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L'iniziativa

Gemellaggio Bergamo-Bucha, incontro virtuale tra i sindaci Gori e Fedoruk

Il primo cittadino bergamasco ha dato la propria disponibilità a recarsi nella prossime settimane a Bucha per stringere ulteriormente le relazioni e comprendere quali aiuti concreti da mettere in campo

Bergamo. Incontro virtuale nel pomeriggio di martedì 17 maggio tra il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il primo cittadino di Bucha Anatoly Fedoruk: sul tavolo la proposta di gemellaggio che il capoluogo orobico ha avanzato nelle scorse settimane. Nei prossimi giorni il Consiglio di Bucha voterà la proposta di Bergamo, consegnata attraverso l’operato di Cesvi, la Ong bergamasca che da qualche settimana è al lavoro per portare aiuti a una delle città simbolo dell’invasione russa in Ucraina.

“Sono molto grato di aver ricevuto questa proposta dalla città di Bergamo. Avremmo voluto essere noti per quel che di buono facciamo nella nostra città, non certo per il disastro che ci ha colpito attraverso la guerra e l’invasione russa dei mesi scorsi – ha sottolineato Fedoruk -. Non possiamo riscrivere la storia, non possiamo cancellare quel che è accaduto, ma il mio impegno ora è quello di chiudere questa pagina dolorosa per la nostra città e aprirne una nuova. Bucha e l’Oblast’ di Kiev sono stati liberati e questa è forse la cosa più importante, ma ogni giorno è ancora segnato da funerali e dal lutto delle nostre famiglie. Abbiamo lavorato per ripristinare le reti del gas e dell’elettricità, per consentire alle persone di tornare alle proprie case: sono stati 15mila i cittadini di Bucha rientrati in città – dalla Spagna, dal Portogallo, ma anche dalla Nuova Zelanda! – dal momento della liberazione”.

Bucha contava 53mila abitanti prima della guerra, 73mila considerando i 13 piccoli villaggi nei dintorni della città. 147 edifici sono stati rasi al suolo in un mese di occupazione, periodo nel quale in città sono rimaste solo 3.500 persone, ben 456 cittadini sono stati uccisi dai soldati russi, ma molti risultano tutt’ora dispersi e “non sappiamo quale destino possano aver avuto”, commenta Fedoruk: tanti ucraini sono stati infatti deportati, attraverso la Bielorussia, in Russia.

L’iniziativa di Bergamo ha avuto molta eco in Ucraina in questi giorni ed è stata indicata come esempio di collaborazione tra Italia e Ucraina anche dal premier Zelenskij. 

“La storia di Bucha – ha detto il sindaco Gori durante la conversazione – ha colpito molto l’opinione pubblica italiana. Io, poi, in particolare, vedo un parallelo con la vicenda di Bergamo, altra città che suo malgrado è divenuta simbolo di un altro evento tragico, ovvero quello del Covid19, che nella nostra città ha fatto 700 vittime e oltre 6.000 nella nostra provincia nel 2020. Per questo ho pensato di proporre una relazione speciale tra le nostre città, una relazione che non fosse solo simbolica, ma che si potesse riempire di cose e azioni concrete. Il nostro desiderio è quello di coinvolgere le nostre imprese, i nostri volontari, ma anche le nostre istituzioni culturali, non solo per ricostruire fisicamente Bucha, ma anche per ricostruirne un clima di fiducia, dopo la tragedia della guerra e del massacro dei suoi cittadini”.

L’incontro è stato favorito da Cesvi, “al nostro fianco – ha aggiunto Gori – nei mesi più duri per la nostra città per raccogliere donazioni e aiuti. Credo sia significativo che proprio Cesvi sia ora la prima Ong europea a portare aiuto in Ucraina e in particolare nella città di Bucha”.

Il sindaco di Bergamo ha dato poi disponibilità a recarsi nelle prossime settimane a Bucha, non solo per stringere ulteriormente le relazioni tra le due città, ma anche per rendersi conto di persona di quali possano essere gli aiuti concreti da rivolgere alla città ucraina nei prossimi mesi.

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