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Le testimonianze bergamasche

Caro energia: triplicate le bollette per i Comuni, i sindaci preoccupati

A Treviolo nei primi 3 mesi del 2022 sono stati spesi gli stessi soldi di tutto il 2021; a Dalmine rincari da 850mila euro all'anno; a Seriate più 350mila euro. Si accantonano gli avanzi di bilancio

Le Amministrazioni comunali sono alle prese con il caro energia. Bollette quasi triplicate, avanzi di bilancio congelati per cercare di far fronte alle spese di gas e corrente elettrica. Per il momento si salva chi aveva stipulato un contratto con tariffa bloccata: sfangati i primi tre mesi del 2022, ora sono quasi tutti in scadenza e rinnovarli alle stesse condizioni non è più vantaggioso. Quindi si torna alla tariffa variabile, una parte di quota fissa e una parte in base ai consumi.

Qualche fondo statale è arrivato, ma non è sufficiente. Se si pensa poi ai conguagli di fine anno lo scenario si fa drammatico. Cristian Vezzoli, sindaco di Seriate, è preoccupato in tal senso: “Di solito il conguaglio è in linea con le nostre previsioni ma quest’anno non sarà di certo così. Solitamente all’anno spendiamo circa 750mila euro di utenze, quest’anno stimiamo circa 350mila euro in più rispetto al 2021. Abbiamo accantonato una quota dell’avanzo di bilancio e utilizzeremo dei fondi appositi”.

Intanto si cerca di risparmiare con dei piccoli accorgimenti: “In municipio accendiamo l’aria condizionata più tardi e la spegniamo prima, abbiamo anche alzato leggermente la temperatura generale, l’aria è fresca, si sta bene lo stesso e spendiamo un po’ meno – continua Vezzoli -. Dal 24 febbraio scorso, giorno in cui è iniziata la guerra in Ucraina, abbiamo deciso di non illuminare il palazzo comunale la sera e continueremo finché il conflitto non cesserà. Stiamo anche cercando di programmare l’accensione dei lampioni un quarto d’ora dopo e di spegnerli un quarto d’ora prima”.

A Dalmine si stimano 850mila euro in più in bolletta rispetto all’anno scorso: “Fino al 31 maggio avevamo la tariffa bloccata – spiega il sindaco Francesco Bramani -, ora non più e non nascondo la mia preoccupazione. Come energia elettrica a fine anno prevediamo di spendere 450mila euro in più di energia elettrica e 400mila euro in più di riscaldamento. Lo Stato per ora ci ha dato 60mila euro e ne dovrebbero arrivare altri 80mila, in più abbiamo accantonato una quota dell’avanzo di bilancio, circa 500mila euro, che per il momento resta bloccata per far fronte ai rincari. Certo, avremmo preferito spenderla per altro, ma purtroppo la situazione è questa”.

A San Pellegrino Terme nel 2021 il Comune ha speso 164mila euro di energia e 68mila euro di gas: “Con il nuovo contratto, stipulato dopo che a fine maggio è scaduto quello con tariffa bloccata, spendiamo più del doppio – dice il vicesindaco Vittorio Milesi -. Per il momento, solo per l’elettricità, da Roma sono arrivati 18.600 euro. La situazione sul fronte rincari energetici è davvero drammatica”.

Anche a Clusone i primi 3 mesi del 2022 non sono stati un problema, come dichiara il sindaco Massimo Morstabilini “dato che avevamo la tariffa bloccata. Ora le cose cambieranno e abbiamo dovuto accantonare dei fondi per poter pagare le bollette dei prossimi mesi”.

A Treviolo la situazione non è certo più rosea: “Nei primi tre mesi del 2022 abbiamo speso di energia la stessa cifra versata durante tutto il 2021 – spiega il sindaco Pasquale Gandolfi -. Prevediamo di arrivare a mezzo milione di euro in più rispetto all’anno scorso. Abbiamo investito parecchio sul fronte del risparmio energetico: tutti i lampioni del paese funzionano con lampade a led, abbiamo installato pannelli fotovoltaici al cimitero e sul tetto delle scuole. Ma tutti i nostri sforzi sono stati vanificati dai rincari”.

Claudio Bolandrini, sindaco di Caravaggio, è deluso: “La prima tranche degli aiuti statali, quella più consistente, è di 58mila euro ma in questi primi quattro mesi, per la sola bolletta dell’energia elettrica, abbiamo pagato 140mila euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Certo, meglio di niente, ma siamo lontanissimi dal coprire le spese. Ora attendiamo disposizioni perché sembra si possa attingere ai contributi Covid che ci sono rimasti e che dovevamo restituire, circa 250mila euro. E come avanzo di bilancio abbiamo congelato una somma di 400mila euro che però prevedevamo di investire in altro, nelle opere pubbliche, negli asfalti, negli aiuti alle famiglie. I sindaci sono chiamati a fare gli equilibristi in una situazione del genere perché nessuno vuole ricorrere all’aumento delle tasse e gravare così sulle famiglie, anche loro provate da questa situazione economica”.

“Noi un anno e mezzo fa abbiamo stipulato il contratto migliore dei valori indicati dal Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, ma siamo comunque in difficoltà – spiega Davide Casati, sindaco di Scanzorosciate -. Nei primi 3 mesi del 2022 abbiamo speso 90mila euro di corrente elettrica e 80mila euro di metano, più del doppio rispetto allo scorso anno e come tutti abbiamo accantonato l’avanzo di bilancio. Ma francamente siamo molto preoccupati perché se i prezzi dell’energia non tornano come prima, nel 2023 la situazione sarà davvero drammatica: o lo Stato ci dà i soldi, o tagliamo le spese o aumentiamo le tasse. Altre possibilità non ci sono”.

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