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Criptovalute, un campo minato

L’investimento in valute digitali è alla portata di tutti, ma non sempre è facile acquistare in modo sicuro

L’investimento in valute digitali è alla portata di tutti, ma non sempre è facile acquistare in modo sicuro. Se è vero che esistono numerose piattaforme serie e affidabili, proliferano anche
situazioni meno trasparenti che nascondono rischi notevoli per l’investitore. Tra chi ha avuto esperienze negative c’è Alessio*, uomo sulla settantina, che in una vita di lavoro come operaio ha accantonato una somma di circa 70 mila euro.

“Avevo saputo delle criptovalute attraverso la televisione e internet; un giorno, un conoscente mi ha chiesto se conoscessi i bitcoin e se mi interessava investire” premette Alessio.
“Inizialmente non ero molto convinto, ma il mio interlocutore mi ha proposto di reperire maggiori notizie direttamente dall’azienda che deteneva le criptovalute, così ho assentito”
prosegue. “Di lì a poco ho incontrato, nel suo ufficio, una persona ben vestita e molto educata che mi ha illustrato una piattaforma per la gestione di investimenti in criptovalute con piani di
investimento che proponevano guadagni del 100% in soli 12 mesi”.

A quel punto la titubanza di Alessio comincia a venire meno: “Ho accettato di investire una somma minima di 3.000 euro: un po’ perché il gioco valeva la candela, un po’ perché gli interlocutori che mi stavano proponendo l’affare apparivano affidabili.” E così Alessio non si cura del fatto che la società nella quale sta investendo ha sede a El Salvador, né del fatto che il versamento gli viene richiesto in contanti. Per un po’ Alessio non ci pensa più. Accedendo giorno dopo giorno alla propria area riservata, vede crescere i propri guadagni al punto tale che, dopo sei mesi, raddoppia nominalmente l’investimento iniziale.
“È stato allora che sono stato invitato a una cena esclusiva riservata agli investitori” riferisce. Qui, Alessio assiste a testimonianze di persone che dicono di aver cambiato la propria vita
grazie all’investimento in criptovalute e decide di versare ancora. “Non so cosa mi sia preso… credevo che con i guadagni avrei potuto aiutare i miei figli” dice Alessio visibilmente scosso “così ho investito altri 50.000 euro”.
Inizialmente tutto sembra procedere regolarmente. Un brutto giorno però, l’accesso all’area riservata del sito internet risulta bloccato. Alessio contatta subito il suo conoscente che si incarica di assumere informazioni al più presto, ma le notizie raccolte non sono buone: i responsabili della società non risultano più reperibili. Alessio si vede crollare il mondo addosso e contatta lo studio legale per avere giustizia.
Ma purtroppo è tardi. “L’avvocato ha reperito un provvedimento con cui la Banca d’Italia aveva interdetto la società in questione dal raccogliere fondi presso il pubblico già due anni prima dei miei investimenti” dice Alessio. “Ho capito di essere stato raggirato”, prosegue “e se l’avvocato lo avessi consultato prima di investire, avrei saputo che i miei interlocutori non erano seri come volevano sembrare. Il costo della consulenza avrebbe sicuramente ripagato il rischio di perdere i risparmi di una vita”.

*I nomi riportati in questa rubrica sono di fantasia per ragioni di privacy

Testo a cura di Silvano Sacchi, avvocato

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