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Le mozioni

Bergamo: scontro in Consiglio sugli alpini

Passa l’ordine del giorno della maggioranza, Fratelli d'Italia esce dall'aula al momento del voto

Bergamo. Due sospensive. Tradotto, due stop alla seduta del consiglio comunale, alla ricerca di un punto d’incontro per votare, in comune accordo, le due mozioni urgenti presentate sugli Alpini: dalla maggioranza e dalla minoranza.

Non semplice trovare una linea comune che, arriva, comunque, dopo due ore di discussione. Anche se poi alla fine l’intesa salta. La Lega ottiene la cancellazione di un punto dall’ordine del giorno presentato dall’amministrazione e fa inserire, nel proprio, una nota che rimarca la condanna ai fatti di Rimini.

La polemica monta e irrita gli animi, ma arriva la resa dei conti: rimosso il nodo della revisione della collocazione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino, sembra che la pace sia fatta.

Invece la sorpresa nel rush finale: Lista Gori e Partito Democratico dichiarano di votare a favore della mozione presentata dalla maggioranza, contro quella della Lega. Fratelli d’Italia si smarca e sceglie di uscire dall’aula al momento del voto.

Sonia Coter, Movimento 5 Stelle, nonostante la pezza finale, vota contro la mozione Lega e a favore della maggioranza. Forza Italia, Lega e Bergamo Ideale votano a favore di entrambe.

Quindi l’aula approva solo l’ordine del giorno della maggioranza.

A condire il tutto la presenza in aula del collettivo “Non Una Di Meno Bergamo”, che non manca di farsi sentire, e quella di una rappresentanza degli alpini di Bergamo.

“Non per valenza politica, ma per scopo sociale – Stefano Rovetta, Lega – il nostro partito, presenta quest’ordine del giorno. Ferma condanna per gli episodi maschilisti, ma, sull’onda del passato e delle grandi gesta fatte nel corso della storia dagli alpini, chiediamo di riconoscere la valenza del corpo e di esprimere la propria vicinanza all’Associazione nazionale. Chiediamo di valutare l’opportunità di individuare un luogo pubblico da intitolare o dedicare all’operosità, di valorizzare la dedizione ed il sacrificio degli Alpini nella costruzione dell’ospedale da campo in occasione della crisi pandemica. E di promuovere e partecipare personalmente, o con un delegato in rappresentanza dell’Amministrazione, alle annuali adunate dell’associazione”.

Replica Massimo Bottaro, consigliere Lista Gori e alpino, a cui tocca il compito di presentare la mozione della maggioranza: “Bergamo vuol dire alpino e viceversa. Voglio segnalare il rispetto delle persone, delle cose pubbliche e private. Qui si parla di alpini e di donne: ed è proprio a queste ultime che voglio dire che il nostro non è un mondo maschile, ci sono molte ragazze nel corpo e non hanno solo compiti ritenuti ad hoc. A testimonianza di questo il fatto che nei nostri campi scuola abbiamo il 51% di donne. Non tutti hanno in testa il cappello con la penna, ma lo portano nel cuore. Purtroppo troppo spesso in Italia vige e vince il concetto della generalizzazione”.

La volontà, prosegue “è quella di continuare nella programmazione di azioni di sensibilizzazione e comunicazione, nonché di interventi educativi tesi alla prevenzione del fenomeno della violenza di genere attraverso il contrasto degli stereotipi di genere, la promozione di una cultura del rispetto tra uomo e donna, la stigmatizzazione della violenza di genere con particolare riferimento ai modelli sociali, anche in collaborazione con la Sezione ANA di Bergamo. Vogliamo sostenere la Sezione ANA di Bergamo nella prosecuzione della propria attività, radicata e capillare, di aiuto, supporto e volontariato sul territorio, oltre che incentivare le attività di diffusione dei valori storici, sociali e culturali, soprattutto tra le generazioni più giovani e in età scolastica”.

Il sindaco Giorgio Gori: “Il senso della nostra mozione urgente nasce da due fatti, da un lato la volontà di riconoscere quanto di buono gli alpini hanno sempre fatto, dall’altro quello di condannare fermamente i fatti di Rimini. Rispetto alla mozione presentata dall’opposizione, credo che la stessa si discosti veramente molto dalla nostra, perché l’ordine del giorno della maggioranza condanna fermamente quello che è successo nel corso dell’adunata. L’impegno costante e deciso degli alpini non è assolutamente messo in discussione, non viene certo meno nonostante quanto successo, questo lo sappiamo benissimo. E questo è il motivo per cui sono a andato a Rimini con la fascia tricolore, per dimostrare il mio attaccamento e la mia gratitudine al corpo. Un gesto vero e sentito che da un lato vale tutta la mia riconoscenza, ma dall’altro non sminuisce la gravità di quanto accaduto”.

“L’unico tema urgente sono le molestie sulle donne, che non sono cose da poco – ha detto Monica Corbani, consigliera di Ambiente Partecipazione e Futuro-. La cosa più importante è che le donne trovino sempre il coraggio di parlare e denunciare. E su una cosa concordo con la Lega: le molestie non sono un problema degli alpini, ma degli uomini in generale. L’unica cosa da fare è continuare a favorire il cambiamento. È finito il tempo di pensare che, quello di cui stiamo parlando, sia un fatto che riguarda solo le donne”.

“Come avete capito anche all’interno di quest’aula ci sono sensibilità diverse – è intervenuta Oriana Ruzzini, consigliera del PD -. Quando parlo degli alpini penso a tutte le persone che hanno bisogno della nostra riconoscenza, ma non della nostra solidarietà, come del resto tutti i volontari che sono mossi dal fare il bene comune. Palpeggiare, accerchiare e fermare le donne nei vicoli rappresentano delle vere e proprie molestie e come tali vanne condannate. Le donne, che in questo caso sono le nostre sorelle, sono vittime di quanto accaduto: non si sono sentite al sicuro e non sono state tutelate in primis dalla stessa associazione nazionale degli alpini che dovrebbe prendersi la briga di far capire, con forza, a tutti i suoi associati che le donne non tollerano più questi tipi di comportamenti. Non c’è spazio per le molestie, non c’è mai stato”.

“Non abbiamo fatto un buon servizio se in questo consiglio non siamo stati capaci di mettere insieme le volontà comuni – ha spiegato Gianfranco Ceci, Forza Italia-. Inoltre quello che non voglio è far passare il messaggio che gli alpini siano tutti maschilisti, bevitori e tutto quanto c’è scritto nel sito ufficiale del movimento ‘Non una di meno’. La sacralità della donna è uno dei principi che muove l’opera e il pensiero degli alpini”.

 

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