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Bergamo segreta

La cannoniera di San Michele, una “grotta” sotto le Mura Veneziane

Immergersi in un mare di stalattiti è il sogno di ogni speleologo. In pochi sanno che in Città Alta basta percorrere alcuni scalini per poter godere di uno spettacolo di questo genere

Bergamo. Immergersi in un mare di stalattiti è il sogno di ogni speleologo.

Un’esperienza che non tutti si possono permettere considerato che spesso è necessario immergersi nelle profondità della Terra percorrendo cunicoli nascosti e pozzi tortuosi.

In pochi però sanno che in Città Alta basta percorrere alcuni scalini per poter godere di uno spettacolo di questo genere: è il caso della Cannoniera di San Michele.

Situata nei pressi del baluardo omonimo, la struttura era predisposta per la protezione di quest’ultimo e della vicina Porta Sant’Agostino offrendo la possibilità di attuare un fuoco di sbarramento in caso di attacco nemico.

Seguendo una strada coperta è infatti possibile raggiungere l’ampia sala di manovra, meglio conosciuta anche come “casamatta”, all’interno della quale i bombardieri avevano modo di muovere e caricare i cannoni.

Suddivisa su tre vani con volte a botte, la cannoniera presenta due camini di ventilazione utili per far fuoriuscire i gas prodotti dall’esplosione; ma anche due bocche per l’alloggiamento dell’artiglieria e la”sortita a piano”, galleria utilizzata per raggiungere a piedi il campo di battaglia e compiere così azioni militari.

Cannoniera San Michele

Posizionate sulla parete di fondo, quest’ultime furono rese inutilizzabili a causa della realizzazione nel 1881 dell’acquedotto municipale che ostruì così definitivamente ogni sbocco verso l’esterno.

L’innesto delle pareti su alcuni affioramenti di arenarie gialle calcarenili ha reso ancor più affascinante la cannoniera di San Michele che può vantare la presenza di stalattiti, lunghe sino a tre metri, che scendono dalla copertura.

Accompagnate da alcune stalagmiti che spuntano dal pavimento, esse sono frutto del continuo e prolungato deposito di particelle di calce, utilizzata come legante per i muri e trasportata dall’acqua che si è progressivamente infiltrata nella zona.

Nonostante quella di San Michele sia probabilmente la più celebre, non rappresenta l’unico esempio di cannoniera inserita nella Fortezza di Bergamo.

Secondo alcune stime pubblicate all’interno del volume “Mura di Bergamo”, edito nel 1977 dall’Azienda Autonoma di Turismo, il complesso difensivo orobico avrebbe ospitato durante il periodo veneziano circa 17 cannoniere in casamatta a cui si aggiungevano le 25 a cielo aperto.

I numerosi interventi di rimaneggiamento a cui sono andate incontro le Mura al termine del dominio lagunare ha reso particolarmente difficile individuare oggi le strutture difensive se si eccettuano alcuni particolari casi come quello della cannoniera di San Giovanni, situata nei pressi del Seminario Vescovile e recuperata nel 2007.

I numerosi cambiamenti a cui è andata incontro Bergamo non hanno però cancellato il fascino della cannoniera di San Michele che ancora oggi lascia a bocca aperte turisti e curiosi.

Fonti

AA.VV., Le Mura di Bergamo, Bergamo, Azienda Autonoma del Turismo. 1977

Luca Stefano Cristini, Le mura di Bergamo e la guarnigione veneta fra 500 e 600, Soldiershop publishing, 2012

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