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Sono 6 in italia

Vaiolo delle scimmie: primo caso rilevato al Sacco di Milano

Il paziente sta bene, il ceppo potrebbe essere correlato a focolai in Europa

Milano. Il laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica dell’Ospedale Sacco ha confermato la diagnosi di positività del campione prelevato da un un paziente che presentava sintomi riconducibili al vaiolo delle scimmie. L’ospedale milanese è il centro di riferimento nazionale per le emergenze infettivologiche insieme allo Spallanzani di Roma.

Il paziente sta bene ed è oggetto di controanalisi per avere la conferma definitiva della diagnosi. Il ceppo potrebbe essere correlato a focolai in Europa.

La Direzione generale Welfare esclude al momento la presenza di casi di vaiolo delle scimmie in Lombardia.

Alcuni possibili casi segnalati hanno infatti dato tutti esito negativo alle analisi svolte per ricercare la presenza del materiale genetico (DNA) del virus.

Regione Lombardia ha attivato il proprio sistema di monitoraggio per vigilare sulla possibilità che emergano casi.

Sono stati individuati come laboratori e centri di riferimento l’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano e l’IRCCS San Matteo di Pavia.

Il software delle malattie infettive è stato aggiornato per consentire la segnalazione del vaiolo delle scimmie dai medici di medicina generale o pediatra di libera scelta.

Con questo salgono a sei i casi rilevato in Italia.

Il quinto caso, con caratteristiche cliniche e di trasmissione simili ai precedenti, era stato notificato dall’Istituto Spallanzani. “Sono in corso gli accertamenti su altri casi sospetti”, precisa l’Istituto. Sono 16 i contatti in isolamento.

I ricercatori dello Spallanzani hanno “completato la prima fase dell’analisi della sequenza del DNA del Monkeypox virus dei primi tre casi italiani”.

I campioni risultati postivi – rende noto l’Istituto- “sono stati sequenziati per il gene dell’emoagglutinina (HA), che consente l’analisi filogenetica”. I campioni sono tutti risultati affini al ceppo dell’Africa Occidentale “con una similarità del 100% con i virus isolati in Portogallo e Germania”.

“Potremmo essere anche in Italia di fronte a un virus paneuropeo, correlato con i focolai in vari paesi europei, in particolare quello delle Isole Canarie”, sottolinea l’Istituto.

“Il cosiddetto vaiolo delle scimmie rimarrà un fenomeno contenuto, probabilmente limitato ad un focolaio inziale circoscritto”. Così il virologo Massimo Galli, rispondendo alla domanda di un giornalista a margine di un seminario scientifico a Napoli.

“Non è affatto un virus delle scimmie – ha aggiunto Galli – è un virus presente probabilmente in alcune specie di roditori. Uomini e scimmie ne sono solo vittime accidentali, e quindi non è un virus rilevante per la nostra specie”.

“I poxvirus – ha aggiunto il virologo – sono molto diversi da quello del Covid, sono virus a DNA e tendono ad adattarsi in numero enorme, in migliaia di anni, ad una propria specie”. “Il vaiolo definito ‘della scimmia’ – ha detto ancora – è un virus un po’ meno selettivo, ma è probabile che un suo serbatoio sia rappresentato da un roditore africano, probabilmente scoiattoli del genere ‘funisciurus’, che sono quelli più candidati, tra tutti, per le ricerche eseguite”.

“L’epidemia – ha concluso Galli – sembra essere sta determinata da maschi che fanno sesso con maschi, probabilmente scaturita da un ampio raduno alle Canarie”.

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