In Habilita San Marco, è stato attivato il nuovo ambulatorio di agopuntura. Responsabile di questo servizio è la Dr.ssa Elisa Gualandris, specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa. È lei a spiegarci in che cosa consista l’agopuntura e per quali patologie sia più indicata.
«L’agopuntura è una metodica della medicina tradizionale cinese. Ha origini antichissime, ma i primi riferimenti bibliografici risalgono al II secolo a.C. L’agopuntura si basa sulla concezione dell’individuo come un “concentrazione di energia”. Questa energia vitale scorre all’interno del nostro corpo in una rete di meridiani. Una disarmonia, intesa come un’alterazione di questo flusso, determina la patologia del paziente. L’obiettivo dell’agopuntura è quello di raggiungere e modulare questo flusso energetico, attraverso l’infissione di aghi a livello cutaneo in punti specifici chiamati punti di agopuntura».
Tecnicamente come agisce l’agopuntura?
«Per comprendere il meccanismo d’azione, dobbiamo considerare il problema da un punto di vista biofisico. A livello cellulare avvengono una serie di reazioni chimiche che garantiscono la sopravvivenza della cellula e che determinano un flusso elettroionico diretto dal centro verso la periferia, ossia verso aree con un potenziale elettrico più positivo, prima fra tutte la cute. Le cariche che raggiungono la superficie cutanea si concentrano in piccole aree in cui è possibile rilevare un aumento marcato della conduzione elettrica, i punti di agopuntura. La rilevazione di queste cariche in superficie è quotidianamente sfruttata dalla diagnostica medica: pensiamo all’elettrocardiogramma o l’elettroencefalogramma che misurano proprio l’attività elettrica proveniente dal cuore o dell’encefalo a livello cutaneo».
Come si svolge una seduta di agopuntura?
«Inizialmente è previsto un colloquio con il paziente per inquadrare la problematica, dopodiché si procede con il trattamento. Vengono utilizzati una serie di aghi bi-metallici molto sottili che hanno un’anima in acciaio e un manico che può essere in rame o argento, in modo tale che l’ago possa fungere da elettrodo transcutaneo. Questi vengono infissi nei punti di agopuntura con una manovra molto rapida e pressoché indolore. Vengono quindi lasciati in sede per 25-30 minuti. Durante questo periodo di tempo il medico osserva il paziente e gli aghi: sulla base del trattamento previsto e della reazione cutanea a questi aghi, valuta se far agire l’ago in dispersione (e quindi raffreddandolo) oppure in tonificazione, (manipolandolo o collegandolo a un elettrostimolatore). Normalmente servono cinque dieci sedute, una/due volte a settimana».
Per quali patologie è utile l’agopuntura?
«L’agopuntura ha diversissimi campi d’azione. Essendo una fisiatra, la applico soprattutto per il controllo del dolore sia cronico, sia acuto. L’agopuntura è efficace per i dolori localizzati a livello articolare e vertebrale, ma anche in caso di interessamento radicolare, come la classica sciatalgia da ernia discale. Buoni risultati si riescono a ottenere anche nel controllo del dolore in caso di emicrania, cefalea oppure nelle nevralgie trigeminali e nelle nevralgie post erpetiche.
Quali sono i vantaggi derivanti dall’agopuntura?
«L’agopuntura può essere vista come un alleato perché potenzia l’efficacia del trattamento farmacologico antidolorifico. Ci permette dunque di evitare l’introduzione di farmaci nuovi, soprattutto in pazienti in politerapia, o di ridurre la posologia farmacologica in atto. Rappresenta inoltre una metodica efficace per il controllo del dolore in quei pazienti che, per problematiche cliniche, non possono assumere terapia farmacologica analgesica, oppure non possono sottoporsi alle terapie fisiche».
Per Informazioni o prenotazioni:
T 0354815515
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