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La tragedia di ubiale

La rabbia del papà di Bara: “Sentenza ingiusta, mio figlio non può essere caduto da solo nel burrone” video

Per la strana morte del 20enne senegalese, il giudice ha condannato solo il 56enne Brioschi a 8 mesi (l'accusa aveva chiesto 11 anni) e ha assolto gli altri due imputati. Sidy Thiam: "Non ci han nemmeno chiesto scusa"

Bergamo. Gli occhi di Sidy Thiam si gonfiano di lacrime all’uscita dal tribunale. Non solo per il dolore nel ricordare la tragica morte di suo figlio Bara, ma anche per la rabbia dopo la sentenza. La Corte d’Assise presieduta dal giudice Giovanni Petillo ha condannato a 8 mesi Claudio Brioschi, derubricando il reato di omicidio preterintenzionale del quale era era accusato in tentata violenza privata. Assolti, invece, sia il 25enne di Sorisole Raul Magitteri che Ingrid Bassanelli, sua coetanea di Sedrina.

Anche la mamma del 20enne senegalese di Almè, Awa Yombe Dieye, è senza parole. Il suo terzo figlio dopo Bamby, Mamediarab e poi Bayemor, è morto la notte del 23 luglio 2017 a Ubiale Clanezzo. Mamadou Lamine Thiam, detto Bara, quella sera litigò con un ragazzo in servizio alla Ubiale Power Sound Festival, al quale rifilò anche una testata.

Dopo il diverbio scappò di corsa e, secondo le indagini dei carabinieri, venne inseguito prima da Brioschi, 56enne di Ubiale che lavorava alla festa. Poi anche da Magitteri e dalla sua compagna Bassanelli, pare per motivi di spaccio o per un portafoglio sottratto alla ragazza, fino alla Provinciale che porta a Zogno dove il senegalese cadde nel precipizio di diciotto metri e morì.

Nonostante il ragazzo nella corsa avesse perso le scarpe, che furono trovate lungo la strada, nessuno si preoccupò di lui e chiamò i soccorsi per cercarlo. Nemmeno il suo amico Klaus Tobli.

La scena venne ripresa dalle telecamere di sorveglianza del paese. Il cadavere fu trovato solo il giorno successivo, nonostante, sempre secondo la ricostruzione della procura, le indicazioni fuorvianti di Brioschi a chi era impegnato nelle ricerche.

Il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni (assente giovedì in aula e sostituita dalla collega Laura Cocucci) aveva chiesto undici anni per il 56enne per omicidio preterintenzionale, omissione di soccorso e per ostruzione alle ricerche, dieci per Magitteri per omicidio preterintenzionale e omissione di soccorso, due mesi per Ingrid Bassanelli per omissione di soccorso. Ma il giudice ha riconosciuto il solo reato di tentata violenza privata nei confronti del primo, con una pena di 8 mesi.

“Non è giusto, ricorreremo in appello – urla il padre del 20enne dopo la lettura della sentenza – . Bara è stato spinto giù nel burrone, non può essere caduto da solo. Era un ragazzo sveglio e conosceva quel posto. Hanno trovato anche le sue scarpe, potevano chiamare i soccorsi. Invece hanno commesso un altro reato. Nessuno dei tre accusati ci ha mai chiesto scusa”. (Le sue parole nel video qui sopra)

“Siamo soddisfatti della sentenza che ha reso giustizia ai nostri assistiti – il commento dei legali dei tre imputati – anche se ovviamente rimane il dolore per la tragedia costata la vita ha un giovane ragazzo”.

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