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Confai Bergamo

L'analisi

La sfida della produzione agroenergetica di fronte alla crisi internazionale

Bolis (Presidente Confai Bergamo e Lombardia): "Di fronte agli scenari attuali non possiamo più rinviare un piano operativo di potenziamento del settore agroenergetico"

“I rincari energetici e l’accresciuto costo di fertilizzanti e altri input produttivi ci devono indurre ad una riflessione approfondita sul ruolo che le agroenergie potranno svolgere nei prossimi anni in un mondo sempre più colpito dalla crisi economica internazionale e dalle conseguenze delle guerre in corso”: cosí si è espresso Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, commentando i dati di una ricerca recentemente diffusa dalla Rete Rurale Nazionale per mezzo del periodico specializzato PianetaPsr.
“In un paese come l’Italia, in cui l’85% dell’energia elettrica consumata dipende ancora dall’importazione di combustibili fossili – ricorda Bolis – non possiamo più permetterci il lusso di rinviare la definizione e attuazione di un piano operativo di potenziamento del settore agroenergetico, puntando a obiettivi di sostenibilità ambientale, contenimento dei costi e redditività d’impresa”.
Confai Bergamo fa notare che la cornice normativa necessaria per far decollare il settore è già ampiamente definita e si tratta sostanzialmente di muoversi con decisione sulla base di progetti concreti.
“Il Piano Nazionale Energia e Clima ha posto obiettivi ambiziosi da realizzare entro il 2030 – osserva il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo –. Ne sono un esempio i recenti interventi del governo a sostegno della diffusione del fotovoltaico in agricoltura. Lo stimolo all’incremento nella produzione di biogas, e in particolare di biometano, costituisce un’altra sfida di grandi proporzioni, rispetto alla quale ci sono tutte le premesse per costruire filiere importanti puntando sulle economie di scala. Non dimentichiamo, infatti, che solo a livello lombardo si stima la disponibilità annua di circa 4 milioni di tonnellate di residui di carattere agricolo e agroindustriale con cui si potrebbero alimentare in forma continuativa processi di produzione di energia verde”.

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