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L'analisi

Atalanta: dopo gli alti e bassi servono forza, più gol ed equilibrio

Una stagione da 6, ma si poteva obiettivamente fare di più se i nuovi non erano migliori di chi se n'è andato? La ricostruzione: più qualità e forze fresche

La stagione 2021-22 dell’Atalanta? Forse un voto più preciso lo potrebbe dare uno psicanalista, visto il comportamento completamente opposto tra un’andata fantastica e un ritorno deludente. O basterebbe guardare il rendimento di Zapata 2021 e quello di Zapata 2022, stessa persona ma due calciatori e due attaccanti ben diversi.

Perciò trovare un equilibrio tra l’8 che meriterebbe la prima parte della stagione e il 4 che suggerirebbero i risultati nella seconda manche… Beh, alla fine si può concordare con la parte prevalente dei nostri lettori, che rispondendo al nostro sondaggio vede una stagione da 6. Prima gli acuti e poi le stecche, a cui (queste ultime) non eravamo certo abituati negli anni di vacche grasse con Gasperini, che per tre volte consecutive (le ultime) ha portato l’Atalanta al terzo posto.

Gli obiettivi non sono stati centrati? Hai visto l’Europa col binocolo? Ovvio che non si può partire dallo slogan che il presidente Antonio Percassi ripete ogni anno (“Dobbiamo salvarci”), con una squadra costruita non solo per arrivare quartultima. Ma con ben altre possibilità. Infatti, anche in quest’ultima stagione la Dea ha giocato in Champions League, vero che ha vinto solo con lo Young Boys e in maniera anomala se guardiamo al bilancio complessivo: ha vinto a Bergamo, al Gewiss Stadium che alla fine sembrava stregato e l’1-0 è stato firmato da Pessina, uno dei più discussi per il suo rendimento complessivo non pari alle attese. Con assist di Zapata, l’insostituibile secondo lo stesso Gasp che poi ha dovuto inventare altre soluzioni. E le sconfitte in Champions?

A Manchester, il solito Ronaldo decisivo e una rimonta subìta dal 2-0 al 3-2. Da ultimo il ko in casa, con la rimonta non completata dallo 0-3 al 2-3, ma contro un Villarreal che è arrivato in semifinale di Champions…

Lo stesso si potrebbe dire per l’Europa League, dove dopo quattro vittorie consecutive l’Atalanta si è arresa al Lipsia. E anche i Red Bull sono arrivati in semifinale.

In campionato si passa dalle sei vittorie consecutive e da un terzo posto (13 dicembre) a soli tre punti dalla vetta, tanto che opinionisti e tifosi hanno parlato di scudetto, al quarto posto di fine andata, per poi crollare al ritorno. L’Atalanta (per tornare al parallelo iniziale) senza Zapata vince tre partite su dieci, col ritorno di Duvàn due su nove, ma il colombiano era ancora in pieno rodaggio.

Naturalmente non gira tutto intorno a Zapata. Ci sono stati altri infortuni e assenze pesanti, qualche punto perso per decisioni arbitrali cervellotiche, anche qualche interpretazione discutibile del Gasp, nessuno è perfetto.

Però, obiettivamente: possiamo dire che l’Atalanta di quest’ultima stagione era più forte della stagione 2020-21? Quando avevi il miglior Gosens, il miglior Hateboer (cioè due esterni che ci invidiavano in tutta Europa), c’era Gomez poi andato in Spagna, c’era Romero, soprattutto Ilicic e anche Gollini. Perché non si può dire che Musso abbia fatto meglio di lui.

E allora il 5 per la stagione va piuttosto all’ultimo mercato: se bene hanno fatto Demiral e Koopmeiners, non altrettanto si può dire di Musso, Boga, Mihaila, Pezzella. Per non parlare dello scadimento di Hateboer, di Toloi più infortunato che no, di un Muriel ritrovato solo nell’ultima parte ma sotto la doppia cifra, i problemi personali di Malinovskyi (e chissà chi altri sarebbe riuscito a giocare come ha fatto lui), Ilicic altra grande perdita, di classe non ripetibile purtroppo.

Adesso bisogna ripartire con le idee chiare. Gasperini insiste sempre sull’attacco e non per niente ha conquistato tre terzi posti segnando 77 gol nel 2018-19, 98 gol nel nel 2019-20 e 90 nel 2020-21 contro i 65 dell’ultimo campionato. Insomma, le prime certezze il Ferguson di Bergamo le chiederà nel reparto attaccanti, fondamentale.

E gli esterni? Erano una forza, anche lì Gasp vorrà avere garanzie. Tanto per dire due reparti chiave, mentre sembrerebbe già segnata tra i portieri la partenza di Carnesecchi e anche di Gollini. Cioè già le prime mosse: di D’Amico (e un applauso a Sartori per tanti anni da ricordare), che ancora ufficialmente non s’è visto, di Congerton, di Luca Percassi d’accordo con i bostoniani o di Gasp-Ferguson? Lo scopriremo presto, speriamo, visto che la prossima stagione partirà già con la Serie A il 13 agosto.

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