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Il ricordo dell’anpi

Addio al partigiano Smuraglia: “Instancabile, a Bergamo l’ultima volta nel 2017”

Il presidente dell’Anpi provinciale di Bergamo, Mauro Magistrati: “Una perdita enorme, incolmabile”

Si è spento Carlo Smuraglia, presidente emerito dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Nato ad Ancona il 12 agosto 1923, quest’anno avrebbe compiuto 99 anni: è morto a Milano nella notte tra lunedì 30 e martedì 31 maggio concludendo una vita ricca di impegno e passione civile.

Da ragazzo ha vissuto in prima persona la Resistenza e per tutta la sua esistenza ne ha portato avanti i valori. Partigiano combattente, volontario nel Corpo italiano di liberazione, è stato avvocato, professore ordinario di diritto del lavoro e docente all’Università Statale di Milano, Facoltà di scienze politiche. Inoltre, ha rivestito la carica di consigliere regionale in Regione Lombardia dal 1970 al 1985; presidente del consiglio regionale lombardo dall’aprile 1978 al giugno 1980; componente del Consiglio Superiore della Magistratura dal febbraio 1986 al luglio 1990; senatore dall’aprile 1992 al maggio 2001; e membro della Commissione parlamentare antimafia nella legislatura 1992-1994.

La notizia della sua scomparsa si è diffusa rapidamente lasciando tutti attoniti. Il presidente dell’Anpi provinciale di Bergamo, Mauro Magistrati spiega: “Ho saputo della sua morte subito, attraverso un messaggio che è stato inviato nella chat del comitato nazionale dell’Anpi di cui faccio parte ed è una notizia che ci lascia sgomenti. Il suo nome resterà per sempre nella storia del nostro Paese, non solo per l’appassionata partecipazione alla Resistenza ma anche per l’instancabile impegno che ha profuso per l’attuazione della Costituzione, per i diritti e per il lavoro. Si è dedicato molto alle tematiche legate al diritto del lavoro e dei lavoratori, sia in qualità di avvocato sia come accademico: il tema del lavoro era sempre al centro delle sue riflessioni, anche negli ultimi interventi che ha effettuato lo scorso mese di aprile. La sua morte ci addolora molto: è una perdita enorme, incolmabile: è stato il nostro presidente emerito, la nostra guida. Come presidente dell’Anpi è stato motore di apertura e rinnovamento con uno sguardo intelligente e lungimirante sul presente”.

Mauro Magistrati e Carlo Smuraglia

“Lo conoscevo bene – prosegue Magistrati – e si è recato a Bergamo diverse volte. L’ultima occasione risale al 2017, quando è stato ospite di ‘Macerie – Il ritorno dei fascismi in Europa’, la nostra rassegna dedicata alle nuove destre. In una sala del Mutuo Soccorso gremita delineò l’impegno dell’Anpi oggi nel contrasto ai neofascismi, per la piena attuazione della Costituzione e per la memoria della Resistenza. Al termine dell’incontro ho avuto il piacere di riaccompagnarlo a Milano e ricorderò per sempre quel viaggio in auto assieme a lui. Mi raccontò tanti aneddoti della sua vita e ci scambiammo consigli su alcuni libri da leggere. Era un uomo di straordinaria cultura e soprattutto di grande visione perché, come fecero i partigiani durante la lotta di Resistenza, riusciva a immaginare il futuro, a disegnare nuovi orizzonti e prospettive per il Paese. Spesso rammentava la sua esperienza di partigiano combattente nelle Marche e in svariate occasioni condivise il ricordo di quegli anni. Mi spiegò che nel 1943, all’età di vent’anni, interruppe gli studi alla Normale di Pisa e, dopo aver rifiutato le chiamate di leva dei fascisti della neonata Repubblica Sociale Italiana, decise di unirsi ai partigiani. Aveva scelto la Resistenza e i suoi ideali continuarono a guidarlo per tutta la vita: sono stati ispirazione per ogni incarico che ha ricoperto, in parlamento, nel Csm, in senato e in regione”.

Infine, Magistrati conclude: “Carlo Smuraglia ci lascia un grande insegnamento e ognuno di noi avrà il compito di onorarne la memoria. Tra l’altro si è spento alla vigilia del 2 giugno: quest’anno la festa della Repubblica avrà un significato ancora più forte e diventerà un modo per ricordarlo”.

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