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Inizi anni '90

Stragi di mafia: a Report i collegamenti con terrorismo e servizi. E spunta la foto di Rosa Belotti

Nel settembre del ’93 l'ex sovrintendente di polizia Federico aveva scoperto ad Alcamo una casa di proprietà di due carabinieri, a suo dire legati ai Servizi. All’interno dell’abitazione casse con armi, munizioni... e la foto dell'imprenditrice di Albano Sant'Alessandro

A trent’anni dagli attentati terroristici di estrema destra e dalle stragi di mafia manca ancora una piena verità giudiziaria. Come quella sulle possibili connessioni tra il terrorismo di destra, gli omicidi eccellenti di Cosa nostra e alcuni apparati dello Stato.

Proprio su questo legame si è concentrata la puntata di Report andata in onda lunedì 23 maggio, nel giorno del trentennale della strage di Capaci che uccise il giudice Giovanni Falcone. E dove è comparso anche il nome di Rosa Belotti, la 57enne di Albano sant’Alessandro sospettata di aver guidato l’auto che, parcheggiata in via Palestro a Milano e carica di tritolo, è esplosa nella notte del 27 luglio 1993 provocando la morte di cinque persone.

L’inchiesta, condotta da Paolo Mondani di Report, segue varie piste per fare luce sulle stragi del ’92-’93.

Una è quella che porta a Stefano Delle Chiaie, il leader di Avanguardia Nazionale che secondo le confessioni del boss pentito Alberto Lo Cicero, raccontate al giornalista dalla compagna di quest’ultimo Maria Romeo, sarebbe stato l’aggancio dello Stato con la mafia e sarebbe stato presente a Capaci per un sopralluogo prima di quel terribile 23 maggio 1992.

Secondo il racconto della Romeo, Delle Chiaie avrebbe avuto una mappa con delle x a indicare diversi altri bersagli da far saltare. Altri testimoni, come il collaboratore di giustizia Pietro Riggio, parlano poi dei servizi segreti come degli esecutori della strage di Capaci e della loro connivenza con il mondo della politica, che li arruolava per eliminare chi dava fastidio alla politica stessa.

Un’altra fonte sentita da Mondani è l’ex sovrintendente della Polizia Antonio Federico. Nel settembre del ’93 Federico, seguendo le dritte di un confidente, aveva scoperto ad Alcamo nel trapanese una casa di proprietà di due carabinieri, a suo dire legati ai Servizi.

All’interno dell’abitazione aveva trovato casse con armi, munizioni, coltelli e una cassetta contenente materiale radioattivo. Nella casa aveva rinvenuto anche la foto di una donna. Oggi quella foto corrisponde proprio all’imprenditrice Rosa Belotti, allora compagna del pregiudicato Rocco di Lorenzo, ritenuto vicino al clan camorristico dei La Torre.

Belotti ha dichiarato di recente di riconoscersi nella foto, ma di essere estranea alle stragi. Una coincidenza strana quella della presenza in una villa del trapanese di uno scatto della Belotti.

Mistero reso ancora più oscuro dall’indicazione della fonte di Federico, che al tempo lo aveva invitato a mostrare la foto della donna ai presenti nel momento della perquisizione dell’abitazione di Alcamo, circa 200 persone tra Carabinieri e Polizia secondo quanto riporta Federico. E da una frase che aveva accompagnato quel particolare suggerimento: “Chi deve capire capirà”.

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