infermieri per le condizioni di insicurezza in cui i dipendenti si trovano a lavorare. La sua mail è arrivata all’1.57 dell’8 giugno, mentre era ancora in attesa di essere visitata.

Buongiorno. Ah no, era ieri. Buonanotte… Sono al pronto soccorso di Bergamo dalle 14.53. Non mi danno prospettive di visita. Sono qua perché lavoro a Orio al Serio, accettazione passeggeri e oggi un personaggio che è arrivato 10 minuti prima del decollo del volo ai banchi per registrarsi, scoprendo che aveva perso il volo, tra i vari insulti (ormai all’ordine del giorno) mi ha colpita con un telefono sopra l’occhio provocando una botta che aspetta ancora di valutazione medica. Cinque minuti fa è entrato un signore che era in attesa dalle 14.30.

Sono zitta, paziento, non urlo. Non è nel mio carattere ma soprattutto affianco la mia/nostra situazione lavorativa all’aeroporto con quella di questi medici e infermieri. Cioè l’aver a che fare con gente ormai incontenibile. Abbiamo sempre avuto episodi difficili ma da due anni a questa parte la nostra sicurezza è al limite, non abbiamo tutela alcuna e la gente è impazzita, sicura anche di farla sempre franca grazie all’impunità che regna in questo paese.

Il tempo passa. Sono ancora qua. La decantata sanità lombarda. Tra qualche minuto sarò qua da 12 ore. E il simpatico passeggero è felice a Napoli, visto che non esiste una Daspo per chi agisce così. E come dicevo l’impunità, che fa si che la gente compia simili gesti. Ma chi la sta pagando sono io.

Saluti
Daniela Lussana

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