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Il saluto

“Sartori via? Decisione della società. Una separazione consensuale”

Commossi Luca Percassi e l'ex direttore che precisa: "Con Gasp caratteri diversi ma abbiamo lavorato entrambi per il bene dell'Atalanta"

È un addio commosso, con gli occhi lucidi di Luca Percassi che saluta Giovanni Sartori, dopo otto anni insieme a lavorare “h24 per l’Atalanta”.

Comincia l’amministratore delegato ma si deve interrompere spesso e lo stesso succede all”ormai ex direttore dell’ area tecnica nerazzurra, che cede il testimone a Tony D’Amico, in arrivo dal Verona. Percassi precisa subito: “La separazione è consensuale. Giusto, dopo tanti anni, prepararci a nuove avventure. Ma non lo facciamo per divergenze tecniche, e il corso della vita”.

E alla domanda più spinosa sui suoi rapporti con Gasperini, Sartori spiega: “Con caratteri diversi però entrambi abbiamo lavorato solo per il bene dell’Atalanta e ci siamo riusciti entrambi”. Allora Luca di nuovo precisa: “Questa è una scelta della società”.

In effetti, a rileggere le parole di ringraziamento di Sartori, non c’è mai un riferimento diretto a Gasp, ma in conclusione “a tutti gli allenatori che sono passati all’Atalanta”.

Racconta Sartori: “Sono onorato di aver fatto parte di questa grandissima società e del percorso che abbiamo fatto insieme anche a livello internazionale. Grazie a Luca, al presidente e a tutta la famiglia Percassi. Mi hanno dato la possibilità di lavorare per un bellissimo progetto e l’Atalanta ha ottenuto risultati straordinari. Sono stato fortunato a trovare buoni giocatori, ottimi ragazzi per le loro qualità anche fuori dal campo. Grazie a tutti i dipendenti che hanno lavorato con me e sono la colonna della società, ai dipendenti dell’ area tecnica. Un grandissimo ringraziamento ai tifosi che hanno fatto tutt’uno con la squadra e sono il punto fermo, come ha detto Luca, da cui ripartirà l’Atalanta. Grazie alla città di Bergamo che mi ha accolto e sostenuto. Mi ritengo fortunatissimo (si commuove ancora, ndr) per aver fatto parte di questo progetto”.

Riprende l’ad: “Grazie a Sartori che ha contribuito a far crescere l’Atalanta, a un grande professionista per passione e riservatezza e per la sua serietà nel lavoro”. Continua Luca Percassi: “Abbiamo lavorato assieme per otto anni in un ruolo di non grande visibilita e Sartori ha scovato giocatori come Hateboer, Freuler e altri. Ma la prima Atalanta di Gasperini è stata un mix di giocatori dal settore giovanile assieme ad altri sconosciuti. Poi abbiamo fatto investimenti più alti, l’Atalanta non era più sconosciuta e il nostro mercato è cambiato. C’è stato sempre confronto e dialogo, a volte io mi sono preso più la responsabilità per investimenti più grandi. E io ho imparato tantissimo con Sartori, abbiamo ottenuto risultati straordinari e alla fine le scelte dei dirigenti sono state fatte sperando di sbagliare il meno possibile”.
Sartori non entra nel dettaglio dei suoi colpi o di qualche giocatore più difficile da acquisire, spiega che ‘”per me tutte le trattative sono uguali, nel piccolo come nel grande, tutte difficili e importanti. Luca mi faceva bloccare da settembre a gennaio tanti giocatori, che poi non abbiamo preso per mille motivi. Il momento più bello per me qui? Dal primo all’ ultimo”.

Mentre sul capitolo cessioni Luca rivela che “quando ti rendi conti che un certo giocatore non è più entusiasta del progetto ti devi fare una ragione e venderlo. Ma le vendite sono sempre state fatte per inforzarci”. E Sartori annuisce: “È sempre stata la forza dell’Atalanta”. E aggiunge: “Sulle vendite lascio fare a Luca, lui riuscirebbe a vendere anche la sabbia nel deserto”.

Sull’ottavo posto di quest’anno Sartori ha una sua idea: “Senza la serie di infortuni che abbiamo avuto il nostro percorso sarebbe potuto arrivare più in alto. Il problema è stato esclusivamente quello. Il modello Atalanta? Molto semplice, una società e una città che vive per l’Atalanta, qui si lavora h24, magari prima lavoravo un po’ meno. Avessi dovuto immaginare un sogno, non pensavo che potesse essere così bello. Ho vissuto due favole straordinarie, col Chievo fino ai preliminari di Champions e con l’Atalanta come avete visto tutti, sono fortunatissimo”.

Però, gli fanno notare, i meriti sono stati attribuiti più spesso a Gasperini. Sartori risponde: “I meriti vanno sempre suddivisi in un gruppo di lavoro e comunque poi vanno in campo i giocatori”.

Luca Percassi rivela poi di aver assimilato dal direttore, sempre molto riservato, anche altro: “I miei silenzi? Ci siamo trovati con Sartori, anche se adesso mi rendo conto che non comunicare è sbagliato. Cercheremo di rimarcare di più quel che si fa”.

E così Percassi annuncia il nuovo “direttore sportivo Tony D’Amico che raccoglie l’eredità di Giovanni” e precisa: “Stiamo lavorando per un’Atalanta forte e perché sia sempre molto competitiva”.

Sartori garantisce su D’Amico: “L’Atalanta ha scelto molto bene”. Lui, il direttore uscente, va al Bologna, porterà con sé qualche osservatore che l’aveva seguito dal Chievo, mentre Luca ribadisce che “Zamagna e Costanzi restano all’Atalanta. Ci lasciamo comunque con grande rispetto e il mio primo obiettivo sarà cercare di vendergli un giocatore”. E la conferenza stampa, dopo tante lacrime e commozione, finisce con un sorriso.

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