• Abbonati
L'allarme

Lo chiamano “Skill mismatch”: perché i giovani non trovano lavoro

Si tratta del divario tra le competenze richieste delle imprese e quelle di cui sono in possesso i lavoratori. Un problema enorme

Svogliati, senza iniziativa, con poche tutele. Spesso, sono i concetti che sorgono in mente per primi quando si parla dei giovani in Italia. Una risorsa poco sfruttata, anche in vista dei repentini cambiamenti che stanno investendo il mercato (con una situazione occupazionale sempre più in ginocchio). Perché se crescono l’impatto e la responsabilità dettati dal digitale, cresce anche la necessità di nuove skills (competenze) con cui compensare il gap.

Lo “skill mismatch” – così è stato definito il fenomeno – è emerso nel 2017 e ad oggi è cresciuto di oltre 20 punti percentuali, senza dare segni di arresto. In poche parole, si tratta del mancato utilizzo di strumenti, programmi e piattaforme, messi tardivamente a disposizione dalle aziende, spesso senza fornire un’adeguata formazione per apprenderne l’utilizzo.

In termini ancor più concreti, il divario esistente tra le competenze richieste delle imprese e quelle di cui sono in possesso i lavoratori.

Colmare un tasso di disoccupazione giovanile pari al 29,5%

Questa è la percentuale, sottolineata da un articolo del sito “Feltrinelli Education”, nel riportare i dati analizzati negli ultimi anni. Cifre che indicano un sentimento di sfiducia: forse nei confronti delle aziende, forse verso sé stessi e nelle proprie chance di competere, anche alla luce del cosiddetto “skill mismatch”.

Un danno pari a 5 miliardi di dollari sull’economia mondiale

Il Boston consulting group (Bcg) nel report “Fixing the Global Skill Mismatch”, ha evidenziato quest’altro dato allarmante, spiegando come coinvolga 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo, destinati ad aumentare sino a 1,4 nel 2030. Perché titoli di studio e attestati, non sono sempre sinonimo di competenze al passo coi tempi.

In Italia oltre 4 aziende su 10 non trovano i profili che cercano

Lo “skill mismatch” interessa nel 43% dei casi persone legati a professioni intellettuali, scientifiche e ad alta specializzazione; un altro 43,5% per le professioni tecniche.

Data anche la crisi economica in atto, secondo gli esperti sarebbe il caso di mettere le risposta al disallineamento delle competenze in cima all’agenda di sviluppo del capitale umano di ogni Paese.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI