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La convention

Berlusconi scalda Treviglio: “Forza Italia deve tornare al 20%, riprendiamoci l’Italia” fotogallery video

“Io nel 2002 ho messo fine alla guerra fredda, ho portato Putin al tavolo della Nato. Così bisognava continuare a fare e così non è stato fatto”

Treviglio. Vero mattatore della serata organizzata in Fiera a Treviglio da Alessandro Sorte, deputato di Forza Italia, è stato Silvio Berlusconi, la cui presenza era stata annunciata fin dal primo pomeriggio.

Salito sul parco circa a metà serata, ha sorpreso i presenti con un discorso lungo e intenso che ha toccato più punti: dai racconti di gioventù, alla lotta alla sinistra, alla sua scelta di scendere in politica, fino alla situazione attuale in Italia e nel mondo e al conflitto tra Russia e Ucraina.

Bagno di folla, fiori per la fidanzata Marta Fascina, Berlusconi è arrivato accompagnato dalla senatrice Alessandra Gallone.

Un tripudio di bandiere, l’inno storico degli azzurri e il nuovo slogan, con la voglia di ricominciare e di ributtarsi in politica.

“Siamo in Italia, vota Forza Italia. Chi ci crede combatte, chi ci crede supera tutti gli ostacoli, chi ci crede vince. Viva Forza Italia”.

Berlusconi ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera politica, anche della sua giovinezza, sempre legata in particolare alla lotta alla sinistra: “Facevo l’imprenditore nel mondo della televisione e godevo già di una certa popolarità. Mi avvisarono che la sinistra in Italia stava cominciando a conquistare il potere, dovevo muovermi e fare qualcosa. La mia passione per la politica nasce da lontano, fin da quando ero alle medie. C’è una grande differenza tra il concetto di Stato per chi è di sinistra e chi non lo è. Per chi è di destra lo Stato è a servizio del cittadino, per chi è di sinistra, il contrario. Io questa differenza l’avevo ben presente fin da quando facevo le scuole dai Salesiani. Non potevo certo non impegnarmi per cambiare le cose, per cui ho cominciato a costruire le basi per dare vita a un partito nuovo e, visto che non vedevo leader adeguati e non volevo consegnare il Paese alla sinistra, ho scelto di buttarmi in politica”.

“Così ho fatto, grazie anche alla popolarità che avevo raggiunto con il mio Milan: qualcuno mi aveva detto che con un mio 20% la sinistra non avrebbe più avuto la maggioranza. Così ho deciso di cominciare ad organizzare il tutto e di andare dal notaio. Prima, però, ho convocato i miei figli per discutere con loro di questa cosa: seduti a tavola ho raccontato la mia idea. Mi han detto che ero matto, che non dovevo farlo. A pensarci bene, poi, coi i 110 processi che ho subìto, forse avevano ragione loro. Salito in camera mia ho guardato il soffitto, turbato. Anche mia mamma non era d’accordo. Ma una sera, di ritorno dal centro di Milano, lei passò di fronte alla nostra vecchia casa, quella che lei chiamava ‘la casa della felicità’ e ha cambiato idea. Tornata ad Arcore, si è appoggiata alla colonnina del mio letto, e mi ha detto che la mia non era una buona idea, ma che se davvero ero l’uomo che lei e mio padre avevano cresciuto, allora dovevo continuare a inseguire i miei sogni. Mi ha detto anche che dovevo trovare il coraggio di farlo. Dieci giorni ho depositato il nome di Forza Italia dal notaio”.

Il racconto del leader degli azzurri è ricco di aneddoti: “Alle medie, ho fatto un manifesto con scritto ‘Dio ti vede, Stalin no’. Poi, insieme ad alcuni compagni, sono salito su una scala per attaccarlo sul muro ma, un minuto prima di appenderlo, mi sono accorto che i miei amici erano scappati tutti. Perché? Perché sotto c’erano 5 ragazzi comunisti che mi aspettavano. Ma non ho avuto paura: sono sceso e li ho affrontati. Mi hanno preso a pugni. Scappato, grazie alle mie doti da velocista, ho pure preso una sberla da mia mamma perché pensava che fossi caduto con la bicicletta”.

Berlusconi torna poi alla politica dell’oggi: “Oggi potrei godermi i miei figli, i miei nipoti e fare una vita assolutamente serena, vicino alla donna che amo, Marta. Ma sento dentro di me il dovere di riavvicinarmi a questo mondo, nonostante, nove anni fa i giudici, mi abbiano condannato per frode fiscale e sbattuto fuori dal Senato, applicando retroattivamente la pena per 4 anni che ho scontato ai servizi sociali. Questo mi ha impedito di fare politica. Ma oggi, tutto è cambiato. Eccomi qua, a pensare alle elezioni”.

Poi i temi d’attualità: “Sono preoccupato per tante cose, per il governo in Italia, per l’Europa, per cosa significa la Cina per l’Italia, per l’Ucraina: non abbiamo un leader nel mondo capace di avvicinare Putin, al contrario, lo stiamo solo allontanando. Siamo in guerra anche noi, al popolo ucraino stiamo mandando le armi. Tutto ciò cosa significa? Non solo che la guerra non finirà velocemente, ma anche e soprattutto che avremo forti sanzioni, una diminuzione del Pil, gravi danni all’economia e una piaga in Africa, in deficit totale di mais e grano. Avremo grandi ondate di immigrati e questo comporterà molti altri problemi. Io nel 2002 ho messo fine alla guerra fredda, ho portato Putin al tavolo della Nato. Così bisognava continuare a fare e così non è stato fatto”.

“Mi preoccupo dell’Europa – ha proseguito – nessuno può difendersi da solo: dal 2002 ho chiesto con forza di dotarci di una forza armata comune, mettendo insieme quelle dei 27 Paesi, in maniera tale da diventare una potenza unica. Così non è stato. E ora il nostro occidente, con i suoi valori, rischia di essere fatto fuori: abbiamo vissuto pensando che diventasse un principio universale, ma ci siamo solo illusi. Noi vogliamo continuare ad essere un popolo libero, lontano dalle dittature comuniste, lontano dalla Cina che mi spaventa per tantissimi motivi”.

L’ultimo pensiero al suo partito: “Forza Italia è scesa al 10% e questo non va bene: noi siamo il centrodestra e dovremmo arrivare almeno al 20% perché siamo noi che l’abbiamo creato. Detto questo, quello che dobbiamo fare ora è lavorare sodo, rimboccarci le maniche. Dobbiamo puntare a recuperare gli azzurri che non sono più iscritti al partito, gli elettori persi negli anni, che erano più di 1 milione. Bisogna rintracciare i 7 milioni di moderati, liberali e anti comunisti che abbiamo lasciato lungo la strada. Dobbiamo assolutamente cercarli, trovarli e spiegare loro che cosa succederà in Italia se dovesse tornare a vincere la sinistra, ovvero un mondo fatto di vincoli, patrimoniale, risparmi tassati, imposta sulle successioni, più tasse in generale. Riprendiamoci l’Italia, è tempo”.

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