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Centro Salesiano DON BOSCO

La riflessione

Ecco le riflessioni di Aurora sul tema “Antenne che intercettano”

Martedì 7 giugno si svolgerà in streaming la premiazione del Concorso Nazionale, organizzato dalla Caritas Italiana in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione

Martedì 7 giugno si svolgerà in streaming la premiazione del Concorso Nazionale, organizzato dalla Caritas Italiana in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, sul tema “Antenne che intercettano”.
Il tema era incentrato sulla sfida, a partire dai banchi di scuola, ad essere antenne capaci di intercettare bisogni e costruire relazioni attente, mantenendo uno sguardo rivolto verso l’alto e verso l’altro.
Nella sezione “Scritto” per la Scuola Secondaria di Secondo Grado, è risultata vincitrice una studentessa di 4^ Classico del Centro Salesiano “Don Bosco” di Treviglio, Aurora Beretta, mentre la classe 4^ Classico ha ricevuto una menzione speciale per il percorso didattico svolto, che ha coinvolto le discipline di italiano, filosofia e religione.

Presentiamo le riflessioni di Aurora sul tema “Antenne che intercettano”. Anche quest’anno la scuola ha proposto la partecipazione al concorso nazionale “Antenne che intercettano”, organizzato dalla Caritas italiana e dal Ministero dell’Istruzione. Tra le proposte c’era quella di scrivere un testo, una riflessione, un racconto che esprimesse al meglio il tema, ovvero l’attenzione verso l’altro.
Durante le lezioni di italiano, filosofia e religione, gli insegnanti hanno condiviso materiali e documenti che potessero promuovere la discussione e aiutarci a riflettere.
Onestamente, tengo moltissimo al racconto che ho scritto, perché lo sento mio. L’idea non è nata da una particolare riflessione fatta in classe, anche se sicuramente mi hanno aiutato a capire meglio la richiesta e approfondire la mia riflessione, ma da dentro di me. Ho sentito le parole e le immagini farsi strada per uscire fuori, per dare vita a quello che poi ho scritto. Non ho nemmeno dovuto rimuginare nulla, ma ho iniziato a scrivere di getto, sapendo cosa volessi dire e cercando di esprimere al meglio ciò che stessi provando.
Gli ultimi anni passati sono stati molto duri, quindi ho deciso di provare ad immedesimarmi in tutte quelle persone che hanno avuto e hanno tuttora bisogno di aiuto, una condizione che ci accomuna in quanto uomini e proprio per questo penso che molti si possano ritrovare in questo racconto. È molto facile pensare che stare male sia da codardi, che il nostro dolore debba essere nascosto. Spesso però è anche solo un piccolissimo gesto ad aiutarci, a farci sentire più coraggiosi nell’affrontare le vicende di ogni giorno.
Tante volte è meglio osservare la realtà dal punto di vista di chi sta male, chi soffre, per rendersi veramente conto della situazione che sta vivendo, qualunque essa sia. Spero con tutto il cuore di essere riuscita a trasmettere questo messaggio e che possa anche confortare o perlomeno far sentire normali quanti stanno provando un dolore ora. La vittoria, tuttavia, è stata veramente inaspettata, non ci posso ancora credere. Sono molto fiera di questo testo, ma mai avrei creduto di potere arrivare a tanto. È veramente un’emozione e un onore incredibile, difficile da spiegare. Sono incredibilmente orgogliosa anche della mia classe perché è stato riconosciuto il valore e la serietà con cui lavoriamo, regalandoci un grandissimo riconoscimento.

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