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Le stime dell'ascom

Caro bollette per bar, negozi e ristoranti: a Bergamo aumenti fino a 26mila euro

Rincari, ma anche crescita dell'inflazione e calo dei consumi. Zambonelli (Confcommercio): "Altro tema è la mancanza di personale nel turismo, serve un nuovo patto tra pubblica amministrazione, scuola, imprese e sindacati". Gori: "Aumentare i flussi di lavoratori stranieri, pure Salvini se ne è accorto"

Bergamo. La crescita dell’inflazione, il calo dei consumi, i rincari energetici. Sono alcuni dei temi di maggiore attualità che interessano il settore terziario, al centro dell’assemblea dei soci di Ascom Confcommercio Bergamo, chiamata lunedì 16 maggio a rinnovare il suo consiglio direttivo.

Nonostante due anni di crisi, il settore mostra una buona tenuta. I dati evidenziano un +0,37% sul numero delle imprese del settore del commercio, turismo e servizi bergamasche (percentuale che sale a +1,43% in città) rispetto al primo trimestre del 2021. L’anno scorso, infatti, si contavano 25.631 imprese (di cui 4591 in città), cifra che sale a quota 25.727 (di cui 4.568 in città). Il dato è positivo anche se raffrontato al 2017, quando le imprese erano 25.590, di cui 4.538 in città, segnando un +0,53% complessivo e un +2,64 in città.

Ma nel 2022, nonostante le misure già adottate dal Governo, ci saranno da sostenere i costi della bolletta energetica, in forte aumento. Per oltre 2.500 bar bergamaschi, la bolletta energetica passerà in media da 5 mila a 10 mila euro in totale; per circa 1.500 ristoranti da 11 mila a 19 mila euro; per oltre 1.300 negozi alimentari – che usano molta elettricità per refrigerare gli alimenti – da 16 mila a 26 mila euro; per i negozi non alimentari da 5 mila a 7 mila euro. E per gli alberghi? Rincari fino al 50% tra gas ed elettricità, stima l’Ascom.

“È chiaro – spiega il presidente Giovanni Zambonelli, confermato nel consiglio direttivo – che servono misure importanti anche in tema di credito e incentivi alle imprese. Vanno bene le misure di supporto per quelle direttamente danneggiate nei loro interscambi con Russia e Ucraina, ma bisogna tener presente che le conseguenze della crisi stanno interessando uno spettro di attività imprenditoriali ben più ampie”.

Diverse le questioni aperte, dall’erogazione di aiuti e bonus definiti “inadeguati” per le imprese , ai “nodi irrisolti” di pressione e cuneo fiscale, fino alle “scarse risorse per il terziario” messe a disposizione dal Pnrr. “Servono riforme e investimenti che sostengano i consumi con scelte mirate di riduzione del prelievo Iva, dando impulso all’occupazione e al rinnovo degli accordi contrattuali, intervenendo sul versante del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, supportando le esigenze delle imprese attraverso garanzie per l’accesso al credito, moratorie e ristrutturazioni di più lungo termine dei prestiti bancari” aggiunge Zambonelli, lanciando un appello alla revisione della Legge Bersani: “Dopo vent’anni bisogna affrontare seriamente gli effetti di una liberalizzazione sfrenata, rivedendo con coraggio questa legge”.

“Intervenire sul cuneo fiscale è la strada da seguire”, concorda il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che durante il suo intervento pone l’accento sul tema dei salari. “Credo che la detassazione degli aumenti retributivi e la lotta ai contratti pirata, per cui molte persone lavorano sotto la soglia minima di dignità – sottolinea – siano priorità assolute per il nostro Paese. Anche sulla scarsità di manodopera è necessaria una riflessione, penso soprattutto a settori come quello della ristorazione: persino Matteo Salvini – conclude – si è accorto della necessità di aumentare i flussi” di lavoratori stranieri, al fine di salvare la stagione turistica. Secondo i calcoli del Ministero del Turismo, mancano all’appello 300-350mila addetti tra ristoranti e alberghi: stagionali, ma anche figure di base, quasi sempre assunte con contratto a tempo indeterminato, come i cuochi. Tra le ragioni: l’indennità di disoccupazione troppo corta e che richiede requisiti che non sempre i lavoratori del turismo sono in grado di avere, all’estrema precarietà del settore, che lo rende poco appetibile a fronte di altri che magari offrono stipendi bassi ma continuativi.

Che queste imprese fatichino a trovare personale non è un mistero. “Serve un nuovo patto tra amministrazioni pubbliche, scuole, mondo imprenditoriale e sindacale – prosegue Zambonelli -. Si mettono in campo tante azioni, molte estemporanee che non aiutano a correggere i problemi sul campo: dispersione scolastica, inefficacia dei modelli di alternanza, difficoltà di inserimento e modelli aziendali desueti che allontanano i giovani dal lavoro anziché avvicinarli”.

Nel corso dell’assemblea generale annuale in Fiera, Ascom Confcommercio Bergamo ha rinnovato il suo consiglio direttivo, in carica fino al 2026. Oltre a Zambonelli, vengono confermati Luciano Patelli, Petronilla Frosio, Luca Bonicelli, Lorenzo Cereda, Cristian Botti, Alessandro Riva e Giampietro Rota. I nuovi ingressi sono Alessandro Capozzi e Giorgio Corno. Il nuovo consiglio direttivo si riunirà lunedì prossimo, 23 maggio, per eleggere presidente e vicepresidente. Zambonelli verso il bis.

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