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Nembro

Cancelli lascia, Gigi Riva: “Fortunata la terra che l’ha avuto sindaco in un momento fatale”

Termina la missione e si è meritato il rispetto che si deve alla sua scelta di poter coltivare altri interessi. Per eredità lascia il suo esempio

Gigi Riva, giornalista, editorialista dell‘Espresso e recentemente autore di un libro sulla sua Nembro martoriata dal covid (“Il più crudele dei mesi” è il titolo), in poche righe traccia un efficace ritratto del sindaco della cittadina seriana, Claudio Cancelli, che ha deciso di non ricandidarsi, neanche in lista.

Claudio Cancelli, il sindaco di Nembro, finisce il mandato, saluta e si dedicherà agli studi, ai libri che non ha letto nei dieci anni da primo cittadino, ai viaggi, alla sua Simonetta. Niente altri incarichi pubblici, c’è vita anche oltre la dedizione al bene comune: e la sua è stata totale.

Mancherà. Ci sono persone che per capriccio la storia mette davanti a imprese improbe per testare il loro livello di adeguatezza. Cancelli aveva nello zaino il bastone da maresciallo per condurre una comunità piegata dal covid 19 come poche altre (188 morti nei due fatali mesi della prima ondata). Sventurata la terra che ha bisogno di eroi, ha scritto Brecht. Fortunata la terra che ha avuto Claudio in un momento fatale, verrebbe da chiosare, per evitare quella parola, “eroe”, davanti alla quale lui si schermirebbe per l’umiltà che sempre connota chi semplicemente pensa sia naturale spendersi al meglio per onorare il proprio ruolo oltre per per dignità di se stesso.

Anche nei momenti peggiori, quando la lotta al virus sembrava impari, Cancelli ha sempre diffuso il coraggio ai compaesani attraverso la sua forza tranquilla, la calma, l’uso della ragione. Non ha mai nascosto le difficoltà, le cifre impietose che inchiodavano Nembro ai tristi primati di contagio, accompagnandole però dall’ostinata convinzione che tutto si sarebbe superato a patto di rimanere coesi come comunità, di remare nella stessa direzione. Sottolineando le poche buone notizie, i bambini che nel disastro continuavano a nascere, le guarigioni, le iniziative di contrasto al morbo che prima o poi avrebbero pur dovuto funzionare.

È diventato anche personaggio televisivo, Claudio, e il suo sereno argomentare, nel mezzo del vociare indistinto di virologi e tuttologi, deve aver colpito se amici di tutta la Penisola mi chiamavano sospirando: “Magari lo avessimo noi un sindaco come Cancelli”.

Ora qualcuno gli tirerà la giacchetta, lo hanno già fatto, lo stanno facendo, perché accetti altri e magari prestigiosi incarichi. Non era questo il suo scopo quando accettò, dieci anni fa, di correre per la poltrona in virtù di un dovere civile.

Termina la missione e si è meritato il rispetto che si deve alla sua scelta di poter coltivare altri interessi. Per eredità lascia il suo esempio. Ed è moltissimo.

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