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Verso il 2023

Bergamo-Brescia Capitale della Cultura…del lavoro: un itinerario tra le storie imprenditoriali

Già una trentina le candidature ricevute: il progetto ideato dalla Rete bibliotecaria bergamasca e da quella bresciana

“La cultura industriale e del lavoro: proposta di itinerari inediti”. È questo il suggestivo titolo del progetto ideato dalla Rete bibliotecaria bergamasca e da quella bresciana che andrà a inserirsi nelle iniziative di “Bergamo-Brescia Capitale della cultura 2023”.

Si parte dal concetto della cultura del lavoro per raccogliere il patrimonio di storie imprenditoriali (sia industriali che agricole) che il territorio custodisce e arrivare a offrire visite, mostre, letture teatralizzate, incontri con autori, proiezioni cinematografiche, presentazioni di libri e seminari con storici locali.

Da una prima mappatura sono 19 i siti bergamaschi che potrebbero rientrare nel progetto. L’esempio più illustre è Crespi d’Adda, villaggio industriale che, una volta cessata l’attività produttiva, è diventato luogo di storia e di cultura. Ma nel titolo del progetto ci sono anche quelle due parole: “itinerari inediti”, che spingono Gianluca Iodice, presidente della Rete bibliotecaria bergamasca, a reputare estensibile questa geografia.

Che sta già cominciando a espandersi grazie alle numerose candidature giunte durante una serie di incontri con i rappresentanti delle amministrazioni comunali: si va da Fuipiano con la sua antica dogana di Arnosto, a Castelli Calepio con un’azienda di inceppatori di campane che ha una storia di 500 anni; da Bonate Sotto con la sua centrale idroelettrica esempio di architettura industriale, a Pontida con la sua abbazia benedettina (“Ora et labora” è il motto della congregazione) e le sue aziende vitivinicole, a Parre con il sito archeologico sulle attività metallurgiche dell’Età del Bronzo e del Ferro.

Tutti i Comuni interessati sono stati invitati ad avanzare proposte relative al loro territorio: nella sola area di Bergamo sono già pervenute 30 candidature. Gli altri Comuni lo potranno fare fino al 6 giugno: “Si chiede alle biblioteche uno sforzo in questo senso, necessario per diventare protagoniste di questa grande opportunità che è stata offerta al nostro territorio”, incalza il presidente.

Determinante per questo lavoro di raccolta è la capillarità del sistema bibliotecario. Lo ha spiegato Stefano Rinaldi coordinatore della Rete Bibliotecaria Bergamasca, nel corso dell’incontro con i sindaci che fanno parte della rete: “Siamo circa 400 Comuni nell’area di Bergamo e Brescia con una biblioteca: questa è la nostra forza. Forza che le nostre biblioteche esprimono valorizzando il territorio e l’identità delle nostre comunità”.

Concetto ribadito da Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo e presidente del Sistema Urbano: “L’infrastruttura culturale più significativa e diffusa sul territorio è sicuramente il sistema bibliotecario, gratuito e aperto a tutti”. Il progetto, che è stato candidato sul bando di Fondazione della Comunità Bergamasca, “deve essere il megafono del racconto di un territorio, dei suoi imprenditori, dell’evoluzione che ha avuto il sistema imprenditoriale” ha aggiunto Ghisalberti.

Il tema identitario fra Bergamo e Brescia, è per Iodice “la cultura delle produzioni. Dentro la storia delle imprese ci sono le eccellenze produttive, le storie degli imprenditori, dei lavoratori e delle loro famiglie. Un po’ ovunque siamo conosciuti come sgobboni e questo tema merita di essere visto nella sua valenza culturale e non solo come caratteristica che non sempre è considerata come un complimento”.

“Il tema del lavoro deve diventare cultura, non è solo questione di produzione, economia e finanza”, ha ricordato Claudio Gamba, esperto di politiche culturali.  Ma ci sono anche obiettivi interni: “Uno di questi è che le biblioteche possano “andare oltre lo scaffale”. Per questo il progetto non è da considerarsi “per il 2023”, ma “dal 2023”. E cioè, non si spegnerà una volta che Bergamo-Brescia Capitale della cultura avrà calato il sipario”.

La Rete Bibliotecaria Bergamasca (RBBG) è nata nel 2014 per iniziativa dei 5 Sistemi Bibliotecari Intercomunali (Seriate Laghi, Nord Ovest, Dalmine. Valle Seriana, Bassa Pianura Bergamasca) per farsi carico delle funzioni in campo bibliotecario dismesse dalla Provincia a seguito della “Riforma Delrio”. Di essa fanno parte 221 Comuni, compreso, dal 2021, Bergamo (che costituisce Sistema a sé), per un totale di 225 biblioteche. Nel 2019 (prima che la pandemia da Covid-19 ne impedisse il pieno svolgimento) ha effettuato il servizio di interprestito per circa 1,5 milioni di opere (+7,7% rispetto al 2018) tramite 21.000 passaggi circa. La Biblioteca Digitale MLOL è stata utilizzata nel 2019 da 40.212 utenti, passati nel 2020 a 49.827. I servizi di RBBG sono finanziati dai Comuni con una quota pari a 0,50 euro per abitante (per un totale di circa 500.000 euro nel 2020) e con un contributo della Provincia di Bergamo (nel 2021 pari a 165 mila euro). Il presidente è Gianluca Iodice, Patrizia Azzola è vicepresidente, Stefano Rinaldi coordinatore, Nadia Ghisalberti è presidente del Sistema Urbano, Juri Imeri del Sistema della Bassa Pianura Bergamasca, Antonella Gotti del Sistema Seriate-Laghi e Marzio Zirafa del Sistema Nord Ovest.

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