Pradalunga. Quando ha visto l’agente della polizia locale Unione Insieme sul Serio annotare sul verbale di accertamento anagrafico il responso “negativo” ha perso la testa e ha iniziato prima ad aggredirla verbalmente, passando ben presto alle maniere forti con percosse fisiche che le hanno causato una prognosi di quindici giorni.
L’episodio risale allo scorso 25 maggio, quando una vigilessa di 49 anni, da tempo in servizio nel corpo di Polizia Locale che serve i Comuni di Gazzaniga, Villa di Serio, Nembro, Pradalunga, Selvino e Casnigo, era impegnata a Pradalunga per verificare i necessari requisiti propedeutici all’ottenimento della residenza.
Tra le tappe previste per quel pomeriggio, attorno alle 17, anche un accertamento in una zona già attenzionata da parte delle forze dell’ordine, nello stesso condominio nel quale aveva trovato residenza M.A., il cittadino marocchino soprannominato “maglia rosa” che lo scorso 3 febbraio si era reso protagonista dell’accoltellamento di due carabinieri a Nembro, durante un controllo.
Non avendo ricevuto alcuna risposta al citofono, l’agente si era momentaneamente riportata in macchina quando ha notato sopraggiungere un cittadino senegalese che, a precisa richiesta, diceva di corrispondere alla persona oggetto di verifica.
Come da ordine di servizio legato all’emergenza sanitaria, che impedisce agli agenti di entrare nelle abitazioni per questo tipo di verifiche, l’agente ha atteso che l’uomo recuperasse il suo documento in casa e tornasse per mostrarlo: in quel momento, però, è apparso subito evidente che la foto non corrispondesse affatto alla sua persona e la vigilessa ha capito che si potesse essere in presenza di un caso di potenziale richiesta di residenza fittizia.
In pochi minuti la situazione è precipitata: l’agente non ha potuto far altro che riportare a verbale quanto appena vissuto, con una persona che si era spacciata per un’altra, negando l’ok alla pratica di residenza.
A quel punto l’uomo ha iniziato ad agitarsi, attaccandosi alla portiera dell’auto di servizio impedendo alla donna di mettere in moto il veicolo e accusandola di aver preso quella decisione per motivi razzisti.
In seguito alla minaccia di farsi investire nel caso in cui la pratica non fosse stata dichiarata positiva, l’agente è riuscita ad avvertire di quanto stava accadendo la centrale operativa, che immediatamente deciso di mandare sul posto un’altra pattuglia, e ha cercato di riprendere la scena con il cellulare: un fatto che ha scatenato la risposta violenta del cittadino senegalese, incensurato, che ha iniziato a colpirla sul braccio e provato a strapparle lo smartphone.
Sporgendosi all’interno dell’abitacolo, l’uomo l’ha colpita più volte agli arti superiori, alla testa e al collo, impedendole qualsiasi tipo di reazione: fortunatamente in quell’istante sono arrivati i colleghi della centrale, che lo hanno arrestato in flagranza di reato.
Visitata in pronto soccorso ad Alzano Lombardo, l’agente ha riportato traumi considerati guaribili in una quindicina di giorni: gli stessi medici, come da prassi, hanno fatto partire una denuncia per violenza di genere.
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