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L'analisi

Imprese fantasma, la Cisl: “Per combattere questa piaga si valorizzi il ruolo delle parti sociali”

Il segretario bergamasco Danilo Mazzola a commento dei dati di Confartigianato: "Siamo di fronte a una vera emergenza che innanzitutto fa male a coloro che operano nella piena regolarità"

“Siamo di fronte a una vera emergenza a cui dobbiamo dedicare il massimo dell’attenzione e dell’impegno per fare in modo che una piaga così significativa venga velocemente debellata”. Danilo Mazzola, segretario provinciale della CISL, legge i dati resi noti da Confartigianato Bergamo, relativi al lavoro irregolare e alle attività irregolari presenti nella provincia orobica.

Su 85.000 imprese attive a Bergamo ce ne sono 13.600 irregolari, cioè il 16% sul totale o 45% se raffrontato alle sole imprese artigiane (30.000). L’occupazione irregolare è stimata attorno alle 50.000 persone, pari al 10% del totale di occupati in provincia (476 mila).

“La concorrenza sleale delle attività irregolari, innanzitutto fa male a tutte quelle aziende che lavorano nella piena regolarità, rispettando soprattutto le normative in materia di salute e sicurezza. Riteniamo che oltre a mettere in campo tutte quelle azioni che gli organismi di vigilanza sono chiamati giustamente ad attuare, lo sforzo maggiore di repressione al lavoro irregolare, debba partire sicuramente dai luoghi di confronto si cui le parti sociali bergamasche si sono dotate. A Bergamo da anni è presente l’EBA (Ente Bilaterale dell’Artigianato), al cui interno vengono gestiti temi come la formazione degli apprendisti, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, la sorveglianza sanitaria e alcuni istituti di mutualità. Si parta da qui – insiste Mazzola -: dando più spazio al lavoro dei nostri RLST che quotidianamente sono presenti nei luoghi di lavoro, che oltre a gestire temi delicati come salute e sicurezza, possono essere dei veri terminali di regolarità. Inoltre guardiamo a quanto di positivo abbiamo fatto negli anni con la positiva esperienza delle Casse Edili provinciali, che con l’introduzione del Durc sono divenute riferimenti di regolarità contributiva, senza il quale non si può svolgere la propria attività  in un settore fortemente frazionato e dove il lavoro irregolare in tante occasioni trova spazio. Pertanto – conclude il segretario CISL -, solo valorizzando il ruolo delle parti sociali si possono ottenere a nostro parere risultati significativi su un tema così delicato”.

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